Costruzione 012: Pilastri in pietra

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Mentre la costruzione dei muri in mattoni è a un livello piuttosto avanzato, i pilastri (in totale 4) si trovano ancora allo stato di semplice struttura in cemento armato.
In questa prima fase della costruzione ho avuto poche occasioni per cimentarmi con l'uso della pietra, più che altro a modo di prova. E' venuto dunque il momento di realizzare qualcosa di concreto, e giustificare la presenza di quella scatola piena di marmo e ardesia che ho in casa.

I primi elementi lapidei affrontati sono i peducci in corrispondenza delle arcate delle volte e le cornici dei pilastri esterni.
Dopo questo primo approccio, inizio la costruzione di un pilastro.


La tecnica è molto semplice, e segue lo stesso schema usato per le murature, con la differenza che i pezzi sono in pietra e di maggiori dimensioni. Anche la "malta" è la stessa: l'onnipresente colla bianca che tutto attacca e tutto sostiene, con la speranza che mantenga le sue proprietà inalterate nel tempo e non decida di sbriciolarsi tra qualche anno...


Comunque, colloco la prima fila di pietre lungo il perimetro del pilastro, avendo cura di seguire la cornice di mattoni del pavimento in modo che non rimanga scoperta e visibile la base in cemento. La lunghezza delle pietre è variabile, quindi a tratti inserisco anche pezzi più piccoli, che aiutano a dare al tutto un'aria più grezza, cercando comunque di mantenere i corsi orizzontali nonostante l'irregolarità dei tagli. L'intenzione infatti è quella di realizzare un pilastro dall'aspetto piuttosto rozzo con pietra tagliata in modo grossolano, come si vede ad esempio nelle colonne del munizioniere di palazzo Ducale, a Genova.
Si tratta di un ambiente sotterraneo adibito a magazzino e non necessita quindi di particolari rifiniture, avendo una funzione puramente strutturale.
Il pilastro non sarà neppure dotato di capitello, ma solo di una sottile cornice che fungerà poi da appoggio alle arcate e alle volte a crociera, come si vede in questo studio.


Una volta raggiunta l'altezza corretta e collocata l'ultima pietra, non resta che tappare tutti i buchi e le fessure con la boiacca di cemento, esattamente come fatto in precedenza con il pavimento e le pareti, e il primo pilastro è terminato.




Costruzione 011: Taglio dell'ardesia

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L'ardesia che ho a disposizione è già tagliata in listelli di diverse dimensioni, ma con spessori non superiori a 1 o 2 cm.
Quando ho raccolto i vari pezzi non sapevo ancora con quale strumento li avrei dovuti tagliare, e ho preferito quindi scegliere quelli più piccoli e anche facilmente trasportabili, visto che dovevo metterli in valigia e portarmeli in Spagna, dove l'ardesia autentica è un lusso e non si trova tanto facilmente.

Dopo l'acquisto del Dremel e degli accessori, ho fatto alcune prove di taglio con il disco diamantato, e il risultato lo potete vedere in queste foto:


Grazie alle dimensioni ridotte dei pezzi, il lavoro di taglio non è eccessivamente duro e non affatica troppo il motore. La difficoltà varia molto a seconda della disposizione degli strati dell'ardesia.
E' bene seguire sempre la direzione naturale di questi ultimi, anche perché altrimenti il rischio di rottura del pezzo è piuttosto alto.

Trattandosi di taglio a secco, si produce inevitabilmente una certa quantità di polvere, e fare questo lavoro in casa sarebbe pura follia, a meno di non avere a disposizione una stanza apposita. Meglio comunque lavorare in un ambiente aperto, terrazzo o giardino che sia.
Ovviamente bisogna maneggiare il Dremel con molta cautela e proteggersi da eventuali schegge con un paio di occhiali da lavoro, e magari anche una mascherina (che io ho ma che uso raramente).

 

In alternativa all'utensile elettrico, si possono sempre usare le classiche tenaglie e realizzare dei tagli approssimativi sfruttando appunto la struttura della pietra, che può essere successivamente limata e lavorata per ottenere mattoncini o altri elementi architettonici delle forme più diverse.
Nelle foto in basso, il taglio manuale di alcuni mattoncini, usati per la costruzione dei primi pilastri del sotterraneo e dei peducci di base delle volte.

 

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Strumenti per levigatura

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A - Lima per metalli. Piatta su un lato e convessa sull'altro. E' lo strumento più usato per la rifinitura di tutti i mattoncini e per alcune parti in pietra;

B - Lima a sezione quadrata. Per lavorare su superfici ad angolo retto;

C - Lima a sezione circolare. Per la realizzazione di curve ed effetti concavi sulle parti in pietra;

D - Lima angolare costruita incollando un foglio di carta abrasiva su un supporto di legno. Usata per la carteggiatura dei muri e il livellamento dei corsi di mattoni. Ovviamente la carta si consuma e si rende necessario sostituirla di tanto in tanto (vedi anche qui);

E - Carta abrasiva per legno di diversa grana: quella fine per le rifiniture e la carteggiatura di pareti, arcate e volte in mattoni; quella grossa principalmente per lavorare blocchi di pietra o cemento.



