Costruzione 007: Muri in mattoni (1)

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In questa sequenza di immagini si possono osservare varie fasi di costruzione delle murature della cantina.

Dopo aver realizzato qualche altro centinaio di mattoncini con il DAS, ne colloco una prima fila lungo le pareti di cemento, delimitando così definitivamente lo spazio del pavimento.
Incollo i mattoni con un filo di colla bianca, facendo attenzione ad evitare sbavature verso l'esterno.
Una volta terminata ogni singola riga, pareggio la superficie con la carta abrasiva per mantenere l'orizzontalità dei corsi.
La fila successiva, ovviamente, dovrà essere collocata in modo che i giunti tra i mattoni non coincidano con quelli della precedente.


Sulla soglia che si vede nella foto centrale, colloco file di mattoni in modo da formare un piccolo gradino. Inizialmente infatti, su questo lato non era prevista nessuna apertura e rimaneva quindi scoperta la base in cemento. Considerazioni successive mi hanno portato ad aprire un ingresso anche su questa parete per rendere più visibile l'interno una volta terminata la copertura della cantina.
Idealmente questa soglia mette in comunicazione l'ambiente della cantina con i sotterranei dell'edificio adiacente, appartenente allo stesso proprietario.



Altre parti della muratura rimangono momentaneamente incomplete e vengono riprese in un secondo tempo, come questa lungo il corridoio esterno. Il passaggio era già parte del progetto iniziale, e conduce fuori da quello che è fisicamente il sotterraneo dell'edificio.
Il sottosuolo della città è attraversato da tutta una serie di tunnel e condotti, e questa uscita segreta cpotrebbe collegarsi ad un altro edificio, oppure semplicemente proseguire fino a sbucare in qualche condotto fognario.
Oppure ancora, attraverso questa galleria si può raggiungere una grotta sotterranea dove una piccola imbarcazione è pronta a salpare in qualsiasi momento...
Appena ne avrò l'occasione darò un'occhiata alle mappe del catasto e vi farò sapere.


Qua sopra, l'aspetto della muratura una volta raggiunta l'altezza prestabilita.
Il muro va ancora carteggiato e cementato, ma prima mi cimenterò nelle volte di copertura del corridoio e dell'ingresso laterale...





Materiali: Filo di ferro

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Vecchio filo metallico di vari spessori, leggermente arrugginito, raccolto per strada in diverse occasioni. Opportunamente sagomato, può essere usato per...  fare alcune cose di cui è ancora presto per parlare.



Costruzione 006: Strutture in cemento armato (parte 2)

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Dopo il primo deludente tentativo, riprendo la costruzione delle strutture in cemento.
Questa volta preparo stampi separati per muri e pilastri, ovviamente dopo aver preso attentamente le misure della base. Decido però di abbandonare l'idea delle barre d'acciaio agli angoli, principalmente per la difficoltà di mantenerle perfettamente perpendicolari al terreno e perché mi sarebbero d'intralcio in tutte le successive fasi di costruzione. Delego quindi ad un secondo momento lo studio di un sistema di supporto valido...
Gli stampi comunque sono già forniti di armatura interna metallica, e vengono realizzati con un cemento a presa rapida che contiene nell'impasto anche un po' di sabbia, al contrario di quello usato per la riempitura dei giunti del pavimento.
Nelle seguenti immagini si possono vedere le fasi di preparazione dei pilastri e di una delle pareti:


In alto a destra, una panoramica delle strutture già montate. Per fissarle alla base, oltre all'incastro delle stesse armature metalliche, ho usato un mastice speciale molto resistente. Al centro si notano anche alcune prove di taglio effettuate sull'ardesia, ma di queste parlerò più avanti.
Nelle foto in basso, invece, alcuni dettagli:

  1. Una delle armature metalliche fuoriesce dal cemento;
  2. Uno degli angoli esterni, rinforzato con la struttura in ferro e il mastice;
  3. Un altro angolo, dove ho rammendato alla meglio un muro già esistente ma incompleto, utilizzando uno dei pilastri e del filo metallico.


Per la realizzazione di queste strutture, come si nota, non mi sono preoccupato del fattore estetico, in quanto a lavoro terminato non saranno più visibili. Qui infatti ci troviamo ancora al livello dei sotterranei, e lo spazio eccedente oltre i muri perimetrali sarà successivamente riempito. Si tratta infatti del terreno che circonda le fondamenta dell'edificio e che è sovrastato dalla via pubblica...




