Dunque... ho già ampiamente descritto la realizzazione degli affreschi principali che decorano la saletta d'angolo (qui e qui) e la caminata del piano nobile (qui e qui), eppure non abbiamo finito!
Sì, perché manca ancora all'appello il completamento del camino, dei vani finestra, dell'arcata di spina...
Inoltre mi sono accorto che alcune foto relative alle precedenti fasi costruttive sono sfuggite alla pubblicazione, per cui approfitterò di questo nuovo post per mostrare almeno quelle relative agli affreschi.
Partiamo da una breve panoramica del piano ancora del tutto privo di intonaco...
...e continuiamo con alcuni scatti relativi alla saletta d'angolo.
Il primo mostra l'arco di accesso subito dopo il montaggio della striscia d'intonaco sull'intradosso. La larghezza della striscia è leggermente superiore a quella del muro, per cui sarà ancora necessario rifilarla con il cutter, eliminando così alcune imprecisioni e una vistosa sbeccatura nella parte superiore.
Lo strato di vernice sul quale dipingo gli affreschi è leggermente elastico e questo mi permette di applicarli anche su superfici curve (si ammorbidisce semplicemente alitandoci sopra).
Purtroppo però, qualche piccolo incidente di percorso può portare a rotture come quella visibile nella foto, che in questo caso non avrà maggiori conseguenze ma che in altre occasioni ha comportato la ripetizione del pezzo.
La seconda e terza immagine si riferiscono all'applicazione dell'intonaco sugli archetti di chiusura dei vani finestra, che prima ancora di essere dipinti dovranno essere rifiniti in modo che le superfici coincidano il più possibile.
Ah, tra l'altro con questa operazione do il benvenuto nel mio atelier ad un nuovo strumento. Adesso, oltre all'unica pinza per modellismo, ai morsetti e alle mollette per stendere, potrò usufruire anche di questa fantastica pinza reggi-candela recuperata dalle rovine di un'antica chiesa terremotata. Peccato per le altre 39 che ho dovuto lasciare lì...
Un altro scatto che si era perso lungo il cammino: la prima immagine degli infissi appena terminati, che nella foto in alto appaiono già nella loro collocazione finale.
Ma torniamo agli affreschi e superiamo la soglia del salone principale.
Le pareti interne del vano porta sono ancora al livello della nuda pietra, nonostante le superfici dipinte siano già state preparate. Infatti, bisogna ancora ritagliare i diversi pezzi ed assemblarli sperando che tutto corrisponda come sulla carta...
La parte più difficile, ovviamente, è ritagliare il profilo dell'arcata e correggerla in base alle irregolarità della struttura in pietra (che se angoli e superfici fossero perfetti, sarebbe troppo facile!).
Anche gli stipiti però vogliono la loro parte, e qui sotto ne vedete uno già forato in corrispondenza del gancio di supporto per la tenda.
Di seguito, l'applicazione degli intonaci alle pareti del vano (con colla vinilica) e il successivo montaggio dei ganci e della riloga.
Ora, nell'ultima foto appare la prima quadrifora completa di infissi ma ancora senza copertura né decorazione murale. A questo punto mi parrebbe logico proseguire il discorso con quella, ma visto che ho accennato a una tenda forse è il caso che spenda due parole a questo proposito.
Ma vi avverto, non è una storia a lieto fine.
Come ho già detto più volte, chiudendo la struttura muraria e i solai mano a mano che la costruzione del palazzo avanza, ho la necessità di rifinire di volta in volta gli interni con arredi e decorazioni. Questo comporta inevitabilmente alcuni problemi, il maggiore dei quali è la convivenza di mobilio e suppellettili con una gran quantità di polvere generata dalla lavorazione della pietra, dal cemento, o anche dalla semplice polvere domestica.
Se questo è accettabile per uno sgabello o un tavolino (facile da ripulire soffiando o con un pennellino umido), lo è molto meno per un oggetto di tela come una tenda.
