Costruzione 218: Intonaco e affreschi della saletta (prima parte)

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E finalmente siamo arrivati alla fase di rifinitura della saletta d'angolo.
A differenza delle stanze terminate fino ad ora (ultima il cucinino), questa presenta una difficoltà aggiuntiva: le pareti saranno tutte intonacate e affrescate.

Ma... come dipingere in uno spazio così piccolo che è appena possibile infilarci due dita? Ecco, questo è il primo problema da risolvere, e la soluzione è piuttosto semplice. Basta preparare le superfici intonacate prima di inserirle nella stanza. Ma questo porta a un'altro quesito: che materiali usare per realizzare l'intonacatura posticcia delle pareti?


Nel caso della volta di copertura dell'ingresso principale ho usato del semplice gesso, applicato direttamente sui mattoncini con un pennello. Potrei usare lo stesso sistema per creare delle superfici sottili e lisce da incollare in un secondo momento ai muri della saletta. Sottili e fragili... ma anche se in fase di incollatura dovesse formarsi qualche crepa, non mi dispiacerebbe. Anzi, ci guadagnerei in realismo!
Sto quasi per procedere in questo modo, quando... durante una visita a casa di parenti, i miei occhi si soffermano sul vecchio intonaco dello sgabuzzino, che il clima secco ha crepato e in parte staccato dal muro. A breve la casa sarà ristrutturata, per cui mi viene dato il permesso di prendere ciò che mi serve.

Non me lo faccio ripetere due volte. I primi frammenti li stacco a mano, e dopo qualche prova con le tempere, passo agli acquerelli realizzando l'ormai storica lunetta del portone. Il materiale (sintetico) è ottimo. All'apparenza sembra poroso come il gesso, ma è resistente e anche leggermente flessibile se inumidito (si può adattare quindi alle superfici curve di archi e volte).

A questo punto mi rendo conto che se voglio affrescare la saletta, il salone e le camere da letto, i pochi frammenti di intonaco raccolti non sono sufficienti. Torno sul luogo del delitto e scopro, rincuorato, che la ristrutturazione non è ancora iniziata, e il vecchio intonaco è ancora lì che mi aspetta. Con l'aiuto di una spatola finisco per mettermi nello zainetto mezza parete, sotto gli occhi divertiti dei proprietari.
Ecco, ora ho tutto il materiale che mi serve per portare avanti il lavoro...

Il primo passo è l'esatta misurazione delle superfici da dipingere. Il profilo delle pareti viene riportato prima sulla carta, definendo per bene le aperture di porte e finestre.


Poi è il momento della scelta del modello, che dopo varie ricerche ricade sugli affreschi di palazzo Davanzati a Firenze. Perché un modello fiorentino e non genovese? Beh, intanto perché testimonianze certe di decorazioni interne genovesi del '300 ce ne sono davvero poche, e spesso indirette (miniature e dipinti attribuibili ad autori genovesi). E poi perché nel caso di soluzioni puramente decorative a motivi geometrici, i modelli del nord-Italia sono molto simili tra loro.
Ne ho selezionato anche altri e penso che li userò per gli interni del secondo piano. Inoltre, date le dimensioni, sono obbligato a semplificare, e i dettagli minori saranno semplici tocchi di pennello.
Un giglio può diventare agilmente una croce...





Una volta terminato il disegno a matita inizio a ritagliare i pezzi. In alcuni tratti uso le forbici, ma il rischio di rompere la sottile lamina è alto. Passo quindi al cutter, bloccando sempre la parte disegnata sotto al righello con una leggera pressione e tagliando via gli scarti con numerosi passaggi della lama.

Poi inizio a dipingere, cercando di completare la stesura di un colore in un'unica sessione per non dover riprodurre lo stesso tono magari a distanza di giorni.




Purtroppo, come al solito, predico bene e razzolo male. Non solo sarò costretto a ricreare i colori usati il primo giorno, ma lavorerò anche in condizioni di luce radicalmente diverse, cosa che darà origine a leggere differenze cromatiche tra le pareti dell'angolo interno (quelle di cui mi sto occupando ora) e quelle esterne (che vedremo più avanti).



Il pennellino l'ho acquistato appositamente per questo lavoro, che sarebbe impossibile con uno strumento già usato e spuntato. E' un'operazione che richiede precisione, ma che una volta tanto non genera polvere e si può svolgere comodamente al tavolo, magari seguendo nel frattempo una serie sullo schermo del pc (cosa che faccio spesso, disegnando).



