Costruzione 60: Pavimentazione della loggia (1)

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Il loggiato, insieme ai magazzini del piano terreno, rappresenta la superficie pavimentale più ampia che mi trovo a dover realizzare. Questo grande spazio quadrato, sul quale si apre l'arcata ogivale della facciata, è un luogo importante nel complesso della Domus. Qui si svolge parte dell'attività commerciale, ma è anche un luogo adibito ad uso familiare, soprattutto nelle grandi occasioni e durante le festività. Spesso infatti le case medievali genovesi non disponevano di un cortile interno (che sarebbe divenuto più comune in epoche successive), e quindi i proprietari usavano questo spazio per organizzare celebrazioni e ricevimenti, ovviamente approfittando dell'occasione per mettersi in mostra dinanzi al popolo.

I miei primi studi per il disegno del pavimento sono orientati verso una ripartizione dello spazio in 4 parti uguali, seguendo la griglia muraria fin qui realizzata. L'intero piano di calpestio verrebbe realizzato in blocchi di ardesia, disposti in file inclinate a 45° attorno ad una croce centrale (inizialmente in marmo bianco). La prova qui a lato, effettuata senza tagliare le pietre, ha lo scopo di visualizzare questa soluzione.

Mi rendo conto però che in questo modo lo spazio non viene adeguatamente valorizzato, mentre una copertura uniforme di tutta la loggia ne accentuerebbe ulteriormente l'estensione.
Prendo quindi in considerazione l'idea di realizzare una pavimentazione più irregolare, disponendo grossi lastroni diseguali in modo più o meno casuale, fino a coprire tutta la superficie. Questa è una soluzione adottata spesso nelle pavimentazioni esterne, ma tutto sommato poco elegante per il loggiato principale di una casa nobiliare.
A questo punto la scelta ricade su un disegno bicromatico, in cui le piastrelle sono disposte secondo un disegno preciso e ripetitivo.
Ho in mente due pavimentazioni in particolare: una alterna grandi piastrelle ottagonali nere ad altre più piccole e quadrate in marmo bianco. Molto comune negli edifici del centro storico, ma ben poco medievale (nella foto, il terrazzo di Palazzo Rosso - 1671).


La seconda, anch'essa in pietra bianca e nera, l'ho potuta osservare in un terrazzino del Castello D'Albertis, eccentrico edificio ottocentesco che pur non essendo medievale, riproduce e mescola elementi gotici secondo il gusto dell'epoca.


Questo secondo modello mi sembra molto più indicato per la loggia, quindi come d'abitudine, procedo a realizzare una piccola prova di taglio e composizione delle pietre.
Il materiale usato è ovviamente l'ardesia per quanto riguarda le parti scure, mentre i riquadri bianchi sono realizzati con le stesse piastrelle ceramiche dell'ingresso.

In quest'occasione cerco di sviluppare un metodo di taglio dell'ardesia che mi permetta di ottenere in poco tempo molti pezzi di uguali dimensioni, ma dopo qualche tentativo effettuato con l'uso del Dremel e del righello metallico, decido di desistere. L'ardesia infatti, tagliata in strisce così sottili risulta piuttosto fragile e si scheggia prima del distacco.
Taglio quindi le piastrelle sagomandole manualmente una ad una, perdendo molto tempo ma ottenendo un risultato più preciso.
Ecco la prima prova di composizione dei pezzi:


Ed uno studio a matita realizzato prima della posa definitiva:






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