Costruzione 005: Strutture in cemento armato (parte 1)

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Con questo post inauguro ufficialmente la sezione Errori...

Una volta terminata la pavimentazione, inizia la fase di costruzione "in verticale".
Devo innanzi tutto fare una parentesi per spiegare la mia scelta di usare strutture in cemento armato, che di medievale hanno ben poco.

L'ambiente della cantina, che rappresenta i sotterranei dell'edificio, nella realtà sarebbe circondata dal terreno (a Genova in gran parte roccioso) o dalle fondazioni degli edifici adiacenti, e sarebbe costituita alla base da spesse mura in pietra e mattoni. Niente cemento, quindi.
Nel mio caso però, la miniatura dell'edificio non risulta inserita nel terreno, e non può sfruttare neppure appoggi laterali ad altre strutture già esistenti, ergendosi isolata come una torre. Inoltre, le sollecitazioni a cui presumibilmente verrà sottoposta la struttura (spostamenti, possibili urti, ecc...) non sono certo quelle che può subire un normale edificio cittadino. Questo, oltre ad auto-sostenersi con il suo stesso peso, ha la caratteristica di essere irremovibile dal momento della sua costruzione, a meno di un terremoto o di qualche altro evento distruttivo.
L'idea era quindi quella di costruire una struttura portante in cemento armato, con pilastri metallici ai quattro angoli lungo tutta l'altezza dell'edificio, che avrebbero garantito una maggior resistenza e che sarebbero comunque risultati invisibili una volta terminata la costruzione.
Come vedremo, l'idea (di per sé ben studiata), è riuscita solo in parte e dopo avermi causato non pochi mal di testa.


Per prima cosa, seguendo il disegno delle fondazioni intorno al pavimento della cantina, ho costruito con le assi di legno uno stampo completo delle murature, all'interno del quale avrei poi dovuto inserire le barre metalliche, esattamente come avviene in un vero cantiere. Queste ultime le ho ricavate dalla struttura di sostegno di una vecchia scaffalatura, che ho successivamente limato e scanalato per tutta la loro lunghezza al fine di migliorare la loro aderenza con il cemento.


Fino a qui, tutto bene. Poi è arrivato il momento di preparare il cemento e riempire gli stampi...
Per permettere al cemento di riempire fino in fondo gli stampi, lunghi e stretti, senza formare bolle d'aria, ho preparato un composto un po' più liquido e l'ho colato negli spazi tra le assi.


Questo, a posteriori, si rivelerà un errore fatale. L'eccesso di acqua non impedirà al cemento di asciugare, complice anche il clima secco di Granada, ma il materiale risultante sarà fragile e di pessima qualità, tanto che una volta secco mi si sgretolerà tra le dita.


In queste foto, scattate dopo la rimozione degli stampi, si vede chiaramente che la struttura è difettosa e si rende quindi necessario un cambio di metodo. I lavori vengono paralizzati. Per qualche giorno l'area viene usata anche come parcheggio abusivo. Poi decido un intervento drastico, e le strutture vengono quasi interamente demolite, fatta eccezione di un muro perimetrale, dall'aspetto più solido.


Si ritorna quindi alla situazione di partenza: base in cemento e pavimento in mattoni.
Dopo un iniziale scoraggiamento, riprendo i lavori, facendo tesoro dei miei precedenti errori .
Questa volta però non ricostruisco tutta la struttura in legno, ma decido di fabbricare i muri e i pilastri in stampi orizzontali separati e di montarli successivamente...

(continua QUI)



Building a miniature herringbone brick floor (Construction #4)

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The technique chosen for the cellar floor is the herringbone (opus spicatum), one of the most classic and decorative motifs used since ancient times.

I rely on a simple but effective material for laying on the concrete base: vinyl glue. This glue is white at first, but becomes transparent when it dries, thus avoiding annoying stains in case of smudging. The only “flaw”: it’s water-soluble, which is why I can’t use the Domus as a garden decoration!

First, I place a row of bricks along the entire perimeter of the basement and around the bases of the pillars until they form a sort of frame. However, I am very careful not to let the glue leak out of the cracks, and for this I use a pair of metal tweezers that allow me greater precision (the bricks are definitely small in this scale, and working exclusively with my fingers would risk a nervous breakdown).



After the frame, I begin laying the first row of bricks at a 45-degree angle, preparing small areas of the floor with glue from time to time. If there are areas of unused glue, I remove it before it dries so that its volume does not interfere with the laying of the next bricks.