In caso di errori o sbavature è comunque possibile raschiare la superficie con la punta di un cutter o una lametta, perché il colore non penetra molto in profondità. Questo, però, vale per l'intonaco su cui sto disegnando io, del quale non conosco la composizione.



Alcuni dettagli vengono poi rifiniti successivamente con la punta 0.5 del portamine (ad esempio i petali dei fiori), che permette un livello di dettaglio maggiore rispetto al pennello.



Il resto è pazienza e cura di non sovrapporre i colori quando sono ancora freschi, a meno che non si vogliano mescolare di proposito. Ma queste sono cose che chiunque usi gli acquerelli dovrebbe sapere e vanno oltre l'argomento di questo post. A conti fatti, l'unico metodo valido per imparare una tecnica è sempre lo stesso: la sperimentazione (errori inclusi).

Ora, dopo tanta fatica, ho una gran voglia di vedere che effetto fanno questi affreschi all'interno della Domus. Saranno della misura giusta? Riuscirò ad inserirli senza romperli? Non saranno troppo "colorati"? In fondo, sono abituato a vedere i muri in pietra e mattoni a vista.
Eppure il medioevo era anche così... molto meno grigio di quanto siamo abituati a immaginarlo, almeno per quanto riguarda le abitazioni dei signori e dei ricchi borghesi.


Per ora non ritaglierò ancora le aperture delle porte e non incollerò nulla in modo definitivo. Prima voglio avere tutti i pezzi a disposizione perché i motivi coincidano tra una parete e l'altra, proseguendo senza interruzioni. Questo è un primo test "per vedere l'effetto che fa".





E l'effetto mi sembra buono.
Va bene, approvo. Si proceda con le altre pareti!

(alla prossima...)

MATERIALI:
vecchio strato di vernice, matita, acquerelli
STRUMENTI:
spatola, righello, squadretta, portamine 0.5, pennellino, cutter, forbici, carta assorbente




[ESP] Construcción 91: Puertas del almacén (3)

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Vuelvo a hablar por tercera vez de las puertas del almacén.
Con la subida de los muros (en la primera imágen, una panorámica de la obra) comienzan a tomar forma también las jambas y puedo terminar el sistema de cierre de las puertas, sobre todo la de la derecha.

La ranura en el muro no es muy profunda, pero es suficiente para alojar la barra giratoria que bloqueará la puerta desde el interior.


Al otro lado las puertas parecen bien alineadas y mano a mano que la construcción progresa voy verificando su verticalidad. Ahora las hojas se sujetan por si solas, aunque quedarán móviles hasta la inserción de los montantes en los aros superiores.


Después de haber alcanzado el nivel adecuado, construyo las ménsulas que terminarán las jambas sujetando los dinteles.


Ahora la principal dificultad reside en alinear perfectamente los muros para que la base de las ménsulas resulten todas a la misma altura. Después de haber trabajado un poco con la lija sobre las piedras, puedo efectuar la primera prueba de montaje de los dinteles.


La puesta en obra definitiva de las puertas y el montaje de los arcos internos necesitarán de un poco más de trabajo (y de otro post sobre el tema), pero el aspecto exterior de los dos accesos frontales del almacén ya está bien definido y me recompensa de las energías gastadas hasta aquí...

MATERIALES:
pizarra, piedras, cola blanca
HERRAMIENTAS:
pinzas, lijas, tenazas, papel de lija
MEDIDAS (en cm):
(por verificar)




[ESP] Construcción 90: Entrada principal - acabados y correciones

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Colocada ya la bóveda del cuarto de servicio, vayamos al lado opuesto de la Domus para echarle un vistazo a la entrada principal.

Tras la construcción del nicho, los muros han seguido creciendo. Mientras, he tenido la ocasión de hacer algunas operaciones de 'acompañamiento' que iba dejando atrás desde hacía tiempo. En este caso no se trata de nuevos elementos sino de retoques y acabados de elementos ya construidos.
El primero es la restauración de la puerta de la cantina, a la cual faltaba desde hace tiempo (desde antes del montaje) un listón del marco. Colocada la pieza, no sin dificultad por la imposibilidad de apartar la puerta de las jambas, pongo todo bajo presión con una pinza.

