Costruzione 55: Portone d'ingresso (1) - Telaio in legno

| ۩ | 0 comments

Da tempo erano allo studio diverse opzioni per la realizzazione del portone e nonostante la sua costruzione mi sembrasse un po' precoce (mancava ancora quasi tutto il pavimento) non volevo rimandarla troppo, remore dei problemi incontrati nel montaggio della prima porta.

Rispetto alla precedente, questa dovrà avere un aspetto più solido ed esteticamente ricercato. Si tratta appunto del portone principale della Domus, non di un accesso di servizio o un infisso qualunque.
L'ampiezza dell'apertura mi porta fin dall'inizio a progettare un portone a due ante, che per praticità includerà un portoncino sufficiente al passaggio di una persona. Per praticità degli inquilini, ovviamente, e non certo mia, che come al solito mi sto complicando la vita con dettagli millimetrici!

Mentre la porta della cantina era un infisso semplice incorniciato sul lato interno, stavolta sarà il caso di costruire una porta doppia. Le assi verranno cioè disposte su due strati chiodati tra loro: in senso orizzontale quelle esterne e verticale quelle interne, seguendo le indicazioni trovate sul Manuale del recupero di Genova antica.
Il portoncino si troverà sull'anta sinistra (per chi guarda da fuori) e il tutto sarà incardinato ed assicurato alle pareti da bandelle e gangheri in ferro.


Un ultimo dettaglio sarà rappresentato dalla chiodatura a vista sulle tavole esterne. Si usavano generalmente chiodi a testa rotonda, quindi mi dovrò procurare dei chiodini a capocchia semisferica o qualcosa che possa adattarsi alle mie esigenze...

Comunque, iniziamo la costruzione del portone dalla prima fase, ovvero il taglio delle assi. Userò un legno di tipo diverso rispetto a quello dell'altra porta, e con il quale avevo già fatto una prova realizzando il primo sportello per la cisterna.


Per questa operazione uso il cutter al quale ho appena rimosso la lametta usata in modo da ottenere un taglio più preciso. Non tutte le assi vengono della forma giusta, così come non tutte le ciambelle riescono col buco... Per fortuna la materia prima non manca, e raggiunto un numero sufficiente di pezzi inizio a sceglierli e tagliarli nelle misure a me utili.



A questo punto le incollo, completando per prima l'anta destra, e successivamente la sinistra, più complessa per la presenza del portoncino.
La larghezza delle tavole orizzontali è maggiore in basso e minore nella parte alta della porta (un altro dettaglio recuperato dalla mia documentazione bibliografica).



Inoltre, nell'assemblaggio dei pezzi va tenuta in considerazione la battuta, ottenuta con la sporgenza delle assi esterne per l'anta fissa e di quelle interne per quella mobile. In questo modo, in posizione di chiusura, le due ante combaceranno perfettamente senza lasciare fessure aperte.


Ecco, direi che con questo si conclude (per il momento) il lavoro del falegname.
La prossima volta tocca al fabbro...

MATERIALI:
legno, colla bianca

STRUMENTI:
cutter, spatolina, morsetti

DIMENSIONI (in cm):
anta destra: 6,6 x 2 x 0,4
anta sinistra: 6,6 x 2,3 x 0,4
portoncino: 3,4 x 1,5




Costruzione 54: Panchina in pietra

| ۩ | 0 comments

Solo poche righe questa volta, per descrivere un futuro elemento d'arredo dell'ingresso.

Si tratta di una semplice panchina in pietra formata da tre blocchetti di ardesia, ai quali ho dato forma con l'aiuto delle lime. I pezzi sono stati poi uniti ad incastro con l'aggiunta di poca colla bianca.


La panchina andrà fissata al muro nello spazio tra il portone e l'accesso alle scale, e potrà servire ad eventuali ospiti in attesa del padrone di casa o del permesso di essere ricevuti ai piani superiori.
Non posseggo foto della sua realizzazione in quanto si tratta di un elemento costruito in pochi minuti sulla base di un'ispirazione momentanea.


