Costruzione 67: Pavimento del fondaco (1)

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Prendendo come spunto alcune pavimentazioni viste in edifici genovesi (nel loggiato di Palazzo Ducale e al piano terreno della Commenda di San Giovanni di Prè), decido di realizzare una pavimentazione in materiale misto. Lo spazio verrà diviso in quattro quadrati di uguali dimensioni da due bande di materiale lapideo che si congiungeranno alla base della colonna, seguendo la struttura dei muri portanti e delle arcate dei sotterranei.
Gli spazi all'interno di questi quadrati (uno dei quali include la botola) verranno pavimentati in cotto (o meglio, in das) secondo la disposizione ad opus spicatum già utilizzata per la cantina.


Fatte le dovute misurazioni, procedo al taglio di tutte le pietre necessarie per completare questa sorta di croce, incluse le soglie delle due porte frontali e di quella laterale, della quale nel frattempo sto costruendo gli scalini (si vedranno meglio più avanti).


Una volta tagliati e verificati in sito tutti i pezzi preparo il fondo del pavimento livellandolo con attenzione e lascio asciugare.



La posa delle pietre avviene partendo dal centro. La base della colonna rimane solo appoggiata, ma servirà come punto di riferimento per la sistemazione di tutti gli altri pezzi, che invece incollo definitivamente.



Terminata questa operazione do una prima carteggiata alla superficie per eliminare eventuali sporgenze. Il resto delle rifiniture è rimandato a dopo la posa dei mattoni.

MATERIALI:
Ardesia, cemento a presa rapida.

STRUMENTI:
tenaglie, spatola piccola, carta abrasiva a grana grossa e fine, seghetto per metalli, matita, righello, livella a bolla, colla spray, colla bianca.

MISURE (in cm):
ampiezza delle strisce: 2
lunghezza: 13 - 13,7
spessore: 0,3
base della colonna: 2 x 2




Costruzione 66: Colonna bicroma (1) - La base

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Verificata la possibilità di lavorare il marmo anche con mezzi manuali, non mi resta che iniziare la costruzione della colonna, partendo ovviamente dalla base.

Il modello a cui mi ispiro è principalmente quello dei portici di via XX Settembre (a Genova), nel tratto immediatamente sottostante la chiesa di S.Stefano. In questo caso non si tratta di strutture medievali, essendo stati costruiti a fine '800 quando venne aperta l'attuale strada come prolungamento della preesistente via Giulia.
Queste colonne, seppure moderne, si ispirano ad architetture medievali, quindi in qualche modo possono servire come spunto per la realizzazione della mia miniatura.

Certo, dal punto di vista strettamente filologico è un errore, ma ciò che a me più importa non è l'esatta precisione storica, bensì la plausibilità della costruzione.
Mi spiego meglio. La domanda che mi pongo è la seguente: "E' verosimile che in età tardo-medievale qualcuno in questa città potesse costruire un edificio fatto in questo modo?"
Se la risposta è "", allora questo può rientrare nei miei riferimenti.

Se poi andiamo ad analizzare gli edifici esistenti è chiaro che ci troviamo invece davanti a limiti ben precisi dati dalla posizione sociale del proprietario e dalla sua disponibilità economica. A chi sarebbe mai venuto in mente di spendere chissà quale cifra per inserire una colonna con elementi in marmo (ben più costosa di una semplice in pietra, magari recuperata da qualche rovina più antica) in un ambiente che non è neppure visibile dall'esterno?
Come già detto, i proprietari della Domus non hanno questo tipo di problemi, e possono permettersi questo ed altri lussi.
Per avere un'idea dell'aspetto che dovrebbe avere il fondaco una volta terminato, vi rimando a questo studio già pubblicato in un vecchio post.

Tornando alla lavorazione della mia colonna, riesco a realizzare senza troppe difficoltà le diverse parti della base, ovvero un doppio plinto in ardesia e la base ottagonale in marmo sulla quale poggerà il fusto.


Successivamente decido di ridurre il plinto eliminando il parallelepipedo più grosso. L'altezza della base infatti risulterebbe eccessiva appesantendo la colonna anche dal punto di vista visivo.

Con molta cautela riesco ad incidere la base in marmo su tutti gli otto lati senza causarne la rottura, come accadde invece durante le prime prove.
In questa fase gli strumenti usati sono principalmente le lime per metalli, alternando quella tonda alla quadrangolare ed alla piatta usata di taglio.

Terminati i pezzi della base mi dedico, a titolo di prova, alla lavorazione di un elemento del fusto, in questo caso in ardesia.
Il primo e l'ultimo blocco saranno scuri e separeranno il corpo centrale della colonna dalla base e dal capitello, realizzati invece in marmo bianco.

Non so ancora con precisione da quanti blocchi sarà formato il fusto, ma è indispensabile che i pezzi presentino forme il più possibile regolari e precise.
Una buona tecnica sarebbe quella di levigare un unico pezzo di ardesia e uno di marmo delle stesse dimensioni per poi tagliarli a fette come zucchine ed alternarne i pezzi.


Di questo però mi occuperò in una fase successiva. Ora, avendo già completato il bordo della botola e disponendo dell'ingombro preciso della colonna, potrò iniziare la posa del pavimento del fondaco...

MATERIALI:
Ardesia, marmo bianco.

STRUMENTI:
carta abrasiva a grana grossa e fine, lime per metalli a base quadrata, circolare grande e piccola e semicircolare (di taglio), seghetto per metalli, scalpello e martello.

