Il post in assoluto più visitato di questo blog è sicuramente quello relativo alla fabbricazione dei mattoncini con il Das. Diciamo che, per quanto riguarda i motori di ricerca, è un po' il mio cavallo di battaglia.
Nonostante questo, fin dall'inizio la scelta del Das come materiale fu quasi obbligata, non avendo a disposizione le attrezzature necessarie per realizzare i mattoncini in argilla (come avrei voluto).
L'uso di questo surrogato ha sempre rappresentato una pecca nella mia continua ricerca di materiali il più possibile vicini a quelli "originali", anche se finora si è dimostrato efficace e di facile applicazione.
Da tempo stavo valutando la possibilità di realizzare i mattoncini in modo differente, testando diversi materiali e tecniche. Una delle prove portate a termine (quasi) con successo, è rappresentata appunto dall'uso dell'argilla artistica, di cui acquistai un pacchetto da mezzo chilo.
La tecnica in realtà è esattamente la stessa utilizzata con il Das: sulla tavoletta di parquet con mattarello, squadra e spatola. Ciò che cambia sono i tempi di asciugatura (leggermente più lunghi) e, appunto, il materiale usato.
I mattoncini in argilla si presentano più lisci e dagli spigoli più netti rispetto a quelli in Das, che assumono un aspetto che definirei "pastoso". In generale, questi assomigliano molto di più a veri mattoni nuovi di fabbrica.
Fin qui tutto bene. Poi, non disponendo di un forno adatto, ho voluto verificare la possibilità di utilizzare altri metodi di cottura, in particolare la tecnica con forno a segatura. Il mio (patetico) tentativo, portato a termine utilizzando un vecchio vaso come forno, non ha dato risultati degni di pubblicazione. Inoltre, in questo modo, il colore dei mattoncini veniva eccessivamente alterato dal processo di cottura.
Di conseguenza, pensai di impiegare i mattoncini così com'erano, trattandosi comunque di una struttura non pensata per essere esposta alle intemperie.
Nelle mie intenzioni, le arcate del fondaco sarebbero state i primi elementi della Domus costituiti da mattoncini in argilla. La resistenza di questi mattoncini crudi era paragonabile a quella dei loro cugini in Das. La prova sul campo, però, ha messo in evidenza il loro punto debole.
Probabilmente a causa della superficie così liscia, la colla non fa buona presa, allungando esageratamente i tempi di asciugatura e risultando debole perfino una volta secca.
L'arco così composto si disfa troppo facilmente, impedendo il proseguimento dei lavori.
Ecco dunque qual era il pregio del Das: la capacità di assorbire l'umidità della colla grazie alla sua porosità facilitava l'assemblaggio dei pezzi rendendo il tutto più resistente in tempi brevissimi!
Comunque, diciamo che avendo a disposizione un normale forno per terracotta, questo appena descritto sarebbe il metodo "normale" per ottenere dei buoni mattoncini in cotto.
Giuseppe Verdi, Don Camillo, Michelangelo Buonarroti e la teoria dei frattali hanno contribuito in egual misura allo sviluppo di questo nuovo metodo per la realizzazione dei mattoncini.
Per quanto riguarda i primi due, ne ho già parlato in un recente post. La facilità con cui la scheggia di mattone della chiesa di Roncole si è convertita in vari mattoncini in miniatura, ha messo in moto un meccanismo mentale che trova il suo naturale sbocco nell'elaborazione di questa legge fondamentale della modellistica:
"Ogni mattone contiene al suo interno un numero variabile di mattoncini più piccoli, proporzionalmente alla scala di riduzione del modello originale"
Questa enunciazione si riallaccia direttamente alla definizione di "frattale", ovvero un "oggetto geometrico che si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, mantenendo lo stesso aspetto anche se visto con una lente d'ingrandimento".
E in tutto questo come entra Michelangelo?
Semplicemente per via del procedimento con cui otteniamo i mattoncini, cioè per sottrazione di materia. L'azione del levare è quella che ci porta ad estrarre i mattoni dalla materia prima, al contrario del mettere che ha dato come risultato tutti i mattoncini realizzati fino ad ora.
Ma vediamo cosa significa questo nella pratica:
Prima di tutto, recuperiamo un bel mattone pieno da qualche vecchio edificio in rovina. Basta guardarsi un po' intorno e non sarà difficile trovare case abbandonate o in demolizione (senza per forza andare a togliere materiale dalla casa del vicino, che poi rischia di cadere sporcandoci il giardino).