Quest'ispirazione, quasi una visione mistica avuta al mattino appena alzato, includeva anche una piccola nicchia da collocarsi nel muro opposto a quello della panchina. 
Rimando lo studio e la realizzazione della nicchia a quando il muro sarà sufficientemente alto. Per ora mi limito ad appoggiare al muro la panchina, così piccola e leggera che puntualmente si rovescia ad ogni minimo spostamento.


MATERIALI:
Ardesia, colla bianca

STRUMENTI:
Tenaglie, lime per metalli (piatta, quadrata e rotonda)

DIMENSIONI:

Sedile: 15 x 7 x 2mm
Sostegni: 8 x 5 x 2mm




Costruzione 53: Soglia dell'ingresso

| ۩ | 0 comments

Completato il mosaico della loggia, torno ad occuparmi dell'ingresso.

Inizio collocando una prima fila di pietre lungo tutto il perimetro, incorniciando così la scacchiera del pavimento.
A questo punto però devo occuparmi anche della soglia principale e dello scalino. Il dislivello rispetto alla strada  è infatti di tre scalini: due per accedere alla loggia e uno che collega quest'ultima all'interno della Domus.

Nel disegno qui a sinistra appaiono vari studi dell'ingresso e dei suoi componenti, tra cui il portone e la soglia in pietra.
Sulla base di questi studi e delle misurazioni effettuate, posso procedere al taglio dei vari blocchi nelle forme e dimensioni stabilite in modo che si incastrino perfettamente tra loro e nulla sia lasciato al caso.
Il primo assemblaggio avviene senza colla, per verificare la correttezza dei tagli e rifinire i pezzi manualmente con lime e carta abrasiva. Poi si passa alla posa definitiva.

Poco a poco la struttura dell'ingresso inizia a prendere forma, e sono già chiaramente visibili gli elementi dell'uscio sui quali andrà montato il portone principale.

Per non ripetere l'errore commesso nella costruzione della prima porta, precedentemente all'innalzamento dei muri dovrò inserire negli stipiti gli elementi di sostegno. A quel punto potrò già montare il portone in modo che i muri gli crescano intorno fino ad inglobarne i cardini.


In questa parte inferiore dell'uscio appena costruita è già ben delineata la soglia d'ingresso, inserita tra le due porzioni laterali del muro frontale. Sul lato che dà alla loggia presenta uno scalino di 4mm (20cm a scala reale), mentre sul lato interno vi è un dislivello di 2mm che servirà da battuta per il portone.


MATERIALI:
Ardesia, colla bianca.

STRUMENTI:
Tenaglie, seghetto per metalli, lime e carta abrasiva.

MISURE (in cm):
Scalino esterno: larghezza 4,6 - altezza 0,4 - profondità 1,1
Scalino interno: larghezza 4,6 - profondità 0,7 - dislivello dallo scalino esterno: <0,2
Ampiezza porta: 3,5




Costruzione 52: Pavimento in mosaico di ciottoli

| ۩ | 0 comments

Nel post precedente ho descritto il risseu ligure e la scelta del soggetto che dovrò riprodurre con i sassolini raccolti. Ora è il momento di passare alla pratica e costruire il mio mosaico di ciottoli.

Come già accennato, userò per praticità una tecnica che mi permetterà di lavorare tranquillamente fuori dal cantiere per poi applicare l'acciottolato terminato sul pavimento della loggia.
Nel mosaico questo procedimento prenderebbe il nome di "sistema a rivoltatura". Le tessere vengono collocate a formare il disegno su un supporto provvisorio (solitamente argilla) per poi essere unite sulla superficie con delle garze e una colla solubile in acqua. A questo punto si rimuove l'argilla e si sistema il mosaico nella sua collocazione definitiva. Una volta asciutta la calce o il legante usato per il fissaggio, si rimuovono le bende con acqua tiepida e si riempiono gli interstizi tra le tessere.