Insomma, avrete già capito perché la storia finisce male.
Per separare gli ambienti della caminata e della saletta volevo un tessuto pesante ma dall'aspetto ricco, magari un velluto o qualcosa di simile.
Rovistando in una scatola piena di campioni di tessuto, ho trovato una tela che poteva fare al caso mio e il cui colore non stonava troppo con la decorazione del salone. Dopo averlo inumidito l'ho ripiegato su se stesso e l'ho trapassato da parte a parte con un punteruolo.
Successivamente ho inserito all'interno dei fori una serie di anellini metallici (sì, qui ci sarebbe voluta una bella bordatura, ma le mie doti da sarto lasciano alquanto a desiderare).
A questo punto ho montato la tenda sulla barra di ferro e con qualche difficoltà sono riuscito a bloccarla all'interno del vano porta.
Nelle foto non si vede, ma a metà dello stipite destro ho inserito un altro gancio per reggere la tenda in posizione aperta. Purtroppo il foro è molto superficiale e non reggeva, per cui anche qui ho aggiunto una goccia di colla e ho chiesto a uno dei costruttori di rinunciare alla pausa pranzo per reggere la tenda fino a quando non si fosse seccata.
Non ho ben chiaro cosa stesse facendo con quella mano nei pantaloni, ma finché non molla la presa non mi interessa più di tanto.
Dopo qualche settimana, la soglia della saletta appariva così:
Qui la tenda era già impolverata, ma tutto sommato a livelli ancora tollerabili. Vi assicuro che alla fine della storia era molto peggio. Tuttavia, l'ulteriore accumulo di polvere e i dettagli poco curati (cucitura degli anelli, spaghetto brutto e 'povero', trama troppo spessa...) mi hanno convinto a toglierla.
Forse in futuro riuscirò a montarne un'altra migliore. È vero, una volta chiuso il solaio sarà difficile, ma non impossibile...
Comunque, l'inserimento della tenda (o almeno della riloga) era un passaggio obbligato per poter installare gli affreschi. In quest'ultima foto li avrete visti già montati, ma facciamo un passo indietro e vediamo come il posizionamento della tenda e la chiusura del vano porta rendano finalmente possibile il completamento della parete in tutta la sua lunghezza.
Rapido, no? E adesso tocca al camino!
La lunga cappa in mattoni si ricongiunge alla parete con un angolo molto stretto, presentando un'ampia superficie frontale e due sottili spicchi laterali. Fin dall'inizio la mia idea era quella di inserire in questo spazio una decorazione araldica, che mostrasse l'emblema della famiglia o dello stesso Domus project.
Alla fine gli scudi saranno tre, uno con il simbolo della Domus e due con quelli delle famiglie di provenienza dei nuovi proprietari. Anche qui, disegno a matita e colorazione ad acquerello con qualche ritocco a pennarello sui bordi e i neri.
Non sto a raccontarvi tutta la storia che c'è dietro la scelta degli stemmi perché esula dagli obiettivi di questo blog, comunque si riferiscono alle famiglie Lionardi (sinistra) e Spinola (destra).
Adesso posso provare a montare i tre pezzi di copertura della cappa e quello della parete laterale (la seconda versione, con le misure corrette)...
Bene.
Cosa manca ancora? Ma certo, i vani delle quadrifore e il pilastro tra le due finestre!
Le strisce per il pilastro le avevo già, ma le superfici dei vani ancora no. In realtà non sono neppure certo del soggetto da dipingere. Un falso paramento in pietra?
Mmh... che stupidaggine, se c'è sotto quello vero!
Vediamo. Intanto devo ritagliare su misura i pezzi necessari...
Poi devo forare le lunette in corrispondenza degli oculi. Per quelli della saletta (più piccoli) avevo fatto una gran fatica, ma questa volta mi tornerà utile una piccola foratrice recuperata da un cassetto di casa.
E quindi, il soggetto?
