Costruzione 263: Facciata del secondo piano (3) - rinfianco delle arcate e paramento in mattoni

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Costruzione 263: Facciata del secondo piano (3)

Completati gli archi di entrambe le trifore frontali, l'uso del marmo e dell'ardesia in facciata è quasi concluso, salvo archetti e cornici dei piani superiori. Da qui in poi il paramento esterno proseguirà in mattoni a vista, e scopo di questo nuovo post è quello di illustrarne la costruzione.

Il primo corso di mattoni viene collocato al di sopra del muro dell'estradosso degli archi seguendone il profilo fino a formare una sorta di ghiera che renderà meno brusco il passaggio dalla pietra ai successivi corsi orizzontali. Un ripensamento mi porta a disfare questa prima posa per alternare le posizioni dei mattoni sulla ghiera (testa-costa-testa) e avvicinarmi maggiormente ad alcune soluzioni osservate in foto. Inoltre i fori per i ponteggi risultavano troppo grandi e vistosi rispetto a quelli dei piani inferiori.
Anche in questo caso il lavoro rimane sospeso per diversi mesi a causa del lockdown, che vede il mastro costruttore "imprigionato" a molte giornate di cavallo dal cantiere...

Alla riapertura, la voglia di vedere finalmente conclusa la facciata del secondo piano è tanta, e la posa dei mattoni procede spedita (contemporamente al prolungamento dell'armatura metallica di rinforzo). Per consolidare il muro internamente ed evitare possibili deformazioni dovute al seccaggio della colla, mi viene la balzana idea di usare uno strato di cemento bianco, che visivamente equivale a un pugno in un occhio. Disfarlo mi creerebbe ancora più problemi e lascerebbe comunque delle tracce, per cui ormai decido di tenermelo com'è. Con l'innalzamento del muro tra le due finestre e la posa degli archi interni, il tutto dovrebbe riprendere un aspetto più consono alle tecniche costruttive reali, e le uniche porzioni di cemento ancora visibili verranno presto regolarizzate e coperte dagli intonaci della camera da letto.

Tornando al paramento esterno, la posa dei mattoni sull'angolo sinistro della facciata viene completata soltanto diverso tempo dopo a causa della mia abitudine di saltare da un elemento all'altro, dettaglio reso evidente dal diverso tono dei mattoni usati. I frammenti di laterizi da me raccolti, infatti, appartengono alle tipologie e alle epoche più disparate. Alcuni di questi non sono neppure mattoni, ma pezzi di tegole o cocci di ceramiche antiche, queste ultime di un rosso generalmente più acceso. Proprio alcuni pezzi di vaso (o brocca, piatto, pentola, ecc.) sono quelli che vanno a formare lo spigolo e che saltano all'occhio per il tono più scuro. Questa variazione di colore però non mi disturba affatto e verrà in parte mascherata dalle rifiniture con il cemento, che realizzerò dopo aver raggiunto il livello della cornice. Ma per quello mancano ancora due o tre corsi di mattoni e la verifica delle altezze con le travettature interne, per cui ne riparleremo...


































MATERIALI:
mattoncini, colla bianca, cemento, filo metallico
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, mollette, righello, livella a bolla, cartone


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Costruzione 262: La torre - innalzamento del perimetro ed elementi del secondo piano

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Nell'ultimo post dedicato alla costruzione della torre avevamo visto il prolungamento della struttura metallica interna e il raggiungimento del secondo piano della Domus. Ora, essendo il solaio definitivamente fissato, è il momento di elevare l'intera muratura e realizzare gli elementi di comunicazione con gli ambienti domestici. Gli scalini che collegano il piano della torre con quello degli alloggi sono già pronti, e intorno ad essi crescono gli stipiti di una nuova apertura. Questa porta (che in realtà non sarà dotata di infissi ma solo di una tenda) sarà stretta e alta, coronata da un archetto cieco in pietra, e darà direttamente accesso al corridoio del secondo piano. Sugli altri lati, invece, la muratura sarà continua, già che a partire da questo livello la struttura interna proseguirà con semplici scale a pioli senza più aprirsi all'esterno (se non con piccole finestrelle/feritoie per illuminazione e difesa). Approfitto del lavoro degli spaccapietre per inserire un nuovo pezzo illustre, questa volta proveniente dai ruderi del castello di Rivarola, nell'entroterra chiavarese.

L'interno della torre presenta un semplice ripiano formato dalla superficie superiore del tramezzo e dal solaio in legno, che resta aperto sulla rampa di scale sottostante. In questo modo, nel caso in cui qualche intruso stesse salendo le scale da quella parte, lo si potrebbe facilmente bersagliare con una balestra o con qualsiasi arma impropria. In mancanza d'altro si potrebbero usare i ceppi accatastati contro il muro, che in situazione di normalità servirebbero per il caminetto della camera matrimoniale. Per evitare incidenti, tuttavia, la porzione di pavimento aperta sarà delimitata da una piccola ringhiera, così nulla sarà lasciato al caso. La nicchia ricavata nel muro esterno della torre, al contrario, è un'idea dell'ultimo minuto. In una casa medievale una rientranza nella parete o un armadietto a scomparsa possono sempre tornare utili, per cui... A naso, direi che questa potrà servire per posare un portacandela o una piccola lampada ad olio, visto che il corridoio interno riceverà ben poca luce dall'esterno.

Buona visione e alla prossima!

















































MATERIALI:
pietre, ardesia, ghiaia, cemento, mattoncini, colla bianca, colla da contatto, rametto, legno, smalto per legno, fil di ferro
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, cartone, cutter, lime, pennello, spugnetta, livella a bolla


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