Costruzione 72: Il sottoscala (1) - Pavimento in pietra a spacco

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Completato il "giro" a 360° della Domus con la realizzazione di tutti i pavimenti del piano terreno (ingresso, portico piccolo, loggiato, fondaco, vano di servizio) adesso tocca all'ultimo spazio rimasto incompiuto: il sottoscala.
Si tratta in realtà di due ambienti separati, uno dei quali più piccolo e dipendente dal primo, con il quale comunica tramite una piccola apertura con scalini in mattoni.


Le stanze si trovano all'interno del perimetro della torre e sono quindi delimitate dai grossi muri in pietra che ne formano la struttura. 
La più grande, ricavata sotto la scalinata in pietra che porta al primo piano, ospiterà la legnaia. Qui sarà immagazzinata la legna destinata ad alimentare i camini dei piani superiori, nonché il fuoco della cucina.
Quella più piccola, inizialmente pensata come una semplice nicchia e poi ampliata all'estradosso della volta che copre la scalinata della cantina, potrà essere usata come ripostiglio o eventualmente accogliere i rami e i ceppi più piccoli.

In questa foto, nella quale ho sovrapposto alle strutture esistenti un disegno in sezione con le misure esatte del sottoscala, è possibile avere una visione virtuale di come apparirà il vano una volta costruito.


Questo schizzo mi sarà utile anche per determinare l'inclinazione della scala durante la posa dei gradini. Questi ultimi risulteranno visibili anche dalla stanza sottostante della quale costituiranno il soffitto.

Per poter procedere alla posa del pavimento sarà necessario prima delimitare gli spazi innalzando i muri circostanti. Il pietrisco usato per la loro costruzione è decisamente più duro dell'ardesia e non si presta ad essere lavorato in modo preciso. Lo scopo del suo utilizzo però è proprio quello di differenziare la struttura della torre dal resto della Domus e, anche se con un po' di difficoltà, è possibile comporre muri dall'aspetto abbastanza regolare. La colla usata è la stessa di tutte le altre murature, anche se ho notato che su questo materiale tarda di più ad asciugare. Forse la causa di questo è la forma irregolare dei pezzi, che non sempre combaciano perfettamente.
Il risultato di questa prima fase, comunque, lo si può vedere nelle foto.


Dopo aver collocato un paio di file di pietre su ogni lato e un piccolo scalino in ardesia per innalzare leggermente il livello del suolo, sono pronto per affrontare la messa in opera del pavimento.
Questa volta proverò un'altra tecnica di uso piuttosto comune in Liguria, ovvero la pavimentazione con lastroni di pietra scistosa dalla forma irregolare (denominate comunemente "ciappe") che vengono disposte di piatto per lastricare vialetti, giardini, cantine, ecc.

Per fabbricare le mie piccole ciappe riduco in scaglie una barra di ardesia piuttosto grossa con l'uso di scalpello e martello, . Poi scelgo i pezzi più adatti e li dispongo a formare una sorta di mosaico, limando qua e là per far coincidere i pezzi con la superficie da pavimentare.
Una volta terminata la composizione rimuovo tutte le scaglie e le riposiziono una ad una incollandole al fondo in cemento.

Tocco finale, la riempitura degli interstizi con boiacca di cemento e una passata con la spugnetta umida per rimuovere la sporcizia, e il pavimento in pietra a spacco può dirsi completato!



MATERIALI:
ardesia in scaglie, ghiaia grossa, das, cemento, boiacca di cemento, colla bianca

STRUMENTI:
pinzette, carta abrasiva, lima, tenaglie, pennello, spugnetta, scalpello, martello

MISURE (in cm):
sottoscala: 6,5 x 3
porta: ampiezza 2,5; altezza prevista 4
spessore dei muri: 2 / 2,5




Costruzione 71: Pavimento del fondaco (3)

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Ultimi ritocchi al pavimento del magazzino prima dell'innalzamento delle pareti.

Durante la posa delle pietre vista nella prima parte, avevo costruito la croce centrale del pavimento delimitando i riquadri che avrei poi riempito con i mattoni. La parte posteriore però era rimasta un po' indietro a causa di irregolarità nel muro perimetrale.
Ora che il resto del pavimento è montato e le irregolarità sono state corrette, procedo alla preparazione del fondo e al taglio delle pietre mancanti.
Questa striscia di pavimento corre sul bordo esterno della Domus, segnando di fatto la posizione del muro invisibile che ne chiuderebbe la parte posteriore.


