Costruzione 122: Fiume sotterraneo (4) - completamento

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Ultimo post (questa volta per davvero) dedicato alla costruzione del tunnel sotterraneo.

Riepilogando, ecco le tappe che mi hanno portato fino a qui:
(1) posa del letto di pietre per il greto del fiume;
(2) costruzione dei muri e delle volte di copertura;
(3) rifinitura degli interni.
Qui di fianco, uno studio preliminare del tunnel e del condotto laterale che ho dimenticato di inserire nei post precedenti.

Ora, nonostante le rifiniture con cemento e carta abrasiva siano già state effettuate, restano da sistemare diversi dettagli prima di poter chiudere definitivamente il tunnel fissando le volte. 
Primo fra tutti la verniciatura, che eseguirò con il solito smalto trasparente per legno.


In questa fase, aggiungo un elemento che andrà ad arricchire gli interni del tunnel dandogli un tocco di realismo in più: il muschio.


Seleziono alcuni ciuffetti raccolti per la strada e li inserisco tra le pietre mentre la vernice è ancora umida, spruzzandoci poi sopra un po' di colla spray.
Ovviamente una volta chiuso il tunnel non sarà più possibile osservare le pareti frontalmente, per cui faccio in modo che la vegetazione sporga dal muro rendendosi visibile anche di profilo.


Ora che ho dotato il fiume di una flora, sarà il caso di pensare alla fauna.
A questo scopo scelgo due punti in cui collocare dei piccoli topolini in piombo acquistati tempo fa assieme a quello sistemato nell'angolo dispensa della cantina.
E' importante che i due ratti risultino ben visibili osservando il tunnel dalle imboccature.


Uno dei due viene collocato all'altezza del condotto frontale, dal quale sarà possibile scorgerlo ed eventualmente creare diversi effetti di luce, mentre il secondo si trova nei pressi dell'arco in pietra.


A questo punto per completare "l'arredamento" del tunnel mancherebbe solo l'acqua.
Per realizzare il corso del fiume prendo in considerazione varie ipotesi, tra cui quella di acquistare resine create appositamente per la costruzione di diorami e presepi. Spendere grosse cifre per fare un semplice rigagnolo però non è nei miei programmi, così decido di fare una prima prova con un flacone di smalto per unghie: lucido, trasparente ed economico.

Il risultato è piuttosto convincente, anche grazie all'esigua quantità di materiale da me utilizzato. Non ho necessità di dare al fiume una grande profondità, ma semplicemente di evidenziarne il corso "bagnando" la superficie del letto di pietre e cemento.

Prima di versare lo smalto, mi viene la repentina idea di realizzare una piccola cascata d'acqua proveniente dal canale di scolo. Quest'elemento non era previsto e a ben vedere non ha neppure molto senso, trattandosi di un semplice canale di raccolta delle acque piovane e non di un torrente.
Sempre che "fuori" non sia in corso una vera alluvione...


Il corpo del getto d'acqua viene realizzato con un frammento di cellophane trasparente arrotolato su sé stesso e modellato in modo da fargli assumere la corretta forma.
Poi, durante la realizzazione del fiume, lascio colare un po' di smalto anche sul cellophane, uniformandolo così alla superficie acquosa.


L'effetto è sicuramente suggestivo, anche se mi lascia un po' perplesso il fatto che tutta quest'acqua sia così trasparente, mentre trattandosi di acqua piovana che si trascina dietro terra e fango dovrebbe risultare molto più sporca. Inoltre l'uso della plastica nel mio progetto non mi convince molto...


Insomma, l'effetto definitivo dell'acqua mi piace, ma alla fine decido di rimuovere il cellophane, rinunciando all'effetto cascata in favore del realismo e della visibilità del tunnel.

In futuro si renderà necessario anche l'uso di un secondo flacone di smalto. Asciugando, infatti, questo ha perso in parte il suo aspetto fluido assottigliandosi eccessivamente.
Al momento però il problema maggiore sono le infiltrazioni di polvere, quindi se ne riparlerà più avanti...


MATERIALI:
vernice trasparente, colla bianca, muschio, cellophane, smalto per unghie, topolini in piombo
STRUMENTI:
pinzette, pennello, molletta, forbici




Costruzione 121: Fiume sotterraneo (3) - rifinitura degli interni

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Mi rendo conto solo adesso che questo post risulterà eccezionalmente lungo a causa delle numerosissime foto.
Essendo già il terzo che dedico alla costruzione del fiume sotterraneo non vorrei dilungarmi oltre, mostrando già la sua chiusura e completamento...
Sarà però inevitabile la pubblicazione di un quarto post, nel quale finalmente potrò mostrare l'aspetto finale di questa struttura sotterranea.
Per chi si fosse perso i primi due, ecco i link: (prima parte) (seconda parte).

La costruzione di base è già praticamente completata, anche se manca di tutte le rifiniture e di alcuni dettagli che vedremo più avanti.

Per prima cosa mi occuperò della copertura, levigando l'intradosso delle volte con la carta abrasiva e correggendo l'arcata in pietra che risultava leggermente fuori asse.


Poi, ecco uno dei dettagli cui accennavo prima: l'inserimento di un condotto di scolo all'interno della seconda volta.

In superficie il vicolo presenterà un sistema di canalizzazione delle acque (piovane e non), che verranno convogliate verso il tunnel attraverso un piccolo orifizio praticato nella volta.
Per realizzare il suddetto orifizio mi avvalgo di un vaso di terracotta in miniatura acquistato tra gli accessori per presepi a cui ho eliminato il fondo sezionandolo con il disco diamantato.


