Costruzione 125: La crêuza (2)

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Riprendiamo la costruzione del vicolo laterale là dove l'avevamo lasciata nel post precedente.


Alla fine di quel post accennavo ad un elemento che si intravvedeva nelle foto ma del quale non avevo ancora parlato: mi riferivo alla catena!

Il nuovo paracarro, inserito nel terreno all'inizio della salita, ha anche la funzione di sostegno per la catena che delimita il fosso di raccolta delle acque.
L'ultimo anello della catenina (la stessa usata per la botola del fondaco e per la prigione) si inserisce nel muro della torre tramite un gancio in ferro.


Questo inizialmente doveva essere l'aspetto definitivo della catena. Poi, notando lo stacco cromatico tra le parti in ferro e la catena grigia e così perfetta, ho pensato che se fossi riuscito io stesso a realizzare una piccola catenella con il filo arrugginito, la resa sarebbe stata sicuramente migliore.

Detto, fatto.
Con l'aiuto delle pinze e di un po' di pazienza metto insieme 23 anelli realizzati con un filo metallico sottile e più a tono con il resto.

A questo punto torno ad occuparmi della pavimentazione con le necessarie rifiniture: carteggiatura, riempitura dei giunti, verniciatura...


Per poi sostituire la catena "industriale" con quella fatta a mano.



Dopo la verniciatura e sporcatura del pavimento, già descritte in altre occasioni, un'ulteriore fase è rappresentata dalla levigatura.
Finora avevo sempre realizzato una levigatura approssimativa con il dorso di un'unghia o con un cucchiaino da caffè, ma recentemente sono riuscito a procurarmi lo strumento più indicato a questo scopo: il brunitoio.
Si tratta di uno strumento la cui estremità è costituita da una pietra d'agata, e lo si trova in varie forme. Viene comunemente impiegato per la levigare la foglia d'oro applicata a mobili e cornici durante il processo di doratura e rende la superficie più liscia e brillante.

Nel mio caso aiuta a rendere più uniforme la pavimentazione dandole un aspetto consunto e leggermente più scuro.


Ultimo tocco prima della chiusura di questo secondo capitolo dedicato alla pavimentazione del vicolo: l'inserimento di una piccola aiuola.
In realtà non si tratta di un'aiuola vera e propria, ma di un cespuglio addossato al muro della torre, dove l'umidità causata dall'accumulo di terra ed acqua piovana ha favorito la crescita di alcune piantine, che d'ora in poi dovrò avere cura d'innaffiare regolarmente (accidenti a me quando mi vengono queste brillanti idee)!
Ovviamente la materia prima è un ciuffetto di muschio, raccolto stavolta su un muro della cattedrale di Granada.



MATERIALI:
filo di ferro sottile, boiacca di cemento, smalto trasparente, terriccio, muschio
STRUMENTI:
tenaglie, pinze, pinzette, carta abrasiva, pennello, brunitoio



Construcción 25: Rejas de hierro

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El los subterráneos de la Domus no puede faltar una celda de seguridad donde encerrar los enemigos capturados o algún miembro rebelde de la familia.
Bajo una de las bóvedas he individuado un espacio cuadrado, cerrado a un lado por la pared de piedra y que delimitaré a los restantes tres con rejas y una pequeña puerta de hierro. Las barras estarán clavadas en todos los lados en el suelo, el techo y los pilares.


Empiezo cortando las barras de hierro, usando un alambre viejo pero inoxidable.
En un primer momento pensaba realizar las rejas colocando sólo barras verticales, sujetas por una o dos horizontales de madera. El resultado (visible en la foto de arriba) podrÍa parecer satisfactorio a una primera mirada, pero no tenÍa para nada un aspecto medieval.
Una rápida búsqueda en internet confirma esta sensación, llevándome a modificar el proyecto sobre la marcha (como suele ser).