Elementi floreali ispirati alle decorazioni di alcune miniature medievali, con il fiore centrale che coincide con l'oculo.
Una volta risolti i vani delle finestre, innalzo la parete laterale fino al livello del soffitto in vista della chiusura del perimetro murario...
Poi ritaglio e incastro le porzioni laterali di intonaco lungo il profilo del camino...
E... niente, finalmente posso incollare tutto quanto!
Questo almeno per quanto riguarda il camino e la parete laterale. Vedo però che non riuscirò ad esaurire l'argomento affreschi neppure questa volta, per cui termino la sessione di oggi con un paio di interventi 'minori' effettuati durante le operazioni di rivestimento.
Uno è la posa di tavole di legno lungo le panche delle quadrifore, uniche superfici su cui ho deciso di ricoprire la pietra senza l'uso di intonaco....
L'altro è il ritocco degli spigoli e delle giunture tra i pezzi d'intonaco con gesso bianco e acquerelli, per dare continuità alla decorazione murale eliminando imprecisioni e aumentando l'effetto realistico.
E direi che anche per questa volta è tutto.
Buonanotte!
MATERIALI:
intonaco, gesso, acquerelli, colla bianca, campione di tela, fil di ferro, filo metallico sottile,
STRUMENTI:
pinzette, forbici, cutter, punteruolo, foratrice, spatolina, matita, acquerelli
Sì, perché manca ancora all'appello il completamento del camino, dei vani finestra, dell'arcata di spina...
Inoltre mi sono accorto che alcune foto relative alle precedenti fasi costruttive sono sfuggite alla pubblicazione, per cui approfitterò di questo nuovo post per mostrare almeno quelle relative agli affreschi.
Partiamo da una breve panoramica del piano ancora del tutto privo di intonaco...
...e continuiamo con alcuni scatti relativi alla saletta d'angolo.
Il primo mostra l'arco di accesso subito dopo il montaggio della striscia d'intonaco sull'intradosso. La larghezza della striscia è leggermente superiore a quella del muro, per cui sarà ancora necessario rifilarla con il cutter, eliminando così alcune imprecisioni e una vistosa sbeccatura nella parte superiore.
Lo strato di vernice sul quale dipingo gli affreschi è leggermente elastico e questo mi permette di applicarli anche su superfici curve (si ammorbidisce semplicemente alitandoci sopra).
Purtroppo però, qualche piccolo incidente di percorso può portare a rotture come quella visibile nella foto, che in questo caso non avrà maggiori conseguenze ma che in altre occasioni ha comportato la ripetizione del pezzo.
La seconda e terza immagine si riferiscono all'applicazione dell'intonaco sugli archetti di chiusura dei vani finestra, che prima ancora di essere dipinti dovranno essere rifiniti in modo che le superfici coincidano il più possibile.
Ah, tra l'altro con questa operazione do il benvenuto nel mio atelier ad un nuovo strumento. Adesso, oltre all'unica pinza per modellismo, ai morsetti e alle mollette per stendere, potrò usufruire anche di questa fantastica pinza reggi-candela recuperata dalle rovine di un'antica chiesa terremotata. Peccato per le altre 39 che ho dovuto lasciare lì...
Un altro scatto che si era perso lungo il cammino: la prima immagine degli infissi appena terminati, che nella foto in alto appaiono già nella loro collocazione finale.
Ma torniamo agli affreschi e superiamo la soglia del salone principale.
Le pareti interne del vano porta sono ancora al livello della nuda pietra, nonostante le superfici dipinte siano già state preparate. Infatti, bisogna ancora ritagliare i diversi pezzi ed assemblarli sperando che tutto corrisponda come sulla carta...
La parte più difficile, ovviamente, è ritagliare il profilo dell'arcata e correggerla in base alle irregolarità della struttura in pietra (che se angoli e superfici fossero perfetti, sarebbe troppo facile!).
Anche gli stipiti però vogliono la loro parte, e qui sotto ne vedete uno già forato in corrispondenza del gancio di supporto per la tenda.