MISURE (in cm):
plinto inferiore: scartato
plinto superiore: base 1,9 x 1,9; altezza 1,15;
base in marmo: altezza 0,7;
elemento del fusto: diametro 1,5; lato 0,6; altezza 0,6 (bianchi) 0,7 (neri).
altezza totale base + fusto (finora): 5,9




Costruzione 65: Taglio del marmo

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In un vecchio post in cui descrivevo i vari tipi di pietre con cui mi trovavo a lavorare nella costruzione della Domus, accennavo al fatto che il marmo bianco si era rivelato troppo fragile per essere scolpito in pezzi piccoli quali colonnine e capitelli.
Fino ad ora però non avevo ancora affrontato realmente la costruzione di nessun elemento con questo materiale, ad eccezione del bordo della botola piccola.
Adesso mi trovo a dover progettare la colonna bicroma (in marmo e ardesia) che andrà situata al centro del magazzino, e si rende inevitabile la realizzazione di alcune prove di taglio.

Scelgo un pezzo di marmo dalla base pressoché quadrata ed inizio ad inciderlo sui quattro lati con il seghetto per metalli (al quale nel frattempo ho sostituito la lama, ormai consumatissima).
Una volta segnati i limiti entro i quali andrà tagliato il pezzo, inserisco lo scalpello in una delle fessure e con un colpo secco faccio in modo che si rompa esattamente lungo le linee precedentemente incise.
Avrei anche potuto tagliarlo interamente con il seghetto, ma a costo di consumare maggiormente la lama e con maggiore perdita di tempo. Oppure usando la ruota diamantata del Dremel, ma sollevando una gran quantità di polvere non compatibile con il lavoro in salotto. 

Questo sistema in fondo ricorda molto le tecniche realmente usate nelle cave per tagliare i blocchi di marmo: prima si incideva la pietra delineando i margini del pezzo, dopodiché all'interno dei solchi venivano spinti a forza dei paletti di legno. Questi, una volta inumiditi con l'acqua, aumentavano di volume causando la rottura della pietra. Se le incisioni erano state eseguite nel modo corretto il blocco si staccava da sé senza ulteriori sforzi.
Certo, poi bisognava trasportarlo fino al cantiere, cosa che a me riesce decisamente più facile viste le dimensioni!

Comunque, dopo questa prima ottima prova di taglio, mi cimento nella realizzazione di un parallelepipedo a base ottagonale che potrebbe già essere usato come base della suddetta colonna.
Per eliminare le parti di pietra in eccesso uso una grossa lima per legno, stando molto attento a non grattugiarmi le dita (cosa che comunque succede puntualmente). Per le rifiniture passo invece ad una lima a grana più fine che mi permette anche di lavorare le piccolissime modanature della base.
Sfortunatamente, a pezzo quasi ultimato, uno degli otto lati si spezza, forse sotto un colpo di lima troppo energico. Mi toccherà ricominciare da capo...

Tutto sommato però questa prova non è stata affatto tempo perso, in quanto ho potuto verificare che se trattato con le dovute cautele, anche il marmo può essere lavorato in pezzi di piccole dimensioni. Altro discorso sarà quando dovrò affrontare la costruzione delle colonnine per le finestre, per le quali sarà più probabile l'uso della pietra artificiale. Ma ogni cosa a suo tempo...




Progetto: Gli interni (2) - fondaco e piano ammezzato

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Tornando ad occuparmi della progettazione degli interni, questa volta mi soffermerò sulla struttura del fondaco, ovvero dei magazzini e dei locali commerciali che si aprono direttamente sul loggiato della Domus.

Il disegno che vedete qui sotto rappresenta uno spaccato dell'edificio, visto dall'angolo posteriore destro.


Per poter visualizzare gli interni ho virtualmente rimosso il muro perimetrale destro, mentre la parete posteriore sarà assente anche nella struttura reale. Da quel lato e dalle varie aperture (porte, finestre, arcate) sarà così possibile avere una visione dell'interno anche a lavoro ultimato, esattamente come già avviene per i sotterranei.
In questo caso mi sono concentrato maggiormente nello studio del piano terreno, che con qualche inevitabile modifica in corso d'opera dovrebbe risultare molto simile al disegno.

All'interno del fondaco lo spazio è diviso in orizzontale da un piano ammezzato in legno, accessibile dal magazzino tramite una scala, anch'essa in legno. Questi ambienti ospiteranno spazi destinati ad uso commerciale, in particolare gli uffici adibiti alla contabilità e in cui verranno ricevuti i clienti di riguardo. 
Anche il piano ammezzato si apre direttamente sulla loggia attraverso due piccole bifore (che nel disegno sono ancora rappresentate nella prima versione ad arco con grata in ferro) poste esattamente sopra le porte del magazzino.
Al centro della stanza si trova un'alta colonna bicroma che regge due arcate in mattoni e fa da spina portante per il solaio del piano superiore. A ben vedere la direzione del muro di spina dovrebbe essere perpendicolare alla facciata, ma questo mi creerebbe dei problemi di estetica ed anche di stabilità, data l'assenza già menzionata della parete posteriore.

Altri dettagli visibili nel disegno sono puramente ipotetici, come ad esempio la colonna e i due archi al primo piano o la pavimentazione della loggia, ancora in fase di studio e qui riprodotta nella prima versione quadripartita.

Ruotando l'immagine precedente di 90° a sinistra, otteniamo invece una visuale più precisa degli ambienti posti sul lato sinistro del complesso (la legnaia, il vano scale, la facciata sul vicolo in salita). In questo caso però il disegno è ancora in fase iniziale e ben poco di quello che rappresenta può dirsi definitivo. Per ora quindi non lo descriverò nel dettaglio, rimandandovi ad un futuro terzo post sullo studio degli interni...






 
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