Prima di poter riempire definitivamente il sottosuolo del vicolo laterale, devo ancora occuparmi della parte posteriore del rivestimento. Si tratta di una lunga striscia che in un primo momento pensavo di risolvere con un listello di ardesia delle stesse dimensioni, ma che volendo poteva essere rifinito anche in modo più fantasioso...
Siccome durante la costruzione della "finestra archeologica" alcune idee erano state scartate per mancanza di spazio, decido di riesumarle per la costruzione di una seconda finestra, attraverso la quale sarà possibile osservare una sezione verticale del sottosuolo.
Il primo elemento ad essere inserito è un frammento di ciottolo di fiume, che in questo caso svolge il ruolo di roccia. Dopo un'iniziale incertezza, ricolloco la pietra dietro al rivestimento, lasciando un certo margine per il futuro inserimento di un vetro di protezione (di cui ancora non dispongo).
Poi, sopra la pietra verso una colata di cemento misto a terriccio, che successivamente lavorerò per inserire i primi elementi "biologici" alla mia finestra: i fossili.
Trattasi in realtà dei gusci di due piccole lumache trovate all'interno di un cavolfiore.
Siccome i gusci sono semi-trasparenti, prima di collocarli ne riempo l'interno con tempera marrone per renderli più visibili.
Inizialmente uno solo di questi è inserito nella finestra, affiancato da un altro più vecchio trovato in mezzo ai sassolini di fiume.
Ad accompagnare questi fossili spiraliformi (ammoniti, direi), inserirò anche un paio di gasteropodi, recuperati in questo caso tagliando la punta di due vecchie viti.
Altri fossili più piccoli sono rappresentati da elementi vegetali secchi, incollati alla superficie e successivamente integrati al resto del sottosuolo con una spennellata di boiacca.
La costruzione prosegue con un'ulteriore colata di cemento e l'inserimento di nuovi elementi. Questa volta si tratta di resti umani.
Il cranio è realizzato con un frammento di pietra artificiale, mentre le costole sono in realtà unghie. "Ah, che schifo!" dirà qualcuno.
Beh, dovendo trovare un modo facile ed economico per rendere delle ossa umane, la prima cosa che mi è venuta in mente sono le lische di pesce, ma tra quelle e le mie unghie preferisco senza dubbio le seconde. E poi in questo caso il materiale usato si avvicina davvero molto a quello reale!
Andiamo avanti. Mentre sono alla ricerca di qualche attrezzo perduto, mi imbatto in un materiale messo da parte molto tempo prima con l'intenzione di usarlo per il sottosuolo della Domus e poi del tutto dimenticato: frammenti di corteccia raccolti in un'aiuola e che per il loro aspetto potrebbero sembrare stratificazioni rocciose.
A questo punto ormai risulta impossibile rimuovere il primo strato di cemento, un tutt'uno con le viti e l'armatura interna. Riesco però a staccare la metà superiore senza fare troppi danni e ad inserire un pezzo di corteccia.
Una volta uniformato il colore con il cemento, il nuovo elemento si integra perfettamente con il resto dei materiali, rendendo proprio l'idea che cercavo.
Peccato non averlo potuto inserire prima, perché dal punto di vista geologico questa stratificazione mi convince ben poco. Sarebbe forse più plausibile se si trattasse di magma solidificato in seguito a un'eruzione. Ma siamo a Genova, non a Pompei...
Adesso però è di nuovo la volta dei fossili ad essere modificati. Non del tutto convinto dall'aspetto della chiocciola bianca, che oltretutto sporge eccessivamente dal muro, decido di provare a sezionarla applicando di piatto il disco diamantato del Dremel.
Ovviamente questa, non appena entra in contatto con lo strumento rotatorio va in mille pezzi, obbligandomi a sostituirla con quella più piccola precedentemente scartata.
Avevo messo in conto anche questo quindi non mi dispero più di tanto.
Nella parte superiore della finestra userò altri materiali ancora, tra cui sassolini, sabbia e carbonella.
La carbonella del barbecue, opportunamente sbriciolata, mi serve per realizzare uno strato di ceneri, probabile conseguenza di un evento tragico quale un grosso incendio o un attacco alla città da parte dei saraceni.
Osservando le aree archeologiche è facile notare questo tipo di stratificazioni, ben riconoscibili anche da occhi poco esperti.
Un ulteriore livello è costituito dal cemento (sempre misto a terriccio per ottenere un tono marrone) che farà da fondo a un vecchio acciottolato, anch'esso rimasto sepolto da successive stratificazioni (queste realizzate con sabbia di mare e colla bianca).
La superficie sarà formata da alcuni scalini in pietra, posati al di sopra del selciato precedente.
Questi però li vedremo nel post relativo alla pavimentazione del vicolo.
Dopo aver verniciato la superficie con smalto trasparente, posso considerare conclusa la composizione della stratigrafia.
Tutt'altro che conclusa è invece la finestra in generale, che per meritarsi questo nome avrà ancora bisogno di un vetro e una cornice...