Di seguito, l'applicazione degli intonaci alle pareti del vano (con colla vinilica) e il successivo montaggio dei ganci e della riloga.
Ora, nell'ultima foto appare la prima quadrifora completa di infissi ma ancora senza copertura né decorazione murale. A questo punto mi parrebbe logico proseguire il discorso con quella, ma visto che ho accennato a una tenda forse è il caso che spenda due parole a questo proposito.
Ma vi avverto, non è una storia a lieto fine.
Come ho già detto più volte, chiudendo la struttura muraria e i solai mano a mano che la costruzione del palazzo avanza, ho la necessità di rifinire di volta in volta gli interni con arredi e decorazioni. Questo comporta inevitabilmente alcuni problemi, il maggiore dei quali è la convivenza di mobilio e suppellettili con una gran quantità di polvere generata dalla lavorazione della pietra, dal cemento, o anche dalla semplice polvere domestica.
Se questo è accettabile per uno sgabello o un tavolino (facile da ripulire soffiando o con un pennellino umido), lo è molto meno per un oggetto di tela come una tenda.
Insomma, avrete già capito perché la storia finisce male.
Per separare gli ambienti della caminata e della saletta volevo un tessuto pesante ma dall'aspetto ricco, magari un velluto o qualcosa di simile.
Rovistando in una scatola piena di campioni di tessuto, ho trovato una tela che poteva fare al caso mio e il cui colore non stonava troppo con la decorazione del salone. Dopo averlo inumidito l'ho ripiegato su se stesso e l'ho trapassato da parte a parte con un punteruolo.
Successivamente ho inserito all'interno dei fori una serie di anellini metallici (sì, qui ci sarebbe voluta una bella bordatura, ma le mie doti da sarto lasciano alquanto a desiderare).
A questo punto ho montato la tenda sulla barra di ferro e con qualche difficoltà sono riuscito a bloccarla all'interno del vano porta.
Nelle foto non si vede, ma a metà dello stipite destro ho inserito un altro gancio per reggere la tenda in posizione aperta. Purtroppo il foro è molto superficiale e non reggeva, per cui anche qui ho aggiunto una goccia di colla e ho chiesto a uno dei costruttori di rinunciare alla pausa pranzo per reggere la tenda fino a quando non si fosse seccata.
Non ho ben chiaro cosa stesse facendo con quella mano nei pantaloni, ma finché non molla la presa non mi interessa più di tanto.
Dopo qualche settimana, la soglia della saletta appariva così:
Qui la tenda era già impolverata, ma tutto sommato a livelli ancora tollerabili. Vi assicuro che alla fine della storia era molto peggio. Tuttavia, l'ulteriore accumulo di polvere e i dettagli poco curati (cucitura degli anelli, spaghetto brutto e 'povero', trama troppo spessa...) mi hanno convinto a toglierla.
Forse in futuro riuscirò a montarne un'altra migliore. È vero, una volta chiuso il solaio sarà difficile, ma non impossibile...
Comunque, l'inserimento della tenda (o almeno della riloga) era un passaggio obbligato per poter installare gli affreschi. In quest'ultima foto li avrete visti già montati, ma facciamo un passo indietro e vediamo come il posizionamento della tenda e la chiusura del vano porta rendano finalmente possibile il completamento della parete in tutta la sua lunghezza.
Rapido, no? E adesso tocca al camino!
La lunga cappa in mattoni si ricongiunge alla parete con un angolo molto stretto, presentando un'ampia superficie frontale e due sottili spicchi laterali. Fin dall'inizio la mia idea era quella di inserire in questo spazio una decorazione araldica, che mostrasse l'emblema della famiglia o dello stesso Domus project.
Alla fine gli scudi saranno tre, uno con il simbolo della Domus e due con quelli delle famiglie di provenienza dei nuovi proprietari. Anche qui, disegno a matita e colorazione ad acquerello con qualche ritocco a pennarello sui bordi e i neri.