Nel mio caso il supporto provvisorio è costituito da plastilina colorata, che ha il vantaggio di non seccare a contatto con l'aria. Su questa base, tagliata delle stesse dimensioni del pavimento che dovrò ricoprire, traccio le linee guida per la posa delle pietre. Poi, sovrappongo alla plastilina una garza a maglia fine, sulla quale incollo uno ad uno i ciottoli.
Alla fine la garza resterà incollata al fondo del mosaico, e mi permetterà di rimuovere la plastilina senza il rischio di perdere pezzi.


Inizio la posa dagli angoli, delimitando così il quadrato interno. Avendo le pietre forme piuttosto diverse tra loro, mi risulta impossibile collocarle in modo ordinato e preciso come nei veri acciottolati. Alcune sono poste di taglio, altre di piatto, curando soprattutto che nessuna risulti troppo visibile e rompa l'uniformità della superficie.

Una volta completata questa cornice, passo a comporre i caratteri della data. Le iniziali (W e M) sono composte da ciottoli di colore giallo, anch'essi presenti nella ghiaia da cui ho recuperato gli altri, pur se in numero molto limitato.


Ora non resta che riempire il quadrato centrale con i ciottoli bianchi. Anche questi hanno forme e sfumature molto varie, ma l'effetto finale è abbastanza convincente.

 
A colla asciutta posso finalmente rimuovere la plastilina, che si stacca piuttosto facilmente, e tagliare via gli eccessi di garza lungo i bordi.


La prima fase della realizzazione del pavimento è completata. Adesso bisogna preparare il terreno sul quale dovrà essere applicato.
Aggiungo alla riempitura della volta uno strato sottile di cemento a presa rapida, che spalmo in parte anche sul retro del mosaico, e procedo alla posa.


Sono momenti cruciali, perché oltre a dover lavorare con una certa velocità, devo fare attenzione a non sporcare troppo il resto delle strutture e a non graffiarmi con il filo metallico che fuoriesce ovunque dai muri e che in più di un'occasione ha già assaggiato la mia carne.
Inoltre devo controllare che il mosaico risulti perfettamente orizzontale e che non ci sia dislivello tra di esso e lo scalino più alto del portico.
In realtà, anche se la cosa non è documentata dalle foto, a cemento già semi-asciutto posso verificare che la presa non è sufficiente ed inserisco un ulteriore strato di colla. Poi esercito una pressione uniforme con la spatola e lascio riposare.


Il giorno successivo, comprovata la resistenza della struttura, passo alla riempitura dei giunti con la boiacca di cemento.


Il mosaico di ciottoli adesso è terminato, salvo una leggera levigatura effettuata più tardi con il Dremel e che dà al pavimento un aspetto parzialmente "consumato", uniformando ulteriormente la superficie.


Ora mancherebbe soltanto qualche ciuffo d'erba tra i ciottoli, ma forse questo è pretendere troppo...

MATERIALI:
sassolini di spiaggia, garza, plastilina, cemento, colla bianca, carta di giornale, righello


STRUMENTI:
pinzette, punteruolo, spatola, pennello, Dremel + disco abrasivo


DIMENSIONI (in cm):
totali 5,7 x 5,7 - ciottoli ± 0,2




Documentazione: Il "rissêu"

| ۩ | 0 comments

L'acciottolato (in genovese "rissêu"), è una tecnica di pavimentazione a mosaico che usa piccoli sassi di diversi colori per decorare pavimenti prevalentemente esterni.
E' molto usato in Liguria a partire dal XIV°-XV° secolo soprattutto negli spazi antistanti chiese o edifici religiosi, ma anche civili, pubblici e privati. I colori predominanti sono il bianco e il nero, ma non mancano esempi cromaticamente più ricchi. Se le immagini che vedete qua attorno non vi bastano, cliccate questo link e rifatevi gli occhi.