Decido sostituir el alambre gris por el viejo alambre ya usado en la construcción de la cancela.
Tras verificar que las barras se pueden moldear con unos ligeros golpes y cruzar hasta formar una rejilla, busco una superficie dura que pueda servir de base para dar golpes con el martillo, posiblemente sin destruir las losetas del suelo o torturar los oÍdos de los vecinos con ruidos molestos.
Hago una prueba con una pieza de granito, pero tras los primeros golpes se parte por la mitad. Además la superficie no es suficientemente lisa y estropea en parte la capa exterior del hierro.
Cuando ya estoy a punto de renunciar me acuerdo de mi granada!  El fruto simbolo de la ciudad donde vivo, reproducido por todas partes e incluso en el mobilio urbano...
Hace tiempo, aprovechando de unas obras, me llevé la cabeza de un pivote de hierro colado para agregarlo a mi colección de chatarra. Luego se quedó aparcado en la terraza...
Ahora he decidido que eso será mi yunque!


El montaje de las primeras barras resulta un poco complicado. Trabajando con las manos, sin pinzas u otros medios, las piezas tienden a moverse y doblarse hacia todas la direcciones. Sin embargo, una vez colocadas las tres primeras filas horizontales y verticales, la estructura se sujeta por si misma, resultando inútil el uso de cualquier cola.
Los golpes del martillo sobre las barras achatan las juntas, dandole al conjunto un aspecto más parecido a las verdaderas rejas.
Claro está que trabajando con el fuego se obtendrÍa una trabajo mucho mejor, pero no poseo una fragua, asÍ que me conformaré.


Terminada la primera reja, le toca a la segunda y a la tercera. Las medidas deberÍan ser las mismas para las tres, con la única diferencia que en una de ellas se abrirá la puerta de acceso a la prisión.
En realidad el espacio entre las barras resulta diferente de una a otra, pero como irán montadas en diferentes lados de la "jaula" sin entrelazarse entre ellas, decido quedármelas asÍ.


AsÍ que ahora es el turno de la puerta...



Costruzione 124: La crêuza (1)

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Pronti per affrontare un nuovo capitolo della Domus?
Mettetevi comodi, perché anche questo rischia di diventare piuttosto enciclopedico. In caso risultasse eccessivamente lungo, lo suddividerò in più parti, come già fatto in tante altre occasioni.

Iniziamo con alcune nozioni di base per i "foresti". Chi non è ligure si starà chiedendo "Cos'è una crêuza?"
Per rispondere, dovrò prima di tutto spiegarvi cosa sia un "caróggio" (caruggio), termine che troveremo anche più avanti quando mi occuperò della via carrabile antistante il loggiato:

"E' la parola con la quale in lingua genovese si indicano i caratteristici e stretti portici e/o vicoli ombrosi di molte città e paeselli della riviera ligure." 

Ne trovate qualche esempio nelle foto allegate a questo post scritto tempo fa.
Ed ora passiamo alla crêuza:

"Distinta dal caruggio, ma ad esso accomunata dalle anguste proporzioni, è la crosa, o meglio la crêuza, mulattiera, scalinata o ancora piccola salita che dalle alture collinari scende ripidamente a valle; se situata nei pressi del mare, spesso in prossimità di trivi (incroci di tre strade) la crêuza diventa una Crêuza de mä, ovvero una crêuza di mare, così come è stata cantata da Fabrizio De André nel brano omonimo." ¹

Dunque il vicolo, stretto e molto ripido, che corre lateralmente alla Domus inerpicandosi su per la collina, è appunto una di queste crêuze.
Vista la pendenza molto accentuata e l'impossibilità di passarvi con un carro, decido di pavimentarlo con una scalinata per agevolarne la percorribilità. Non è raro comunque, a Genova, vedere salite anche più ripide di questa lastricate senza l'uso di scalini!

Il primo passo per completare il vicolo sarà quello di rifinire il fondo in cemento ottenendo così una superficie liscia e uniforme.
Sia nel tratto in pendenza che in quello pianeggiante accanto al portico d'ingresso, resterà lo spazio sufficiente per l'inserimento delle pietre e dei mattoni di cui sarà formata la pavimentazione.

Alla base della salita inserisco un piccolo paracarro improvvisato lavorando un frammento di pietra. Questo renderà il vicolo definitivamente pedonale e servirà da protezione per il fosso di raccolta delle acque che si trova alla base del muro.
La sua altezza però risulterà insufficiente e, prima di terminare il lavoro ne realizzerò uno nuovo più adatto.

