Osservando gli edifici antichi del centro storico genovese è facile individuare molti elementi metallici che fuoriescono dalle murature in modo più o meno evidente. Si tratta delle cosiddette "catene", tiranti in ferro che in molti casi attraversano l'intera struttura con lo scopo di rafforzarne la stabilità e dei quali risultano visibili le estremità.
L'uso di questi elementi divenne prassi comune a Genova a partire da un'ordinanza del 1545, che mirava ad evitare l'uso di contrafforti esterni per il sostegno delle murature (i quali avrebbero occupato ulteriormente il suolo pubblico già assai limitato) e ad evitare cedimenti nelle strutture a causa delle spinte orizzontali di archi, volte e coperture.
E' probabile quindi che un edificio databile alla seconda metà del XIV° secolo come la Domus non fosse inizialmente dotato di questi elementi. D'altra parte, si sa che i committenti dell'opera sono molto avanti per il loro tempo, basti pensare al sistema di raccolta delle acque messo in opera alla base del vicolo e che per l'epoca era sicuramente avveniristico.
Grazie alla loro lungimiranza, alcune catene figurano già nel progetto originario, inserite all'interno delle murature principali.
I tiranti sono realizzati in ferro battuto e si compongono di due elementi: la catena, appunto (lunga asta a sezione quadrata o circolare) ed i bolzoni (o paletti capochiave), ai quali questa si allaccia tramite due occhi (asole).
La posa della mia prima catena avviene subito dopo il rinfianco delle volte dell'ingresso e del loggiato piccolo.
Dopo aver aperto due fori sui muri perimetrali per il passaggio del tirante, mi dedico alla costruzione del primo paletto. A questo scopo scelgo un filo di ferro dal diametro maggiore, visto che dovrò ribatterlo per dargli un aspetto più squadrato.
Una delle due estremità viene assottigliata fino ad assumere una forma quasi appuntita, mentre l'altra, più grossa e scalinata, impedirà che il paletto si sfili dall'occhio della catena.
La parte più difficile della posa riguarda la realizzazione delle asole. La catena infatti deve risultare della lunghezza corretta, non un millimetro di più né uno di meno.
Nel mio caso ovviamente non ha una vera e propria funzione di sostegno, anche se risulta comunque ben tesa.
Una curiosità che riguarda le catene è il metodo con il quale venivano posizionate. Per permettere un bloccaggio ottimale, il tirante veniva assicurato "a caldo", riscaldandolo al centro con l'uso del fuoco. Il ferro, che in questo modo si espandeva, tornava a ritirarsi durante il raffreddamento bloccando definitivamente la catena.
Io ho rinunciato quasi subito a giocare col fuoco, lasciando questo dettaglio come aneddoto per i lettori del blog.
Ed ecco come apparirà la mini-catena ai mini-passanti che transiteranno per il mini-vicolo:
MATERIALI:
filo di ferro, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, martello, incudine, cacciavite, morsetti
MISURE (in cm):
L'uso di questi elementi divenne prassi comune a Genova a partire da un'ordinanza del 1545, che mirava ad evitare l'uso di contrafforti esterni per il sostegno delle murature (i quali avrebbero occupato ulteriormente il suolo pubblico già assai limitato) e ad evitare cedimenti nelle strutture a causa delle spinte orizzontali di archi, volte e coperture.
E' probabile quindi che un edificio databile alla seconda metà del XIV° secolo come la Domus non fosse inizialmente dotato di questi elementi. D'altra parte, si sa che i committenti dell'opera sono molto avanti per il loro tempo, basti pensare al sistema di raccolta delle acque messo in opera alla base del vicolo e che per l'epoca era sicuramente avveniristico.
Grazie alla loro lungimiranza, alcune catene figurano già nel progetto originario, inserite all'interno delle murature principali.
I tiranti sono realizzati in ferro battuto e si compongono di due elementi: la catena, appunto (lunga asta a sezione quadrata o circolare) ed i bolzoni (o paletti capochiave), ai quali questa si allaccia tramite due occhi (asole).
La posa della mia prima catena avviene subito dopo il rinfianco delle volte dell'ingresso e del loggiato piccolo.
Dopo aver aperto due fori sui muri perimetrali per il passaggio del tirante, mi dedico alla costruzione del primo paletto. A questo scopo scelgo un filo di ferro dal diametro maggiore, visto che dovrò ribatterlo per dargli un aspetto più squadrato.
Una delle due estremità viene assottigliata fino ad assumere una forma quasi appuntita, mentre l'altra, più grossa e scalinata, impedirà che il paletto si sfili dall'occhio della catena.
La parte più difficile della posa riguarda la realizzazione delle asole. La catena infatti deve risultare della lunghezza corretta, non un millimetro di più né uno di meno.
Nel mio caso ovviamente non ha una vera e propria funzione di sostegno, anche se risulta comunque ben tesa.
Una curiosità che riguarda le catene è il metodo con il quale venivano posizionate. Per permettere un bloccaggio ottimale, il tirante veniva assicurato "a caldo", riscaldandolo al centro con l'uso del fuoco. Il ferro, che in questo modo si espandeva, tornava a ritirarsi durante il raffreddamento bloccando definitivamente la catena.
Io ho rinunciato quasi subito a giocare col fuoco, lasciando questo dettaglio come aneddoto per i lettori del blog.
Ed ecco come apparirà la mini-catena ai mini-passanti che transiteranno per il mini-vicolo:
MATERIALI:
filo di ferro, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, martello, incudine, cacciavite, morsetti
MISURE (in cm):
lunghezza catena: 10,7
lunghezza paletto: 2,4
lunghezza paletto: 2,4