Costruzione 229: Affreschi del piano nobile (seconda parte) - Il ciclo dei mesi

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Dopo aver seguito passo a passo la realizzazione degli affreschi murali e in particolare la grande battaglia che occupa l'intera parete destra del salone, è ora di passare agli altri elementi che compongono la decorazione di questa stanza. Iniziamo con la fascia superiore, che come ho accennato nel post precedente ospiterà il ciclo dei mesi.

Il Re Maggio e i suonatori
Questa sorta di striscia illustrata si estende sulle quattro pareti appena al di sotto del solaio (ancora assente) e raffigura ogni mese dell'anno attraverso allegorie o scene di vita quotidiana.
Molte di queste immagini sono copiate dagli affreschi medievali presenti nel museo diocesano di Genova, ai quali mi sono ispirato sia per stile che per soggetto. Purtroppo non tutto il ciclo si è conservato fino ad oggi, per cui ho dovuto lavorare di fantasia e ricreare le scene mancanti consultando altri esempi dello stesso soggetto o mettendoci del mio.

Dettaglio di una parte del ciclo originale relativo al periodo di marzo/aprile

Il disegno a matita viene portato avanti contemporaneamente agli altri affreschi, per cui è già apparso qua e là nel post precedente. Ripropongo un paio di immagini per aiutare i più pigri a non perdere il filo:


Mentre nel caso dell'affresco principale applico gli acquerelli direttamente sulla matita, questa volta ripasserò prima il disegno con un pennarello a punta sottile. In questo modo le figure risulteranno più marcate, dando vita a una narrazione per immagini che sembra quasi un fumetto. Ovviamente si tratta di un pennarello resistente all'acqua, che mi permette la successiva colorazione senza sbavature.


Il fondo resterà bianco, per cui anche in questo caso mi avvalgo della lametta per ritoccare i bordi e ridurre il tratto nero, in alcuni punti troppo spesso.

Ed ecco il ciclo completo:



Vediamo, mese per mese, cosa rappresentano le varie scene. Indicherò con un asterisco quelle riprese (totalmente o in parte) dagli affreschi genovesi.

