Costruzione 181: Balconata lignea (1) - mensole di sostegno

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Con il completamento del falso loggiato e il consolidamento del muro, posso iniziare ad occuparmi della balconata in legno. In precedenza avevo già effettuato una veloce prova per verificare le misure delle travi, ora si tratta semplicemente di tagliare i pezzi e collocarli al loro posto.

I sostegni della struttura sono rappresentati principalmente dalle travi a sbalzo inserite nella muratura e da travetti obliqui più sottili (saettoni) che poggeranno sulle mensole in pietra.
Il tutto verrà poi unificato dalla travettatura longitudinale e dalle assi.

La maggiore difficoltà nella progettazione della balconata è fare in modo che il piano di calpestio risulti allo stesso livello del primo piano. Il pavimento del balcone sarà composto di semplice tavolato, quindi rispetto al solaio (che presenta anche la soletta e il rivestimento in marmo) avrà uno spessore ridotto. Se poi alla fine dovrò compensare le altezze con uno scalino, poco male, l'importante è che lo sfasamento non sia eccessivo.

Avevo già inserito in un precedente post uno studio della balconata rispetto al falso loggiato, ma l'aspetto finale che dovrebbe acquistare la struttura in relazione all'intero edificio lo si apprezza meglio in quest'altro disegno più recente, che per l'occasione pubblico in formato più grande:


Come al solito, a costruzione ultimata alcuni dettagli potranno risultare diversi, ma diciamo che l'intenzione di base è quella.

Per prima cosa posiziono le travi orizzontali, che saranno cinque e non sei (come il numero di mensole potrebbe far pensare). Di fatto l'ultima mensola sulla destra resterà inutilizzata, per le ragioni che spiegherò più avanti. L'estremità esterna di ogni trave presenta una semplice rastrematura concava, realizzata con la lima rotonda.


Dopo aver verificato il corretto posizionamento delle travi, è la volta dei saettoni che le bloccheranno definitivamente impedendo possibili cedimenti a causa del peso. Più è stretto l'angolo tra la parete e il sostegno, più alta sarà la resistenza della struttura. Nel mio caso l'angolo sarà piuttosto ampio, per via della breve distanza tra le travi e le mensole in pietra. Anche volendo, mi sarebbe stato impossibile abbassare ulteriormente le mensole a causa della presenza degli archetti.
Mi correggo, sarebbe stato possibile se avessi progettato gli archetti in modo tale da convertire gli stessi piedritti del loggiato in mensole per la balconata, ma a questo punto sarebbe follia demolire tutto per guadagnare un centimetro in più...


Ciò cui accennavo prima a proposito dell'ultima mensola, riguarda la balconata nella sua interezza, considerando anche le parti che esulano dal mio attuale progetto. Idealmente infatti, il balcone non si limita alla facciata laterale del piano nobile, ma prosegue sul lato posteriore dell'edificio adiacente, mettendo in comunicazione i due blocchi e creando un angolo in aggetto sul cortile interno.
Questo mi porta a studiare il posizionamento di una trave d'angolo, sorretta da un apposito saettone, che a questo punto necessiterà di una nuova mensola.


Quella vecchia resterà al suo posto come testimonianza del cambio di progetto, in quanto la sua presenza non intralcia il nuovo supporto.

Ora, finalmente, tutte le travi sono in posizione e pronte a sostenere il peso della balconata...




MATERIALI:
legno, colla bianca (unione travi-muro), colla da contatto (tra legno e legno)
STRUMENTI:
pinzette, carta abrasiva, seghetto, lime, righello, cutter, livella a bolla
MISURE (in cm):
travi a sbalzo - lunghezza tot.: 5,7; aggetto: 3,3; sezione: 0,5 x 0,5;
saettoni - lunghezza: 3,5; sezione: 0,4 x 0,4; angoli: 30°/60°/90°;
distanza fra le travi: 2
distanza fra le mensole e le travi: 2,8



Costruzione 180: Muri in pietra (5) e catene composte

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In questo post farò un breve riepilogo della situazione per quanto riguarda la muratura della Domus, recuperando alcune foto scattate durante la costruzione e che sono rimaste inutilizzate.
In seguito descriverò anche l'inserimento di nuove catene al livello del primo piano.

Uno degli elementi che finora si è visto solo di sfuggita e sul quale non ho speso molte parole, è il muro tronco che parte dal fianco laterale destro.


Questo accenno di muratura divide in due parti ben distinte il prospetto, delimitando quella che è la facciata che dà sul cortile interno (a sinistra) dalla porzione di muro liscia e senza aperture - tranne per l'arcata del portico - che coincide con l'intercapedine posta tra la Domus e l'edificio adiacente (a destra).


Il profilo di questo muro è volutamente irregolare, per mettere in evidenza la struttura a blocchi dei paramenti e la sua composizione interna (ghiaia e cemento). In un primo momento avevo pensato di abbozzare in questo modo anche tutto il lato posteriore della Domus, in quanto su quel lato l'edificio prosegue idealmente e si unisce ad altri corpi abitativi.
Infine ho deciso per una chiusura artificiosa ma che rende la sezione verticale più netta e di chiara lettura.


Un altro muro che va lentamente crescendo è quello della torre, sia sul versante esterno che su quello interno, dove resta chiaramente distinguibile dal resto della muratura per via del materiale usato (pietre dure invece di ardesia) e della superficie più irregolare.


Nonostante il lavoro all'interno del fondaco sia pressoché completato, ho avuto modo di effettuare piccole modifiche e ritocchi là dove i giunti tra le pietre erano rimasti imprecisi. Ad esempio nei punti d'unione del muro con le arcate in mattoni.



Per quanto riguarda le catene invece, dopo le prime inserite all'altezza del piano ammezzato, è la volta di collocarne altre due al livello del primo piano.
Una di esse corre lungo tutta la facciata, mentre l'altra attraversa l'edificio a metà della sua lunghezza, appunto tra la torre ed il muro tronco.
Trattandosi di lunghezze eccessive per una semplice catena, in questo caso realizzerò due catene composte, formate da due segmenti uniti fra loro all'interno della muratura.


Il modello di riferimento lo prendo dal "Manuale del recupero di Genova antica", una sorta di bibbia che non mi abbandona mai nella realizzazione del mio progetto.
I due segmenti hanno terminazioni ad anello (detti "occhi") nei quali viene inserito un paletto in ferro che ne impedirà lo scorrimento.


La prima catena risulterà visibile all'interno del magazzino, attraversando la volta di copertura davanti alla finestra frontale (foto in basso a destra), mentre nel resto del percorso resterà nascosta dalla soletta del pavimento.


La seconda (qui sotto) passerà sopra la porta del magazzino ma sarà interamente inglobata dalla muratura, restandone visibile un solo bolzone sul paramento esterno della torre. Anche all'altra estremità infatti, terminerà con un paletto interno per non intralciare la struttura della balconata in legno.



E con questo è tutto anche per questa volta. Vi lascio con una vista paoramica del piano nobile, che di nobile non ha ancora molto, mancando il pavimento e gli archetti di contorno... ma già si intravede un elemento che sarà caratteristico di questo livello ed al quale ho già accennato parlando del cortile interno...



MATERIALI:
ardesia, pietre, filo di ferro, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, martello e incudine