Segunda operación: el barnizado del portón principal y el desmontaje de algunos elementos de hierro para sustituir la cola blanca con la de contacto, más resistente con las piezas pequeñas y de menor impacto visual. En realidad más que barnizado debería llamarlo 'engrasado', ya que se trata simplemente de unas pinceladas de aceite de oliva.
La madera de esa forma toma un color mas intenso y se limpia la capa de polvo que había acumulado durante las últimas operaciones.
También hacía falta abrir un agujero en el umbral para la inserción de la barra de cierre de la hoja derecha, trabajo llevado a cabo con el taladro del Dremel.


Durante estos meses la puerta y el banco de piedra han ido y venido de la entrada, apartados cada vez que el polvo (de pizarra, Das o mármol) amenazaban con sumergirlos.
Los únicos elementos que no pude proteger adecuadamente del polvo son la puerta de la cantina y el suelo de la entrada, cuyas losetas aparecen bastante sucias.

Así que decido aplicar también a éstos el mismo tratamiento del portón. No usaré aceite de oliva, que dejaría las losetas blancas amarillentas, sino un esmalte transparente para óleo, comprado para la ocasión.



Una vez alcanzado el nivel de los quicios centrales, inserto en las jambas los nuevos ganchos que me permitirán posicionar mejor el portón.
Al mismo tiempo, en el lado exterior del muro, coloco dos ganchitos que servirán de soporte para las antorchas del pórtico. Éstos también, al igual que otros elementos ya aprovechados, son piezas para la fabricación de pendientes comprados en una tienda de accesorios y quincallería.


Y por hoy tembién el horario de trabajo en la obra ha terminado. Cierro el portón y… ¡Hasta la próxima!




Costruzione 217: Saletta d'angolo - completamento della muratura e arco d'accesso

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Dopo la chiusura del cucinino, la prossima stanza sulla quale si concentrerà maggiormente la mia attenzione è la saletta d'angolo. Questa volta si tratta di un ambiente "nobile", che quindi presenterà rifiniture di maggior livello (tra le altre, l'affrescatura delle pareti, che nel momento in cui scrivo è già cosa fatta).


La parte che finora ho mostrato con maggiore dettaglio è quella corrispondente alle finestre, in particolare la trifora che si affaccia sul vicolo laterale. La seconda è attualmente in costruzione ed avrà caratteristiche pressoché identiche.

Sul lato che dà verso la caminata principale, invece, eravamo rimasti al livello del pavimento e allo scalino che fa da collegamento tra la scacchiera in marmo e ardesia della saletta e le tessere di marmo colorato del salone.

Il listello bianco che forma il suddetto scalino si spezza accidentalmente durante la posa a causa della leggera irregolarità del suolo. Nonostante questo decido di non sostituirlo, come segno ulteriore di realismo. Mi basta guardare le fessure che attraversano il pavimento di casa mia per rendermi conto che un minimo di "stress da assestamento" è inevitabile, e può accadere anche a lavori appena ultimati. Certo, se lo vedesse il committente non e sarebbe molto soddisfatto, ma farò in modo che non se ne accorga coprendo lo scalino durante i suoi sopralluoghi.


Comunque, piano piano anche i muri incominciano a crescere, e vanno prendendo forma gli stipiti tra le due stanze. Qui non collocherò nessun infisso, ma semplicemente una tenda all'interno del salone, che andrà a coprire l'arcata di accesso alla saletta.


Quando gli stipiti raggiungono un'altezza congrua, costruisco il nuovo arco ogivale seguendo lo stesso schema delle finestre, delle quali la porta condivide l'ampiezza.



Una volta completato il montaggio dei conci di ardesia e posizionato l'arco, posso procedere al rinfianco con blocchi dello stesso materiale, e anche questa parete può finalmente raggiungere il livello del soffitto.


La saletta adesso appare nella sua forma definitiva, anche se ancora del tutto spoglia della decorazione murale e dell'arredamento.



Per concludere, costruisco l'archetto ribassato che chiuderà il vano porta (anche questo molto simile agli altri già realizzati che coprono i vani delle finestre) e sotto il quale andrà inserita l'asta di ferro della tenda.



E sì, ora posso iniziare a pensare agli affreschi.
Oppure spegnere la luce e andare a dormire... in fondo anche per questa volta qualche passo avanti lo abbiamo fatto.


MATERIALI:
ardesia, marmo, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto,
MISURE (in cm):
(da verificare)