  • GENNAIO (*): Si inizia con una porta che si apre sul nuovo anno e la prima figura che incontriamo è quella di Giano (Janus), al quale alcuni giovani offrono doni. Si tratta di una simbologia molto in voga nella Genova medievale, il cui nome si modifica in quel periodo da Genua a Janua (o Ianua, ovvero "porta") e le cui origini vengono fatte risalire al mitico Re Giano. Janus è il guardiano delle porte e in quanto bifronte, guarda allo stesso tempo al passato (l'anno vecchio) e al futuro.
  • FEBBRAIO (*): Questo mese è ripreso solo in parte dagli affreschi esistenti, che presentano una lacuna nella parte centrale. Viene raffigurata l'attività venatoria tramite una scena di caccia con l'arco ma manca la preda, che ho immaginato già nella fase finale della sua preparazione culinaria.
  • MARZO: (*): Continuano le attività invernali. In questo caso un uomo porta in spalla un pesce, mentre un altro sta facendo legna. Sempre al mese di marzo (ma già confinante con il successivo) è posta una scena di pesca collettiva, dove un gruppo di uomini sta tirando faticosamente a riva una rete piena di pesci.
  • APRILE: (*): Qui troviamo una scena di banchetto ripresa pari pari dalle immagini esistenti. Tre figure con il capo decorato da corone di foglie sono sedute a una tavola imbandita. Mi verrebbe quasi da associare questa raffigurazione con il periodo pasquale, ma non sembrano esserci indizi in tal senso. Forse si tratta più semplicemente di una celebrazione festiva in onore della primavera, non necessariamente associata ad eventi religiosi. Ancora ad aprile appartiene la scena successiva che mostra la tosatura delle pecore e un paio di alberelli già verdi.
  • MAGGIO: (*): Un cavaliere, con il capo cinto da una corona di fiori e preceduto da un gruppo di musici, fa il suo ingresso sulla scena aprendo la sequenza che occupa la parete successiva. Si tratta forse di un'altra figura allegorica riconducibile al Re di Maggio. Poco oltre, un gruppo di dame riccamente vestite balla al ritmo della musica e cede il passo al mese successivo.
  • GIUGNO: Da qui in poi finiscono i riferimenti originali e il mio contributo è più cospicuo. Alcune figure che negli affreschi genovesi risultano un po' confuse, sono interpretabili come  due giovani (forse una coppia?) ripresi durante una sosta galante su un prato, tipica di tanta poesia cortese medievale. Nel periodo estivo molti nobili lasciavano la città per trasferirsi nelle campagne, e anche il pergolato con tendine al vento ci rimanda alla vita all'aria aperta.
  • LUGLIO: Un ragazzino (o ragazzina) che gioca con il cerchio rincorrendo un cucciolo ci introduce alla scena successiva, nella quale alcuni contadini si dedicano alla mietitura e alla trebbiatura del grano.
  • AGOSTO: Sotto il sole cocente, altri artigiani effettuano le operazioni necessarie in vista della vendemmia ormai prossima. Bisogna costruire o riparare le botti prima che l'uva sia matura...
  • SETTEMBRE: Ed ecco la vendemmia vera e propria, durante la quale un gruppo di donne a piedi nudi all'interno di una grossa vasca si dedica alla pigiatura dell'uva. Attraverso il disegno non si sente, ma sono sicuro che stanno cantando a squarciagola qualche ritornello un po' piccante.
  • OTTOBRE: Cadono le foglie e ci si appresta ad affrontare un nuovo inverno. Anche i commerci vanno avanti, cercando di compensare i limiti che presto imporranno le condizioni meteorologiche. E a Genova, quando si parla di commercio, si parla ovviamente di navigazione. Non potevano quindi mancare due imbarcazioni tipiche dell'epoca: la cocca, antenata della più moderna caravella, e una galea, imbarcazione veloce usata sia per trasporto di mercanzie che per scopi bellici. Tra le due navi fa capolino anche una piccola lanterna.
  • NOVEMBRE: Ad autunno inoltrato gli alberi sono di nuovo spogli e ci si dedica a fare legna e alla caccia (in questo caso al cinghiale).
  • DICEMBRE: Ma eccoci arrivati all'ultimo mese dell'anno. Seguendo lo "stile" della prima parte non ho inserito elementi chiaramente cristiani, se non l'apparizione in cielo di una stella cometa dalla lunga coda. Prima di arrivare alla porta che conclude il ciclo (dietro la quale Giano aspetta pazientemente il proprio turno) bisogna celebrare adeguatamente i dodici mesi appena trascorsi attraverso il rito del confeugo. Un paio di personaggi mascherati e dall'aria festosa ci salutano, mentre il ceppo scoppietta ardendo tra le fiamme.
    E anche il 1347 se n'è andato...

    (nota: a causa di un'imprecisione nelle misure della porta, ho deciso in seguito di ridipingere tutta la parete, rielaborando la sequenza in modo da far respirare un po' di più la composizione. Appare un unico cacciatore appiedato e spariscono il carro con i buoi e uno dei due mascherati, sostituito da un boscaiolo incappucciato).



Ci sarebbero ancora un po' di cose da dire a proposito del lavoro di ritaglio e montaggio dei pezzi, ma per questa volta mi fermo qui. Me ne occuperò in un altro post insieme alla decorazione della cappa del camino e al montaggio della tenda divisoria tra caminata e saletta d'angolo.




Alla prossima!

MATERIALI:
strati di vernice sintetica staccati
STRUMENTI:
acquerelli, colori acrilici, matita, pennarello, cutter, righello
MISURE (in cm):
perimetro: 14 x 13,7
altezza fascia superiore: 1,5

Per la documentazione sugli affreschi:
Gianni Bozzo - "La decorazione pittorica del chiostro dei canonici fra XII e XIII secolo" (in "La cattedrale di Genova nel Medioevo" a cura di Clario Di Fabio - Banca Carige s.p.a. 1998)



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