Strumenti da taglio

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Dopo un primo post dedicato al multiutensile Dremel, passo a descrivere gli attrezzi manuali che sto usando per il mio progetto e l'uso (a volte improprio) che faccio di ognuno di essi.
In quest'immagine ho riunito tutti gli attrezzi da taglio (esclusi gli accessori Dremel):

A - Piccolo seghetto con manico in legno, ultimo arrivato della serie. Non lo uso spesso, ma a volte è utile in quanto ben più maneggevole della sega, soprattutto se sto lavorando in casa e devo effettuare piccoli tagli su legno;

B - Doppio strumento munito di lama curva su un lato e triangolare sull'altro. Non è molto affilato, ma può raggiungere con facilità angoli in cui non arrivo con il cutter;

C - Il cutter, appunto, o per parlare in lingua madre, il taglierino. E' lo strumento più usato per tagli piccoli, tanto su legno che sui mattoncini. A volte lo uso anche per rimuovere eccessi di colla e ripulire superfici. Questo sì è sempre ben affilato e va maneggiato con cura;

D - Tenaglie. Ottimo strumento per il taglio manuale dell'ardesia, e che ho usato tra l'altro nella realizzazione del mosaico degli amanti, tagliando mattonelle di ceramica, gres e marmo;

E - La classica sega da legno, per tagliare assi e tavole di un certo spessore. Insomma, tutte quelle parti di supporto in legno che non sono visibili nel lavoro finito, ma che sono servite per esempio per la realizzazione delle strutture in cemento;

F - Seghetto per metalli, da me usato come alternativa al Dremel nel taglio di alcune pietre e per blocchi di cemento. Ecco cosa intendevo dire prima con "uso improprio"...



Strumenti: DREMEL® Serie 300

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Sin dall'inizio del lavoro immaginavo che, data la complessità del progetto, prima o poi avrei dovuto procurarmi un attrezzo meccanico che mi facilitasse l'impresa, soprattutto per quanto riguardava il taglio della pietra.
Non avendo le idee molto chiare, iniziai a sfogliare cataloghi online di attrezzi per il fai-da-te e l'edilizia: trapani, smerigliatrici, seghe circolari ad acqua, ecc...
Alcuni di questi attrezzi avevano prezzi accessibili, altri decisamente proibitivi...

Mi ero quasi deciso per una sega circolare con disco diamantato, che mi avrebbe permesso di tagliare anche i blocchi più grossi di marmo e ardesia. Dalle semplici foto viste su internet però, non avevo percepito le dimensioni reali della macchina.
Certo, con quella potevo tagliare pezzi di marmo spessi fino a 12 centimetri, ma oltre all'ingombro che avrebbe rappresentato, come avrei potuto mantenere un'alta precisione di taglio realizzando mattoncini da 5mm se solo il disco ne misurava 2 di spessore?


Per togliermi i dubbi, visitai vari negozi e centri di bricolage, e scoprii così che esistevano sul mercato altri utensili, più piccoli e maneggevoli, che potevano fare al caso mio. A seconda del negozio, mi venivano presentate marche e modelli differenti: Dremel, Proxxon, Kinzo, Ferm...

Alla fine la scelta cadde sul Dremel, fondamentalmente per 3 ragioni:

  1. (quella tecnica) La grande diffusione di questa marca e la facilità di trovare accessori e ricambi;
  2. (quella pratica) Era un sabato pomeriggio estivo, e non volevo attendere oltre. L'unico negozio aperto era un grande magazzino dove vendevano appunto il Dremel.
  3. (quella decisiva) Il set completo comprendeva la fresatrice, l'albero flessibile, una valigetta di accessori e... una scatola di Lego!

    Queste le caratteristiche del Dremel serie 300:

    • Velocità variabile 10.000 – 33.000 giri al minuto
    • Motore 125W
    • Peso 0,55 Kg
    Con l'acquisto di vari accessori aggiuntivi (che illustrerò nel dettaglio in un altro post), sono riuscito a crearmi una piccola officina portatile che mi permette di lavorare sui più diversi materiali: legno, pietra, Das, cemento, plastica, metalli...

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    Studi: Volte a crociera

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    Mentre ancora stavo realizzando le murature, uno degli elementi che mentalmente continuavano ad assillarmi e che avrei dovuto affrontare di lì a poco, era la costruzione delle volte a crociera.
    Avevo già raccolto una discreta documentazione fotografica e analizzato le tecniche costruttive dei vari tipi di volta, ma ancora avevo qualche dubbio da sciogliere sia per quanto riguarda la costruzione del supporto sul quale posare i mattoni, sia a proposito delle volte stesse, che potevano essere risolte in diversi modi.

    Visualizzare graficamente quello che avevo in mente e confrontarlo con la documentazione, è stato un esercizio fondamentale per chiarirmi le idee.




    Costruzione 010: Muri in mattoni (2)

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    Secondo post sulla costruzione delle murature in mattoni (QUI il primo).

    Come per il pavimento, una volta completata la posa, procedo alla rifinitura con carta abrasiva e alla chiusura dei giunti con il cemento.
    Per la limatura dei muri preparo un piccolo strumento incollando un ritaglio di carta vetrata a grana fine su un supporto di legno, che mi permetterà di rifinire angoli e spigoli in modo più preciso che con la sola mano.



    Non rifinisco i muri in modo uniforme come fatto per la pavimentazione, ma lascio alcune zone meno livellate per dare un tocco di realismo al tutto.



    Una volta terminata la carteggiatura, bisogna ripulire i muri dalla polvere di Das. Questo compito in particolare è il meno grato, in quanto il semplice aspirapolvere non riesce ad eliminare quello che si accumula negli angoli e nei giunti tra i mattoni, obbligandomi a ricorrere ad un metodo efficace ma poco dignitoso: soffiare!
    Dopo le prime brutte esperienze ho imparato a chiudere in tempo gli occhi e ad allontanare la faccia dal modellino prima di riprendere fiato...


    Per la riempitura dei giunti, preparo una soluzione piuttosto liquida di acqua e cemento (boiacca) che posso applicare con un semplice pennello, per poi rimuovere gli eccessi con lo stesso pennello o con un panno umido.



    Infine, un'ultima levigatura, ma più superficiale della precedente, solo per il gusto di fare ancora un po' di polvere...