Il passo successivo sarà il posizionamento delle casseforme in legno per realizzare la base degli scalini.
Una volta calcolata l'altezza degli stessi e la distanza tra un'alzata e l'altra, uso delle assicelle di legno (avanzate dalla costruzione del solaio e della scala) per delimitare le diverse aree da riempire con il cemento.


Una leggera incisione sulla superficie e una spruzzatina d'acqua favoriranno la presa del nuovo cemento su quello sottostante. Poi bisognerà lasciar asciugare lentamente la struttura per evitare spaccature.



Una volta che il cemento è asciutto posso procedere con cautela alla rimozione dei supporti e all'inizio della pavimentazione.

L'estensione della pedata verrà realizzata in mattoni, mentre il bordo sarà in pietra e leggermente arrotondato sullo spigolo.
Alcuni scalini saranno costituiti interamente da blocchi in pietra di maggiori dimensioni, come ad esempio quelli che delimitano la zona antistante l'ingresso secondario, nella parte alta del vicolo.

La posa avviene con colla bianca e non presenta grosse difficoltà. Ricopro di mattoni anche il fondo del canale e ne approfitto per realizzare il nuovo paracarro cui accennavo prima.

Le pietre usate per gli scalini e per quest'ultimo elemento sono sassi di fiume raccolti lungo il torrente Scrivia. Un materiale molto simile a quello usato realmente per le costruzioni medievali genovesi e che ho scoperto non troppo duro da lavorare (anche se a volte vi sono differenze di composizione da un sasso all'altro).
Per tagliare queste pietre uso il seghetto manuale o la ruota diamantata del Dremel, evitando le tenaglie che in questo caso non danno buoni risultati.


Ed ecco qua il completamento della pavimentazione in pietra e mattoni sotto l'attenta supervisione del padrone di casa:



In queste ultime immagini si vede anche un altro elemento al quale non ho ancora accennato,  ma lo vedremo più avanti. Effettivamente in questo post abbiamo già messo abbastanza carne al fuoco e non vorrei che qualcuno facesse indigestione!

¹  testo tratto da Wikipedia

MATERIALI:
sassi, das, colla bianca, cemento, assi di legno
STRUMENTI:
pinzette, carta abrasiva, seghetto, dremel con disco diamantato, spatolina, punteruolo
MISURE (in cm):
(da verificare)



Construcción 24: Antorchas de pared

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Después de los toneles, sigo la decoración de la cantina con un juego completo de antorchas.


Esta vez, junto con el alambre, usaré algunas piezas para pendientes (compradas en una tienda de accesorios), palillos y un rotulador negro.

Los pendientes, separados de la barra metálica, se presentan como pequeñas copas color del cobre.
Con la ayuda de un clavo y un golpe de martillo, ensancho el agujero central hasta un diámetro de aproximadamente dos centímetros, lo suficiente para insertar el palillo de dientes ya cortado. Luego voy pintando la parte inferior con el rotulador, y he aquí que con pocos pasos he conseguido algo que podría recordar una antorcha.


Mientras tanto, con las pinzas y tenazas, voy dando forma a los soportes que sujetarán las antorchas a las paredes.
Tomadas las necesarias medidas, practico con el Dremel los primeros tres agujeros en la pared aún sin barnizar, esta vez usando el eje flexible para poderme mover mejor dentro de la estructura en construcción.


El resultado lo pueden ver a continuación. De momento ésta es la única antorcha instalada, aunque de forma provisional. Antes de colocar las demás tendré que terminar los muros, las bóvedas que aún faltan y otros elementos.
Entonces podré echar en cada antorcha una gota de aceite y encenderlas para ver qué pasa...




Costruzione 123: Condotto di scarico

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Ora che il fiume sotterraneo è definitivamente chiuso, posso iniziare a ragionare sul  condotto che dovrebbe convogliare l'acqua piovana (ed eventuali scarichi domestici) al tunnel principale.

Anzi, prima di fare questo inserirò ancora un paio di listelli di ardesia in modo da portare il rivestimento esterno al livello della strada.
Per tagliare l'ardesia secondo la corretta inclinazione stradale uso il disco diamantato del Dremel, proteggendomi adeguatamente il viso con occhiali protettivi e fazzoletto, in quanto trattandosi di un taglio a secco la polvere abbonda.