Il cilindro ottenuto viene poi inserito nella volta in mattoni, svolgendo quindi il ruolo di sbocco del condotto.


Adesso sono pronto per rifinire l'interno del tunnel, ricoprendo interamente volte, pareti e fondo con una mano di boiacca di cemento e successivamente rimuovendone gli eccessi con una spugnetta inumidita.




Mentre il cemento asciuga, preparo la prima lastra di ardesia per il rivestimento frontale, realizzando anche l'apertura per il condotto laterale (quello più grande di cui parlavo nella seconda parte).
Qui sotto, due scatti effettuati durante una prova di posizionamento.


Ora che l'interno del tunnel è asciutto, passo alla seconda "colata" di cemento, in questo caso misto a terriccio. Servirà per dare al fondo un aspetto più sporco, coprendo in alcuni punti il letto di pietre con accumuli di materiale fangoso.


Per fare sì che il cemento si distribuisca in modo verosimile adattandosi al corso del fiume, inclino leggermente tutta la Domus e mi improvviso Eolo, soffiando all'interno del tunnel nel senso della corrente.



Nel rifinire le volte invece, lascio intenzionalmente accumuli di cemento sotto lo sbocco del condotto, che proseguono poi sul muro sottostante ad evidenziare l'apporto di fango di quest'ultimo.




Nonostante la costruzione delle volte sia avvenuta direttamente sulle pareti del tunnel, lo stacco alla base dell'imposta risulta evidente e in alcuni punti i due pezzi non combaciano perfettamente.
Per limitare questo sgradevole effetto si rende necessario intervenire con una sottile striscia di Das fresco, così come fatto a suo tempo durante la chiusura dei sotterranei.


Tra l'altro, approfitto di questa operazione per fissare definitivamente il rivestimento esterno e prolungare il condotto in mattoni.


Una volta rimossi gli eccessi di Das e lasciato asciugare il tutto, il tunnel è pronto per la verniciatura e per la creazione del fiume vero e proprio, completo di acqua, flora e fauna...

(continua...)


MATERIALI:
ardesia, das, colla bianca, mastice, cemento, terriccio, vaso in terracotta
STRUMENTI:
pinzette, carta abrasiva, Dremel, pennello, spugnetta, spatolina, paletta, seghetto




Construcción 22: Barnizado del suelo

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El suelo de la cantina fue el primer elemento de la Domus en ser construido, pero aún queda por terminar, ya que falta de la última fase: el barnizado.
En principio no sabía exactamente qué material usar, así que primero me dediqué a hacer algunas pruebas.
Antes de la composición del opus spicatum había realizado unas pequeñas muestras de suelo sobre un listón de madera, aplicando diferentes pegamentos. De izquierda a derecha respectivamente: juntas vacías, cemento y escayola. Como ya vimos, la elección cayó sobre el cemento.


Voy a usar ahora estas mismas muestras para estudiar el método de barnizado. Quiero evitar a toda costa el efecto "brillo" que podría dejar el esmalte, así que necesitaré de unas pruebas previas.
Como en la casa tenía un bote de esmalte transparente para madera ya abierto, probaré primero este material.
El resultado me parece perfecto (en la segunda imágen queda bien visible la diferencia entre la superficie cruda y la barnizada).
El DAS, incluso seco, es un material poroso, así que la primera capa es absorbida por los ladrillos sin que éstos queden brillantes. Simplemente el color cobra un tono más oscuro y más "terracotta".
Otras posibles soluciones que quería probar para el barnizado eran el uso de cera (descartada después de un pequeño test del que no queda rastro), aceite de oliva, y por último esmalte para ladrillos (los de verdad).
Sin embargo, tras el éxito del esmalte para madera, decido suspender la experimentación y pasar directamente a la fase definitiva.



Con un pequeño pincel doy una primera capa de esmalte, cuidando no manchar las paredes, aún incompletas y que barnizaré más adelante.
El efecto en un primer momento me deja satisfecho (foto abajo), pero el esmalte aún está mojado y habrá que verlo cuando esté seco.
Desgraciadamente, a causa del frío y de las horas nocturnas, estoy trabajando en casa y el olor a barniz es casi insoportable.


Al día siguiente el esmalte por fin está seco, pero ha perdido el aspecto uniforme que tenía la noche anterior, cómplice quizás la luz de la lámpara eléctrica. Algunas áreas resultan más oscuras, mientras en otras el barniz parece haberse retirado, dejando algunos claros. Ejerciendo una fuerte presión sobre la superficie (con una uña o una cucharita) el color parece mejorar, pero el resultado no me convence del todo. Así que decido aplicar una segunda capa de esmalte, evitando la formación del brillo con un paño que frotaré sobre el suelo aún húmedo.

 
En estas imágenes, detalles del suelo con la primera capa de esmalte aún húmeda. 
Se empiezan a notar algunas zonas más claras.

A pesar de esta precaución la segunda capa resulta mucho más brillosa que la anterior, y según el ángulo en que se mira, el suelo refleja la luz, creando exactamente el efecto que me proponía evitar. En esta imágen el problema no se nota especialmente a causa del punto de vista, pero el color es definitivamente demasiado saturado.


Tras inútiles intentos de rebajar el color usando un trapo, los dedos y papel igiénico, estoy casi resignado a quedarme con el suelo brilloso. Luego, en un momento de genialidad (o llevado por la desesperación) intento lo impensable y froto sobre la superficie, aún ligeramente pegajosa, un dedo ensuciado con polvo de cemento.
El resultado en un primer momento me deja perplejo... luego grito al milagro. Ahí está el antiguo suelo de barro medieval, envejecido y oscurecido por la mugre de los siglos!