Everything goes more or less smoothly, with the only difficulty being keeping the “spikes” straight. The bricks are not all the same length, and some have to be reworked before being laid. In addition, the more than one thousand pieces I made ran out about halfway through the work, forcing me to interrupt the laying to prepare a second board (a full day’s work between modeling, cutting, drying, and later finishing with sandpaper).





Once the composition of the spikes is finished and the remaining corners along the edges are filled with custom cut bricks, I evel the entire floor with some rather vigorous sanding.

The last step, after thoroughly cleaning the surface from clay dust (a sea of dust), is to fill the joints with cement. I use quick-setting cement, which reaches optimum hardness in 2 to 4 hours and can be applied without the addition of sand. This makes the mixture more fluid and it penetrates better into the spaces between the bricks.





At this point I let it dry, although I’ll have to sand the entire surface again later to fill in the recurring cracks. I’ll still leave some bumps and minor imperfections to make it more realistic to the eye.

Cleaning is done with a slightly damp cloth, which allows the bricks to re-emerge by removing excess material.





(Extract from the book "DOMUS project: Building a Miniature House Brick by Brick. The BasementDOMUS project: Building a Miniature House Brick by Brick. The Basement")





Costruzione 004: Pavimento in mattoni a spina di pesce

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Una volta realizzata la base e delimitata la superficie del sotterraneo con la soletta in cemento, è arrivato il momento di iniziare la posa dei mattoni.
Il motivo scelto per la pavimentazione della cantina è quello a lisca di pesce, del quale ho parlato qui.

Per la posa dei mattoncini sul cemento ricorro ad un materiale semplice ma efficace: la colla vinilica. La colla appare inizialmente bianca, ma diventa trasparente una volta asciutta, evitando così inestetismi in caso di sbavature.In questo caso si può dire che sostituisce la calce, che in dimensioni così ridotte avrebbe dato risultati peggiori.
Dopo aver effettuato alcune prove di composizione a secco (foto qui sotto), sono pronto ad iniziare il lavoro.


Per prima cosa colloco una prima fila di mattoncini lungo tutto il perimetro della cantina e intorno alle basi dei pilastri, a modo di cornice. Sto comunque molto attento a non far fuoriuscire la colla dalle fessure e a questo scopo uso un paio di pinzette metalliche, che mi permettono una maggiore precisione. I mattoncini infatti sono molto piccoli, e lavorando solo con le dita rischierei l'esaurimento nervoso.


 Dopo la cornice, inizio ad inserire la prima fila di mattoni inclinati a 45°, preparando di volta in volta piccole porzioni di pavimento con la colla. Quando per qualche motivo rimangono piccole superfici di colla secca non usata, la rimuovo con il cutter per evitare che il suo volume alteri la disposizione dei mattoni.
Il lavoro procede più o meno spedito, con l'unica difficoltà di mantenere dritta la disposizione degli "spicchi". I mattoni infatti non hanno tutti la stessa lunghezza, e alcuni vanno ulteriormente limati prima della posa. Inoltre c'è anche da dire che i circa 1300 mattoni che avevo fabbricato, si sono esauriti più o meno a metà del pavimento, e ho dovuto prepararne un'altra tavolata (una giornata di lavoro tra impasto, taglio, essicazione e limatura).



Una volta terminata la composizione e riempiti gli angoli vuoti rimasti lungo i bordi con mattoncini tagliati a base triangolare o trapezoidale, procedo con una carteggiatura piuttosto energica, per livellare tutto il pavimento.
L'ultimo passaggio, dopo aver ripulito per bene il pavimento dalla polvere di DAS (un mare di polvere, questo è un lavoro da fare esclusivamente in esterno), è la riempitura dei giunti con il cemento.
Questa volta uso cemento a presa rapida, che raggiunge una durezza ottimale in 2/4 ore, e che può essere applicato senza l'aggiunta di sabbia. In questo modo il composto risulta più fine e penetra meglio tra i mattoni.



A questo punto è sufficiente lasciar asciugare il cemento, e poi bisognerà nuovamente carteggiare tutta la superficie, tappando eventuali buchi che dovessero ripresentarsi.
Alla fine lascio comunque alcuni dislivelli e difetti che contribuiscono a rendere il tutto più realistico.
Nelle foto in basso: il pavimento completato. Sono visibili anche i fori per l'inserimento dell'armatura metallica dei pilastri.









 
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