Con la punta diamantata invece, effettuo il foro attraverso cui dovrà passare il tubo che contiene il cavo della torcia elettrica e un piccolo arco in corrispondenza del condotto laterale.


All'interno della volta avevo inserito una sezione di vaso con la funzione di sbocco, quindi quello sarà il punto di partenza per il nuovo lavoro.
Inizio con la posa di alcune sottili lastre di ardesia che costituiranno il fondo del condotto, per poi collocare una prima fila di mattoncini sui due lati.
Fatto questo, posso procedere alla parziale riempitura del sottosuolo della via principale, nascondendo definitivamente alla vista l'estradosso della lunga volta in mattoni.


Quindi, prolungo il condotto ancora di qualche centimetro, arrivando fino alla sua imboccatura realizzata con un piccolo archetto in mattoni, al quale poi aggiungerò una grata in ferro.
Per fare in modo che la pendenza del condotto risulti regolare sono costretto a scalpellare in alcuni punti il cemento del fondo. L'unico elemento che ancora mi disturba è un segmento di armatura metallica che sporge dal muro, ma in questo caso non posso eliminarlo. Lo ingloberò nella pavimentazione in mattoni.



Devo fare una parentesi a proposito della progettazione di questo condotto. L'idea iniziale (che poi è tornata ad essere la definitiva), era quella di realizzare un canale di scolo interrato per la raccolta delle acque, ma anche di uno scarico proveniente dai piani alti dell'edificio.
Non si tratterebbe in questo caso di deiezioni umane (cosa di cui mi occuperò a tempo debito), ma di un "vuotatoio" collegato presumibilmente alla cucina o ad un locale di servizio. I liquidi di scarto cadrebbero al livello della strada e verrebbero raccolti in un piccolo canale a cielo aperto, che diverrebbe invece coperto in corrispondenza degli scalini di accesso alla loggia.

Come dicevo, questa era l'idea iniziale, messa da parte ad un certo punto a favore della costruzione di un piccolo trogolo in pietra lungo il muro esterno dell'ingresso.
Ciò avrebbe dato maggior senso alla costruzione di un canale così strutturato ed esteticamente poteva risultare interessante. La domanda che mi ponevo però era la seguente: "Da dove arriva l'acqua?"

Facendola breve, le opzioni che mi si presentavano erano due: potevo fare finta che esistessero canalizzazioni interne (e piazzare ad esempio un finto tubo fuoriuscente dal muro), oppure prendere la cosa sul serio e scavare un canale nella parte alta del vicolo laterale per portare l'acqua alla fontana. Questo però cozzerebbe con la finestra stratigrafica, già completata e incorniciata, inoltre il vicolo è già sufficientemente stretto e l'aggiunta di un elemento quale il trogolo rischierebbe di renderlo eccessivamente angusto.


Abbandonata l'idea del trogolo, torno alla realizzazione del canale interrato e della fossa a cielo aperto (vedi studio in alto).
Il primo condotto si presenta inizialmente rettilineo, sfociando direttamente nel tunnel senza ulteriori deviazioni. Dopo aver studiato in modo più approfondito la pavimentazione stradale, però, decido di ampliarlo scavando un nuovo tratto perpendicolare al vicolo.
Qui posizionerò un tombino in pietra lungo il canale di deflusso della via carrabile, apportando quindi una prima modifica al disegno già elaborato (ne seguiranno altre).


Nel frattempo le pareti del condotto hanno quasi raggiunto il livello di copertura, e sono state rinforzate da due architravi in pietra posti a distanze regolari per limitare il carico di spinta da parte del fondo stradale.

La copertura del canale avverrà con lastre di ardesia simili a quelle del fondo, che per ora appoggio semplicemente sui muri ed in seguito ridurrò a forme più regolari senza però levigarle sulla parte superiore perché mantengano l'aspetto ruvido e grezzo della pietra naturale.



Il resto del lavoro potrò effettuarlo contemporaneamente alla pavimentazione della via pubblica, quindi ne riparleremo...


MATERIALI:
ardesia, das, colla bianca, cemento a presa rapida, pietrisco, smalto trasparente, fil di ferro
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, pennello, spatolina, punteruolo, cacciavite (per rimuovere il cemento in eccesso), Dremel con disco diamantato e punta diamantata, morsetto da tavolo, lime
MISURE (in cm):
da verificare