Non sto a raccontarvi tutta la storia che c'è dietro la scelta degli stemmi perché esula dagli obiettivi di questo blog, comunque si riferiscono alle famiglie Lionardi (sinistra) e Spinola (destra).
Adesso posso provare a montare i tre pezzi di copertura della cappa e quello della parete laterale (la seconda versione, con le misure corrette)...
Bene.
Cosa manca ancora? Ma certo, i vani delle quadrifore e il pilastro tra le due finestre!
Le strisce per il pilastro le avevo già, ma le superfici dei vani ancora no. In realtà non sono neppure certo del soggetto da dipingere. Un falso paramento in pietra?
Mmh... che stupidaggine, se c'è sotto quello vero!
Vediamo. Intanto devo ritagliare su misura i pezzi necessari...
Poi devo forare le lunette in corrispondenza degli oculi. Per quelli della saletta (più piccoli) avevo fatto una gran fatica, ma questa volta mi tornerà utile una piccola foratrice recuperata da un cassetto di casa.
E quindi, il soggetto?
Elementi floreali ispirati alle decorazioni di alcune miniature medievali, con il fiore centrale che coincide con l'oculo.
Una volta risolti i vani delle finestre, innalzo la parete laterale fino al livello del soffitto in vista della chiusura del perimetro murario...
Poi ritaglio e incastro le porzioni laterali di intonaco lungo il profilo del camino...
E... niente, finalmente posso incollare tutto quanto!
Questo almeno per quanto riguarda il camino e la parete laterale. Vedo però che non riuscirò ad esaurire l'argomento affreschi neppure questa volta, per cui termino la sessione di oggi con un paio di interventi 'minori' effettuati durante le operazioni di rivestimento.
Uno è la posa di tavole di legno lungo le panche delle quadrifore, uniche superfici su cui ho deciso di ricoprire la pietra senza l'uso di intonaco....
L'altro è il ritocco degli spigoli e delle giunture tra i pezzi d'intonaco con gesso bianco e acquerelli, per dare continuità alla decorazione murale eliminando imprecisioni e aumentando l'effetto realistico.
E direi che anche per questa volta è tutto.
Buonanotte!
MATERIALI:
intonaco, gesso, acquerelli, colla bianca, campione di tela, fil di ferro, filo metallico sottile,
STRUMENTI:
pinzette, forbici, cutter, punteruolo, foratrice, spatolina, matita, acquerelli
4 comments:
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Non ho parole! Sto seguendo con interesse la realizzazione di questo tuo progetto. Sono appassionato di pittura, lavorazione del legno, liuteria e modellismo; tutti mi danno del "matto"
per la pazienza profusa nei miei lavori (soprattutto
nel violini - anche 8/10 mesi di lavoro dopo il lavoro, quello vero). Ma la costanza necessaria in
ciò che stai realizzando esula dalle mie capacità di
comprensione. Dieci, o dodici o anche 15 anni dedicati
ad una sola realizzazione! Ho le vertigini solo a pensarci! I miei complimenti sono tutti per te. E pensare che ci sono modellisti chi si vantano per
alcuni piccoli diorami realizzati in alcune settimane
a partire da kit di montaggio prefabbricati.
Cordiali saluti
Grazie Ferry! Beh, evidentemente ognuno di noi ha caratteristiche diverse e anche in ambito creativo questo emerge chiaramente. C'è chi ha un approccio più dinamico e si concentra su progetti a breve termine e chi cerca al contrario un unico progetto da sviluppare nel tempo. Io, manco a dirlo, appartengo alla seconda categoria... ma anche tu mi sembra di capire che sei sulla buona strada :)
Del resto anche il mio lavoro "vero" ha tempi lunghi: per disegnare una storia a fumetti di un centinaio di pagine è necessario più o meno un anno di lavoro.
Il problema è quando queste Grandi Opere sono più d'una e iniziano a rivaleggiare tra loro...
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