Quale appassionato di mosaico (soprattutto di età classica) non potevo rinunciare a realizzare una pavimentazione di questo tipo, e l'unica possibile collocazione all'interno della Domus era rappresentata dalla loggia.

Essendo un metodo di pavimentazione piuttosto ricercato, poteva essere posto nel riquadro antistante l'ingresso principale per distinguere la parte nobile della casa da quella commerciale ed arricchirla con un tocco esclusivamente decorativo. Mi riferisco ovviamente alla "mia" Domus e non alle vere abitazioni medievali, le quali probabilmente non erano dotate di elementi di questo tipo. La tecnica del "rissêu"  infatti si sarebbe sviluppata maggiormente nei secoli successivi. Non è escluso però che su richiesta esplicita del committente potesse essere inserito qualsiasi elemento aggiuntivo, per quanto fuori del comune. L'importante era che questi avesse la disponibilità economica adeguata e fosse deciso a spendere qualche genovino in più.
Come ho già avuto modo di dire, nella costruzione della Domus non si baderà a spese.

Una volta deciso l'uso di questa tecnica per la pavimentazione della loggia piccola, si tratta di scegliere il motivo della decorazione che andrò a realizzare. Questa potrà avere una funzione puramente decorativa oppure servire da vera e propria firma per l'intero lavoro.
La seconda ipotesi è quella che mi attrae maggiormente: sull'acciottolato potrei rappresentare il mio monogramma con le iniziali W e M e magari la data della sua costruzione. Anche di questo si trovano numerosi esempi, di cui ne riporto qui a lato un paio di epoca moderna.

Sulla base di queste considerazioni, realizzo una serie di bozzetti preliminari che serviranno per chiarirmi le idee e stabilire la quantità di ciottoli bianchi e neri da usare.
Per recuperare il materiale utile al mio rissêu, infatti, dovrò passare al setaccio tutta al ghiaia raccolta sulla spiaggia per selezionare i sassolini più adatti allo scopo.
Questa si rivela un'impresa più ardua del previsto, già che le pietre bianche e nere non abbondano. Inoltre hanno dimensioni variabili e soprattutto nel caso delle bianche il tono varia da pietra a pietra, passando dal bianco candido (presumibilmente quarzo) al grigio chiaro fino al giallognolo.

Comunque, dopo diverse ore di cernita con lente d'ingrandimento e pinzette, riesco a mettere insieme due mucchietti di pietre che diventeranno le tessere del mio mosaico.


La scelta del soggetto ricade sul terzo bozzetto, quello con la data in numeri romani e le due iniziali separate su fondo bianco. Il quadrato bianco è inscritto all'interno di un quadrato più grande che inizialmente doveva essere realizzato in lastre di pietra, ma che in fase esecutiva costruirò con gli stessi ciottoli neri, di cui dispongo in maggior numero.

Per quanto riguarda la posa, però, devo ingegnarmi per studiare una tecnica differente da quella reale, che mi permetta di comporre il disegno "fuori sede" per poi inserirlo al suo posto già terminato.
Seguire il procedimento tradizionale illustrato nell'immagine a sinistra, infatti, mi obbligherebbe a lavorare direttamente nello spazio ristretto della Domus. Inoltre, i sassolini così piccoli difficilmente farebbero presa sul fondo con il solo uso di cemento e acqua.
Decido quindi di preparare un supporto provvisorio in plastilina, sul quale tracciare le linee guida che mi serviranno per la posa dei ciottoli. Su questa superficie morbida le pietre di maggiori dimensioni potranno essere inserite più in profondità ottenendo così un piano di calpestio più regolare.


Di questi dettagli però mi occuperò meglio nel prossimo post, nel quale illustrerò la realizzazione del pavimento a mosaico di ciottoli.





