Costruzione 66: Colonna bicroma (1) - La base

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Verificata la possibilità di lavorare il marmo anche con mezzi manuali, non mi resta che iniziare la costruzione della colonna, partendo ovviamente dalla base.

Il modello a cui mi ispiro è principalmente quello dei portici di via XX Settembre (a Genova), nel tratto immediatamente sottostante la chiesa di S.Stefano. In questo caso non si tratta di strutture medievali, essendo stati costruiti a fine '800 quando venne aperta l'attuale strada come prolungamento della preesistente via Giulia.
Queste colonne, seppure moderne, si ispirano ad architetture medievali, quindi in qualche modo possono servire come spunto per la realizzazione della mia miniatura.

Certo, dal punto di vista strettamente filologico è un errore, ma ciò che a me più importa non è l'esatta precisione storica, bensì la plausibilità della costruzione.
Mi spiego meglio. La domanda che mi pongo è la seguente: "E' verosimile che in età tardo-medievale qualcuno in questa città potesse costruire un edificio fatto in questo modo?"
Se la risposta è "", allora questo può rientrare nei miei riferimenti.

Se poi andiamo ad analizzare gli edifici esistenti è chiaro che ci troviamo invece davanti a limiti ben precisi dati dalla posizione sociale del proprietario e dalla sua disponibilità economica. A chi sarebbe mai venuto in mente di spendere chissà quale cifra per inserire una colonna con elementi in marmo (ben più costosa di una semplice in pietra, magari recuperata da qualche rovina più antica) in un ambiente che non è neppure visibile dall'esterno?
Come già detto, i proprietari della Domus non hanno questo tipo di problemi, e possono permettersi questo ed altri lussi.
Per avere un'idea dell'aspetto che dovrebbe avere il fondaco una volta terminato, vi rimando a questo studio già pubblicato in un vecchio post.

Tornando alla lavorazione della mia colonna, riesco a realizzare senza troppe difficoltà le diverse parti della base, ovvero un doppio plinto in ardesia e la base ottagonale in marmo sulla quale poggerà il fusto.


Successivamente decido di ridurre il plinto eliminando il parallelepipedo più grosso. L'altezza della base infatti risulterebbe eccessiva appesantendo la colonna anche dal punto di vista visivo.

Con molta cautela riesco ad incidere la base in marmo su tutti gli otto lati senza causarne la rottura, come accadde invece durante le prime prove.
In questa fase gli strumenti usati sono principalmente le lime per metalli, alternando quella tonda alla quadrangolare ed alla piatta usata di taglio.

Terminati i pezzi della base mi dedico, a titolo di prova, alla lavorazione di un elemento del fusto, in questo caso in ardesia.
Il primo e l'ultimo blocco saranno scuri e separeranno il corpo centrale della colonna dalla base e dal capitello, realizzati invece in marmo bianco.

Non so ancora con precisione da quanti blocchi sarà formato il fusto, ma è indispensabile che i pezzi presentino forme il più possibile regolari e precise.
Una buona tecnica sarebbe quella di levigare un unico pezzo di ardesia e uno di marmo delle stesse dimensioni per poi tagliarli a fette come zucchine ed alternarne i pezzi.


Di questo però mi occuperò in una fase successiva. Ora, avendo già completato il bordo della botola e disponendo dell'ingombro preciso della colonna, potrò iniziare la posa del pavimento del fondaco...

MATERIALI:
Ardesia, marmo bianco.

STRUMENTI:
carta abrasiva a grana grossa e fine, lime per metalli a base quadrata, circolare grande e piccola e semicircolare (di taglio), seghetto per metalli, scalpello e martello.

MISURE (in cm):
plinto inferiore: scartato
plinto superiore: base 1,9 x 1,9; altezza 1,15;
base in marmo: altezza 0,7;
elemento del fusto: diametro 1,5; lato 0,6; altezza 0,6 (bianchi) 0,7 (neri).
altezza totale base + fusto (finora): 5,9




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