Nel frattempo, lungo il lato sinistro del magazzino (guardando dal fondo), inizio a delimitare il pavimento con una fila di pietre. In questo caso non si tratta di ardesia, ma di pietrisco duro. 
Il muro che mi accingo a costruire fa parte della struttura della torre, che sarà visibile su questo lato anche dall'interno del fondaco.


Di questo però parlerò meglio più avanti. Ora diamo un'occhiata alle ultime fasi di rifinitura del pavimento:
Qualche pennellata di boiacca per riempire bene i giunti tra i mattoni e gli angoli con le pareti, poi asciugatura e carteggiatura. Tra una fase e l'altra inserisco anche una fila di pietre lungo il muro esterno, occupandomi della costruzione degli scalini laterali.



Poi, visto che ho già il pennello in mano e la boiacca pronta all'uso, do una passata anche al pavimento della loggia.


MATERIALI:
ardesia, ghiaia grossa, boiacca di cemento, colla bianca

STRUMENTI:
pinzette, carta abrasiva, lima, tenaglie, pennello, spugnetta




Costruzione 70: Pavimentazione del vano di servizio

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Non sapendo come descrivere questa parte del piano terreno ho scelto di denominarla genericamente vano di servizio.
Si tratta di un piccolo spazio quadrato che da un lato si apre sul magazzino principale e dall'altro dà accesso alla legnaia posta nel sottoscala. 
Al centro del pavimento (posto ad un livello leggermente più basso rispetto al fondaco) si apre una piccola botola rotonda. Inizialmente questa avrebbe dovuto svolgere la funzione di pozzo per l'approvvigionamento dell'acqua, ma probabilmente non saranno presenti altre botole su questa verticale. Ai piani superiori infatti, questo spazio corrisponderà ai ripiani tra le varie rampe di scale e la presenza di aperture sarebbe quantomeno inopportuna.

Per prima cosa intervengo sulla botola rialzandone il perimetro con un'altra fila di mattoni, come fatto in precedenza con quella più grande.


Poi, per risolvere il problema di dislivello con il fondaco, inserisco due lastroni in pietra a formare un piccolo scalino. Quest'ultimo elemento, a pensarci bene, potrebbe essere causa di gravi incidenti: mi sembra già di vedere qualche giovane aiutante di bottega inciampare nello scalino e finire a testa in giù nella botola lasciata incautamente aperta...


Però perbacco, bisogna anche fare attenzione a dove si mettono i piedi! In fondo ci troviamo in un edificio medievale e da quello che ho avuto occasione di vedere le strutture dell'epoca non erano certo "a norma". L'unica vera preoccupazione dei costruttori era la stabilità dell'edificio e dettagli come l'accessibilità e la sicurezza passavano spesso in secondo piano.
E' anche vero però che la gente di allora doveva essere abituata a prestare ben più attenzione di noi uomini moderni alle irregolarità del terreno così come al rischio di cadute. Rompersi una gamba nel medioevo poteva avere conseguenze ben più gravi che ai nostri giorni...

Detto questo (principalmente per mettermi al riparo da possibili denunce per danni fisici e morali), torniamo alla posa del nostro pavimento. 
Per la realizzazione del fondo, niente di nuovo rispetto alle esperienze precedenti: cemento a presa rapida, asciugatura, levigatura. La volta comunque era già stata in parte riempita con avanzi di cemento preparato per la pavimentazione del fondaco.
Anche in questa occasione userò i mattoncini di Das, disponendoli però di piatto secondo un asse diagonale rispetto alle pareti della stanza. Questa differenziazione dal pavimento del fondaco, insieme ai lastroni in ardesia, dovrebbe aiutare gli inquilini disattenti a visualizzare meglio il passaggio da un ambiente all'altro.


Ai lati del nuovo pavimento, restano gli spazi che verranno riempiti con l'innalzamento dei muri e dei pilastri. In alto a sinistra, lungo il muro in pietra che sta alla base della torre, si aprirà l'accesso al sottoscala e al deposito della legna. Ecco in quest'ultima immagine una piccola anteprima:


MATERIALI:
ardesia, mattoncini di Das, cemento, colla bianca

STRUMENTI:
pinzette, carta abrasiva, lima, tenaglie

MISURE (in cm):
vano: 6,5 x 7,8
scalino: ampiezza 5,3; altezza 0,2
diametro botola: 1,8
mattoncini: 0,8 x 0,5 x 0,3




Costruzione 69: Portone laterale (1) - scalini in pietra e stipiti

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Una volta definita attraverso i disegni la presenza di un accesso laterale tra il fondaco e il cortile interno, non resta che prendere le dovute misure ed iniziarne la costruzione.