Costruzione 51: Porta della cantina

| ۩ | 0 comments

Visto che al momento il gatto si trova al sicuro nella sua gabbia, posso continuare a lavorare alle strutture del piano terra.
Dopo aver costruito gli stipiti in pietra nei muri dell'ingresso, l'unico elemento mancante per chiudere la costruzione dei sotterranei è la porta che d' accesso alla scala.
Si tratta del primo infisso in legno che vado a costruire. Ogni volta che affronto un nuovo elemento devo prima documentarmi per bene e se necessario effettuare alcune prove. In questo caso non ci saranno prove, ma solo un po' di documentazione tratta da uno dei miei libri, oltre a qualche foto trovata in rete.
Come materiale userò un listello di legno che avevo messo da parte proprio a questo scopo.


L'accesso alla cantina è riservato agli abitanti della casa e al personale di servizio. Si tratta quindi di un'apertura di dimensioni modeste. Tuttavia si affaccia sull'ingresso, luogo di passaggio di ospiti e parenti, per cui dovrà avere un aspetto decente oltre che una discreta resistenza.

Mi vengono in aiuto alcune foto che qualche solerte turista ha scattato all'interno delle prigioni di Palazzo Ducale. L'aspetto di quelle porte è forse un po' troppo massiccio, ma si avvicina molto a quello che vorrei realizzare.


Nel mio caso decido di costruire una porta semplice, dove il tavolato verticale è incorniciato sul lato interno e fissato a tre traverse orizzontali. Due bandelle in ferro ancoreranno la porta al muro, nel quale inserirò i gangheri che ne permetteranno il movimento. La porta si aprirà verso l'esterno con andamento da destra a sinistra, per appoggiarsi alla parete laterale dell'ingresso, e sarà chiusa da un chiavistello che la entrerà direttamente nel muro.
Non ho scattato molte foto in questa prima esperienza (avrò modo di descrivere meglio i dettagli quando mi occuperò del portone principale), ma il risultato finale lo vedete qui sotto.



 Le tavole sono incollate tra loro con la colla vinilica, mentre le parti in ferro sono ricavate da segmenti di fil di ferro vecchio ribattuto a freddo e sono inserite nel legno senza l'uso di colla. Alcuni di questi pezzi li realizzo e li scarto più volte, fino a raggiungere il risultato desiderato. La mia maggiore preoccupazione è quella di montare le bandelle in modo tale da permettere un movimento regolare dell'infisso, senza che questo si allontani eccessivamente dal muro in posizione di chiusura lasciando così una fessura vuota. Per ottenere questo è necessario scavare la pietra in modo che i cardini restino nascosti dagli stipiti.

Se spiegarlo a parole è già complicato, lo è ancora di più metterlo in pratica. Il problema maggiore è proprio l'inserimento dei gangheri negli stipiti in pietra, che mi porta a disfare in parte il lavoro già effettuato, con sostituzione di pezzi rotti nel tentativo di bucare il muro.

Ah, un accorgimento utile: per evitare che la polvere di ardesia cada all'interno della cantina, riempo il vano scala di ovatta, che rimuoverò poi a lavoro terminato.


Se c'è qualcosa che ho imparato dalla costruzione di questa porta (presumibilmente la prima di una lunga serie) è che l'inserimento dell'infisso nel muro va eseguito contemporaneamente alla posa delle pietre, e non in un secondo momento come accade nella realtà. Realizzare i fori nel muro quando gli stipiti sono già montati è un'operazione resa troppo difficoltosa dalle ridotte dimensioni, aggravata in questo caso dall'impossibilità di accedere al lato interno per via della scala già chiusa.

Il completamento della porta è rimasto poi in sospeso per diverso tempo, mentre avanzava la costruzione del pavimento e delle murature. Restano ancora un paio di dettagli da sistemare, tra cui l'inserimento di una parte della cornice interna, staccatasi durante il montaggio.

Ecco un paio di foto della porta incardinata:


MATERIALI:
legno, fil di ferro, ardesia

STRUMENTI:
cutter, righello, pinze, incudine, martello, colla bianca, Dremel + micropunta e ruota diamantata (taglio pietra)

DIMENSIONI (in cm):
altezza: 3,6
larghezza: 2
spessore: 0,2