MATERIALI:
pietra di fiume, cemento a presa rapida, colla bianca, sabbia, sassolini, carbonella, corteccia, gusci di lumaca, tempere, pietra artificiale, viti, unghie, piante secche, smalto trasparente, colla spray;
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, spatolina, Dremel, morsa da tavolo;
MISURE (in cm):
Siccome durante la costruzione della "finestra archeologica" alcune idee erano state scartate per mancanza di spazio, decido di riesumarle per la costruzione di una seconda finestra, attraverso la quale sarà possibile osservare una sezione verticale del sottosuolo.
Il primo elemento ad essere inserito è un frammento di ciottolo di fiume, che in questo caso svolge il ruolo di roccia. Dopo un'iniziale incertezza, ricolloco la pietra dietro al rivestimento, lasciando un certo margine per il futuro inserimento di un vetro di protezione (di cui ancora non dispongo).
Poi, sopra la pietra verso una colata di cemento misto a terriccio, che successivamente lavorerò per inserire i primi elementi "biologici" alla mia finestra: i fossili.
Trattasi in realtà dei gusci di due piccole lumache trovate all'interno di un cavolfiore.
Siccome i gusci sono semi-trasparenti, prima di collocarli ne riempo l'interno con tempera marrone per renderli più visibili.
Inizialmente uno solo di questi è inserito nella finestra, affiancato da un altro più vecchio trovato in mezzo ai sassolini di fiume.
Ad accompagnare questi fossili spiraliformi (ammoniti, direi), inserirò anche un paio di gasteropodi, recuperati in questo caso tagliando la punta di due vecchie viti.
Altri fossili più piccoli sono rappresentati da elementi vegetali secchi, incollati alla superficie e successivamente integrati al resto del sottosuolo con una spennellata di boiacca.
La costruzione prosegue con un'ulteriore colata di cemento e l'inserimento di nuovi elementi. Questa volta si tratta di resti umani.
Il cranio è realizzato con un frammento di pietra artificiale, mentre le costole sono in realtà unghie. "Ah, che schifo!" dirà qualcuno.
Beh, dovendo trovare un modo facile ed economico per rendere delle ossa umane, la prima cosa che mi è venuta in mente sono le lische di pesce, ma tra quelle e le mie unghie preferisco senza dubbio le seconde. E poi in questo caso il materiale usato si avvicina davvero molto a quello reale!
Andiamo avanti. Mentre sono alla ricerca di qualche attrezzo perduto, mi imbatto in un materiale messo da parte molto tempo prima con l'intenzione di usarlo per il sottosuolo della Domus e poi del tutto dimenticato: frammenti di corteccia raccolti in un'aiuola e che per il loro aspetto potrebbero sembrare stratificazioni rocciose.
A questo punto ormai risulta impossibile rimuovere il primo strato di cemento, un tutt'uno con le viti e l'armatura interna. Riesco però a staccare la metà superiore senza fare troppi danni e ad inserire un pezzo di corteccia.
Una volta uniformato il colore con il cemento, il nuovo elemento si integra perfettamente con il resto dei materiali, rendendo proprio l'idea che cercavo.
Peccato non averlo potuto inserire prima, perché dal punto di vista geologico questa stratificazione mi convince ben poco. Sarebbe forse più plausibile se si trattasse di magma solidificato in seguito a un'eruzione. Ma siamo a Genova, non a Pompei...
Adesso però è di nuovo la volta dei fossili ad essere modificati. Non del tutto convinto dall'aspetto della chiocciola bianca, che oltretutto sporge eccessivamente dal muro, decido di provare a sezionarla applicando di piatto il disco diamantato del Dremel.
Ovviamente questa, non appena entra in contatto con lo strumento rotatorio va in mille pezzi, obbligandomi a sostituirla con quella più piccola precedentemente scartata.
Avevo messo in conto anche questo quindi non mi dispero più di tanto.
Nella parte superiore della finestra userò altri materiali ancora, tra cui sassolini, sabbia e carbonella.
La carbonella del barbecue, opportunamente sbriciolata, mi serve per realizzare uno strato di ceneri, probabile conseguenza di un evento tragico quale un grosso incendio o un attacco alla città da parte dei saraceni.
Osservando le aree archeologiche è facile notare questo tipo di stratificazioni, ben riconoscibili anche da occhi poco esperti.
Un ulteriore livello è costituito dal cemento (sempre misto a terriccio per ottenere un tono marrone) che farà da fondo a un vecchio acciottolato, anch'esso rimasto sepolto da successive stratificazioni (queste realizzate con sabbia di mare e colla bianca).
La superficie sarà formata da alcuni scalini in pietra, posati al di sopra del selciato precedente.
Questi però li vedremo nel post relativo alla pavimentazione del vicolo.
Dopo aver verniciato la superficie con smalto trasparente, posso considerare conclusa la composizione della stratigrafia.
Tutt'altro che conclusa è invece la finestra in generale, che per meritarsi questo nome avrà ancora bisogno di un vetro e una cornice...
MATERIALI:
pietra di fiume, cemento a presa rapida, colla bianca, sabbia, sassolini, carbonella, corteccia, gusci di lumaca, tempere, pietra artificiale, viti, unghie, piante secche, smalto trasparente, colla spray;
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, spatolina, Dremel, morsa da tavolo;
MISURE (in cm):
(da verificare)
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