Il primo passo, precedente alla posa del pavimento del fondaco, è la demolizione di parte della muratura. Per poter inserire il primo scalino in pietra, infatti, devo rimuovere alcuni blocchi dell'ultima fila che risultano ad un'altezza superiore rispetto al livello del suolo.
Gli scalini sono soltanto due e non tre come ipotizzato nell'illustrazione in alto (che non si basava su misurazioni precise essendo fatta ad occhio). Presentano entrambi lo spigolo sinistro arrotondato, mentre sul lato destro si prolungano fino all'angolo con l'edificio adiacente, il cui muro è perpendicolare al portone.


L'uscio e gli stipiti sono costruiti con la stessa tecnica già collaudata per la soglia dell'ingresso e per quelle del fondaco. La cornice della porta ha dimensioni ridotte rispetto al lato interno, che dovrà ospitare l'infisso nella posizione di apertura.
Anche questa porta, nonostante la minore ampiezza (un metro e trenta in scala 1:50), sarà a due ante. I battenti verranno ancorati ai muri tramite gangheri e bandelle in ferro come nei casi precedenti.


La struttura viene completata mano a mano che i muri crescono in altezza, cercando sempre di inserire i blocchi più grossi nei punti di maggiore carico ed evitando che i giunti di una fila coincidano con quelli inferiori. Per questo ogni tanto risulta inevitabile il taglio di pietre d'angolo a forma di "L" che richiedono l'uso della lima quadrata e un po' più di precisione.



Forte delle precedenti esperienze, avrei dovuto ricordarmi di inserire per tempo i ganci di ferro nei muri. Invece anche questa volta me ne rendo conto troppo tardi.
Prima di innalzare ancora i muri dovrò rimediare in qualche modo...

MATERIALI:
ardesia in barre, colla bianca

STRUMENTI:
scalpello e martello, pinzette, carta abrasiva a grana grossa e fine, lime piatte e a sezione quadrata, seghetto per metalli

MISURE (in cm):
ampiezza porta: cornice esterna 2,6; vano interno 3,8
spessore del muro: 2,5; vano interno 1,9
scalini esterni: altezza 0,4; larghezza 5,6 e 4,9
scalino soglia: 0,3 esterno e 0,1 interno




Progetto: facciata laterale destra e cortile interno

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Dovendo proseguire la costruzione del perimetro murario, si rende necessario uno studio più approfondito di alcune parti della Domus che fino a questo momento sono state trascurate. Mi riferisco in particolare alla facciata laterale destra, quella che secondo uno dei miei primi studi dovrebbe affacciarsi sul cortile. 
L'unica immagine in cui finora si intuiva la presenza di un cortile interno è questa a sinistra, in cui è ben visibile anche una balconata in legno che copre parte della facciata fino al secondo piano.

Seguendo queste poche indicazioni e l'idea (vaga) che avevo in testa in quel momento, realizzo un'altra serie di bozze nel tentativo di visualizzare il cortile e capire in che modo la sua presenza influisca sui muri che sto costruendo.
Innanzi tutto risulta chiaro che se su quel lato è presente un patio e questo appartiene allo stesso complesso edilizio, sarà utile la presenza di una porta che lo metta in comunicazione con il fondaco e gli ambienti della casa. Non necessariamente un grande portone ma anche solo una porta di servizio.
Visto il dislivello con il terreno, inoltre, questa dovrà essere dotata di alcuni scalini o di una piccola rampa.

Risalendo in altezza la facciata, inserisco un'altra porta anche lungo il piano ammezzato. 
In una prima ipotesi questa dà semplicemente accesso alla balconata in legno. In seguito viene collegata anch'essa al cortile tramite una scala in muratura che segue la parete per poi girare a gomito nell'ultimo tratto e raggiungere il livello del terreno.