Questa sarà la materia prima per i nostri mattoncini. Prima di poter procedere alla lavorazione, però bisognerà assicurarsi che il materiale sia ben asciutto lasciando il pezzo esposto al sole per qualche giorno o se il tempo è piovoso, scaldandolo su una stufa. In questo modo elimineremo tutta l'umidità in esso contenuta, cosa facilmente rilevabile tramite la notevole diminuzione di peso del mattone.
Ora che il materiale è pronto, si può procedere al taglio. Io uso una normale sega per legno, in quanto ho verificato che questo tipo di argilla è piuttosto tenero e questo mi permette di evitare grandi polveroni. Non tutti i mattoni hanno la stessa durezza, comunque, e potrebbero essere necessari altri mezzi più efficaci. I mattoni antichi sono quelli più porosi e che si prestano meglio ai nostri scopi.
Le fette così ottenute andranno poi tagliate in strisce, e queste potranno essere segmentate in piccoli parallelepipedi con l'uso delle tenaglie.
Ognuno di questi blocchetti, opportunamente sagomato sulla carta vetrata, diventerà UNO dei nostri mattoncini.
Eh sì, è un metodo decisamente più lento rispetto a quello della tavola e c'è un notevole spreco di materiale, sia nella fase di taglio che di rifinitura, ma secondo me il risultato vale assolutamente la pena.
Adesso non otterremo più delle semplici imitazioni in Das di mattoni da costruzione, ma dei veri mattoni in cotto, ben stagionati, e che per giunta provengono dal riuso di autentici materiali da costruzione.
Cosa potremmo chiedere di più?
Per quanto riguarda la praticità d'uso, effettivamente i tempi di asciugatura della colla sono un po' più lunghi rispetto al Das, ma una volta che questa è secca le strutture risultano ben resistenti.
Come per gli altri mattoncini, con la carteggiatura si possono ottenere diverse forme, utili per la realizzazione di elementi speciali quali archi, volte, ecc.
Giusto perché vi facciate un'idea, ecco qui il primo utilizzo pratico dei nuovi mattoncini nella costruzione della Domus:
Il resto, lo vedremo strada facendo...
MATERIALI:
argilla, vecchi mattoni, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, sega
MISURE (in cm):
Nonostante questo, fin dall'inizio la scelta del Das come materiale fu quasi obbligata, non avendo a disposizione le attrezzature necessarie per realizzare i mattoncini in argilla (come avrei voluto).
L'uso di questo surrogato ha sempre rappresentato una pecca nella mia continua ricerca di materiali il più possibile vicini a quelli "originali", anche se finora si è dimostrato efficace e di facile applicazione.
Da tempo stavo valutando la possibilità di realizzare i mattoncini in modo differente, testando diversi materiali e tecniche. Una delle prove portate a termine (quasi) con successo, è rappresentata appunto dall'uso dell'argilla artistica, di cui acquistai un pacchetto da mezzo chilo.
Il metodo tradizionale
La tecnica in realtà è esattamente la stessa utilizzata con il Das: sulla tavoletta di parquet con mattarello, squadra e spatola. Ciò che cambia sono i tempi di asciugatura (leggermente più lunghi) e, appunto, il materiale usato.
I mattoncini in argilla si presentano più lisci e dagli spigoli più netti rispetto a quelli in Das, che assumono un aspetto che definirei "pastoso". In generale, questi assomigliano molto di più a veri mattoni nuovi di fabbrica.
Fin qui tutto bene. Poi, non disponendo di un forno adatto, ho voluto verificare la possibilità di utilizzare altri metodi di cottura, in particolare la tecnica con forno a segatura. Il mio (patetico) tentativo, portato a termine utilizzando un vecchio vaso come forno, non ha dato risultati degni di pubblicazione. Inoltre, in questo modo, il colore dei mattoncini veniva eccessivamente alterato dal processo di cottura.
Di conseguenza, pensai di impiegare i mattoncini così com'erano, trattandosi comunque di una struttura non pensata per essere esposta alle intemperie.
Nelle mie intenzioni, le arcate del fondaco sarebbero state i primi elementi della Domus costituiti da mattoncini in argilla. La resistenza di questi mattoncini crudi era paragonabile a quella dei loro cugini in Das. La prova sul campo, però, ha messo in evidenza il loro punto debole.
