Costruzione 179: Archetti pensili in pietra (1) - le mensole

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A livello urbano, gli archetti pensili rappresentano a tutt'oggi uno degli elementi medievali più facilmente osservabili passeggiando per la città, insieme all'alternanza di pietra bianca e nera e alle aperture dei portici (laddove ripristinati).
 Visto che tutto sommato la costruzione sta procedendo in modo abbastanza regolare lungo tutto il perimetro, posso finalmente cimentarmi nella costruzione di questi elementi, caratteristica presente nella facciata della Domus sin dai primissimi studi.

In questa prima parte vedremo la posa delle mensole, che non presenta grandi difficoltà se non quella di mantenere distanze regolari tra i pieni e i vuoti sui quali si installeranno gli archetti veri e propri.


Le suddette mensole sono ricavate da singoli blocchi di ardesia leggermente smussati sul lato visibile, inseriti all'interno della muratura per almeno 4/5 della loro lunghezza totale.


La posa inizia dall'archetto direttamente soprastante la chiave dell'arcata maggiore, allargandosi poi fino alle estremità della facciata. Questo fa sì che venga mantenuta una certa simmetricità rispetto all'arcata stessa, che è poi l'elemento principale di tutto il prospetto.


La striscia di archetti continua sul vicolo laterale fino all'incontro con la muratura della torre, lasciando più spazi "pieni" in prossimità dello spigolo.  Qui la mensola è continua e formata da più blocchi affiancati, di cui uno angolare.

Dopo una prima posa provvisoria, stabilisco in 22 il numero totale degli archetti: 14 sulla facciata principale e 8 sul vicolo laterale.
Una volta fissate le mensole con la colla, inserisco negli spazi corrispondenti allo "sfondato", dei blocchi di uguale larghezza, completando così il perimetro del muro fino a questo livello.



A questo punto il muro è pronto per la posa degli archetti veri e propri, cosa che si presenta piuttosto elaborata e pure alquanto noiosa, dovendo riprodurre per ben 22 volte lo stesso pezzo. Se potessi fare copia-incolla con Photoshop...

Ma no, che dico! La caratteristica principale del mio progetto è proprio la manualità con cui viene realizzato ogni singolo pezzo... Certo, magari con il primo farò un po' di fatica, forse il secondo non verrà proprio uguale e dovrà essere scartato... ma da un certo punto in poi sono sicuro che andrà sempre meglio.

No?



MATERIALI:
ardesia, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, spatolina, livella, righello
MISURE (in cm):
mensola: 0,6 x 0,6 x ±1,5
spazio tra le mensole (luce archetti): 1,1
altezza dal suolo del portico: 19,5



Costruzione 178: Finestre del magazzino (2) e seconda testa leonina

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L'argomento principale di questo post sono le finestre del magazzino (delle quali ho iniziato ad occuparmi qui), ma accennerò brevemente anche alla seconda testa leonina, realizzata allo stesso modo della prima e collocata all'opposta estremità della facciata.

Non che ci sia molto da dire, visto che il procedimento è identico alla precedente. Sempre di leone si tratta, anche se la foggia in cui è scolpito appare distinta. Forse è diversa la provenienza (l'altra veniva da Costantinopoli) o è stata scolpita appositamente da maestranze locali per accompagnare la prima. In città a quell'epoca era attivo un gruppo di artisti pisani, quindi è probabile che questo pezzo sia uscito dalla loro bottega...

Comunque sia, adesso il suo sguardo minaccioso si allunga sul vicolo sottostante, lasciando intendere a tutti i passanti che con chi abita in questa casa c'è poco da scherzare.


Cosa accade invece svoltando l'angolo del palazzo?
Le due finestre del magazzino che si affacciano sul vicolo laterale si stanno arricchendo degli stessi elementi presenti in facciata: le colonnine in marmo e gli architravi.
Come ho già detto, non si tratta di vero e proprio marmo ma di pietra artificiale, tagliata e lavorata a mano.


Queste due finestre, inizialmente identiche per forma e dimensioni, vengono completate in modo differente per quanto riguarda gli infissi.

La prima (quella più vicina allo spigolo) presenta lo stesso telaio a due battenti, che questa volta, vista la precedente esperienza, riesco a montare senza troppi problemi;




La seconda, invece, è dotata di battenti esterni, ispirandosi direttamente ad una ricostruzione di Viollet-LeDuc incontrata nel libro "Castles and warfare in the Middle Ages".
Si tratta ovviamente di un tipo di infisso pensato in modo specifico per opere militari, con caratteristiche atte alla difesa e all'uso della balestra.

 (studi dei due modelli di infisso)

Che senso ha quindi una struttura del genere all'interno di un palazzo cittadino?

Come forse ho già avuto modo di dire, la città di Genova nel medioevo era suddivisa in piccole piazzeforti appartenenti a questa o quella famiglia (o ai cosiddetti "Alberghi", ovvero consorzi di famiglie unite per ragioni politiche e commerciali), che tendevano ad essere in continuo conflitto tra loro, arrivando spesso allo scontro armato per le vie della città. Ogni Albergo quindi tendeva ad avere una struttura architettonica tale da poter essere facilmente difendibile da attacchi esterni.
Ora, ipotizzando che dal vicolo laterale della Domus parta un caruggio in direzione di un agglomerato urbano "nemico", è logico che i proprietari vogliano rinforzare le difese di quelle aperture che si affacciano direttamente sulla via. Da qui l'uso di elementi di ingegneria militare.
(Detto tra noi, in realtà volevo semplicemente realizzare qualcosa di diverso :D).

Ma vediamo nel dettaglio la costruzione della finestra.

Il sistema di movimentazione dei battenti è dato dalla rotazione delle traverse superiori, che fuoriescono dai montanti andando a poggiare su apposite guide in ferro immorsate nel muro.
Inizialmente parto con l'idea di costruire un unico telaio, ma nella pratica il battente risulterebbe troppo grande e pesante, così decido di seguire in modo più fedele gli studi e taglio in due il telaio, ottenendo uno sportello superiore più piccolo e adatto all'osservazione ed uno inferiore di maggiori dimensioni.


Il secondo passo è l'inserimento del tavolato esterno, delle traverse oblique e delle bandelle in ferro, che hanno il compito di rinforzare e sostenere tutto il telaio mobile.


Infine è la volta dei sostegni, che vengono inseriti nel muro dopo aver affettuato alcuni fori con Dremel e fresa diamantata.



L'aspetto finale della finestra è piuttosto massiccio, e contrasta con la presenza della colonnina, elemento tutto sommato di disturbo ad eventuali azioni guerresche.
E' possibile che questi battenti vengano montati solo in caso di reale pericolo, un po' come accade per le strutture in legno dei castelli, approntate in tempi brevissimi quando giunge notizia di un nemico in avvicinamento...


Il committente intanto verifica il funzionamento degli infissi e sembra soddisfatto del risultato.


Mancano ancora i paletti di sostegno e una mano di vernice, ma come protezione dai dardi nemici è già più che valida...

MATERIALI:
legno, fil di ferro, colla bianca, colla da contatto
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, lime, cutter, incudine e martello
MISURE (in cm):
battente superiore: 2,4 x 1,4
battente inferiore: 2,4 x 1,8
spessore: 0,3
sporgenza traverse: 0,5