Lo studio della balconata (peraltro non ancora definitivo) segue diverse fasi: inizialmente immagino una struttura che abbia anche la funzione di scala esterna e che metta in comunicazione i vari piani, un po' come le scale antincendio di cui sono dotati molti edifici moderni.
La cosa non è del tutto campata in aria: spesso infatti le case-torri medievali presentavano il corpo scala realizzato interamente in legno e posto all'esterno della struttura stessa. 
Essendo già presente una scala interna, però, abbandono in parte questa idea. La scala esterna potrebbe trovarsi magari nella parte posteriore della Domus, che lascio volutamente aperta per esigenze di visibilità.
A questo punto il balcone del piano nobile non è più collegato al cortile, ma può essere presente una piccola carrucola, utile magari per l'approvvigionamento d'acqua o di generi alimentari per la cucina...

Gli altri edifici che si affacciano sul cortile sono puramente ipotetici, ma la posizione di quello adiacente alla Domus è inevitabilmente condizionata dalla presenza dell'arcata laterale della loggia e dalle strutture esistenti della casa principale. In questo modo si può ipotizzare un edificio di altezza più contenuta e munito di portico al piano terreno, il cui muro perimetrale interno si inserirebbe nella Domus come prolungamento del muro di spina sul quale si aprono la porte del fondaco. Allo stesso tempo fungerebbe da appoggio per il balcone e la scala in muratura che porta al piano ammezzato.

Di questo muro vorrei lasciar intuire la presenza nella costruzione attuale inserendo i primi conci di ogni fila, come si può vedere in questo studio più dettagliato:


Alcune cose andranno ancora studiate e sicuramente subiranno delle modifiche, ma per quanto riguarda il piano terreno direi che ho già quanto mi serve per iniziare la costruzione del muro e della porta laterale...




Costruzione 68: Pavimento del fondaco (2)

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In questo secondo post relativo alla pavimentazione del fondaco illustrerò la posa dei mattoni all'interno dei riquadri ottenuti nella prima parte con l'ardesia.
La disposizione sarà quella ad opus spicatum (ovvero a lisca di pesce) già usata nei sotterranei. 
Ogni riquadro misura circa 6 centimetri, quindi si tratta di spazi ridotti e dalla forma regolare. L'unico che presenta qualche difficoltà in più è forse quello che ospita la botola. Pur richiedendo un minore uso di mattoncini, infatti, questi andranno collocati seguendo la stessa disposizione delle altre porzioni di pavimento. 
Inizierò il lavoro da qui.


Pur con qualche incertezza durante la posa (in un paio di occasioni sbaglio la disposizione dei mattoni) riesco a concludere questo primo riquadro in tempi più o meno brevi. 
Passo direttamente al secondo lasciando le rifiniture dei bordi ad una fase successiva e dando così modo alla colla di fare presa anche sui pezzi più esterni.



Il secondo riquadro fila liscio, così come anche il terzo. Poi è il caso di fare una pausa...
Questo mi dà anche modo di mostrare le reali dimensioni della Domus, che accanto alla tazzina del caffè sembra ancora più piccola!


Fine della pausa. Completo l'ultimo riquadro e quindi l'intero pavimento del fondaco, al quale adesso mancano solo le rifiniture di rito: levigatura, boiaccatura e verniciatura.


Per la prima lavoro sia con mezzi manuali che elettrici, a seconda del caso. Inizio con il Dremel e un disco di carta abrasiva ritagliato appositamente. Una volta che i dislivelli più grandi sono stati appianati, passo alla carteggiatura manuale fino a raggiungere lo stesso livello del pavimento in pietra. Nel fare questo è inevitabile che l'ardesia si graffi nuovamente, ma rimedio usando la carta abrasiva a grana fine, stavolta su tutta la superficie. Questo è anche il motivo per cui ho evitato di incollare la base della colonna, che altrimenti mi avrebbe ostacolato durante le operazioni.


Dopo aver strofinato energicamente la superficie più volte in tutte le direzioni, rimuovo la polvere con il pennellino e il pavimento risulta liscio e uniforme al tatto.


Adesso però ci vuole un'altra pausa, questa volta un po' più lunga della precedente. Prima di rifinire il pavimento devo occuparmi di altre cosette che sono rimaste in sospeso...


MATERIALI:
mattoncini in Das, colla bianca

STRUMENTI:
pinzette, carta abrasiva a grana grossa e fine, lime per metalli, pennellino asciutto, Dremel 300 con disco abrasivo e albero flessibile

MISURE (in cm):
mattoncini: 0,3 x 0,8
singolo riquadro: 5,7 x 5,7
pianta fondaco: 13,4 x 17,5