Probabilmente a causa della superficie così liscia, la colla non fa buona presa, allungando esageratamente i tempi di asciugatura e risultando debole perfino una volta secca.
L'arco così composto si disfa troppo facilmente, impedendo il proseguimento dei lavori.
Ecco dunque qual era il pregio del Das: la capacità di assorbire l'umidità della colla grazie alla sua porosità facilitava l'assemblaggio dei pezzi rendendo il tutto più resistente in tempi brevissimi!
Comunque, diciamo che avendo a disposizione un normale forno per terracotta, questo appena descritto sarebbe il metodo "normale" per ottenere dei buoni mattoncini in cotto.
Il metodo Domus
Giuseppe Verdi, Don Camillo, Michelangelo Buonarroti e la teoria dei frattali hanno contribuito in egual misura allo sviluppo di questo nuovo metodo per la realizzazione dei mattoncini.
Per quanto riguarda i primi due, ne ho già parlato in un recente post. La facilità con cui la scheggia di mattone della chiesa di Roncole si è convertita in vari mattoncini in miniatura, ha messo in moto un meccanismo mentale che trova il suo naturale sbocco nell'elaborazione di questa legge fondamentale della modellistica:
"Ogni mattone contiene al suo interno un numero variabile di mattoncini più piccoli, proporzionalmente alla scala di riduzione del modello originale"
Questa enunciazione si riallaccia direttamente alla definizione di "frattale", ovvero un "oggetto geometrico che si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, mantenendo lo stesso aspetto anche se visto con una lente d'ingrandimento".
E in tutto questo come entra Michelangelo?
Semplicemente per via del procedimento con cui otteniamo i mattoncini, cioè per sottrazione di materia. L'azione del levare è quella che ci porta ad estrarre i mattoni dalla materia prima, al contrario del mettere che ha dato come risultato tutti i mattoncini realizzati fino ad ora.
Ma vediamo cosa significa questo nella pratica:
Prima di tutto, recuperiamo un bel mattone pieno da qualche vecchio edificio in rovina. Basta guardarsi un po' intorno e non sarà difficile trovare case abbandonate o in demolizione (senza per forza andare a togliere materiale dalla casa del vicino, che poi rischia di cadere sporcandoci il giardino).
Questa sarà la materia prima per i nostri mattoncini. Prima di poter procedere alla lavorazione, però bisognerà assicurarsi che il materiale sia ben asciutto lasciando il pezzo esposto al sole per qualche giorno o se il tempo è piovoso, scaldandolo su una stufa. In questo modo elimineremo tutta l'umidità in esso contenuta, cosa facilmente rilevabile tramite la notevole diminuzione di peso del mattone.
Ora che il materiale è pronto, si può procedere al taglio. Io uso una normale sega per legno, in quanto ho verificato che questo tipo di argilla è piuttosto tenero e questo mi permette di evitare grandi polveroni. Non tutti i mattoni hanno la stessa durezza, comunque, e potrebbero essere necessari altri mezzi più efficaci. I mattoni antichi sono quelli più porosi e che si prestano meglio ai nostri scopi.
Le fette così ottenute andranno poi tagliate in strisce, e queste potranno essere segmentate in piccoli parallelepipedi con l'uso delle tenaglie.
Ognuno di questi blocchetti, opportunamente sagomato sulla carta vetrata, diventerà UNO dei nostri mattoncini.
Eh sì, è un metodo decisamente più lento rispetto a quello della tavola e c'è un notevole spreco di materiale, sia nella fase di taglio che di rifinitura, ma secondo me il risultato vale assolutamente la pena.
Adesso non otterremo più delle semplici imitazioni in Das di mattoni da costruzione, ma dei veri mattoni in cotto, ben stagionati, e che per giunta provengono dal riuso di autentici materiali da costruzione.
Cosa potremmo chiedere di più?
Per quanto riguarda la praticità d'uso, effettivamente i tempi di asciugatura della colla sono un po' più lunghi rispetto al Das, ma una volta che questa è secca le strutture risultano ben resistenti.
Come per gli altri mattoncini, con la carteggiatura si possono ottenere diverse forme, utili per la realizzazione di elementi speciali quali archi, volte, ecc.
Giusto perché vi facciate un'idea, ecco qui il primo utilizzo pratico dei nuovi mattoncini nella costruzione della Domus:
Il resto, lo vedremo strada facendo...
MATERIALI:
argilla, vecchi mattoni, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, sega
MISURE (in cm):
In media 0,2 x 0,4 x 0,6
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