Completato il "giro" a 360° della Domus con la realizzazione di tutti i pavimenti del piano terreno (ingresso, portico piccolo, loggiato, fondaco, vano di servizio) adesso tocca all'ultimo spazio rimasto incompiuto: il sottoscala.
Si tratta in realtà di due ambienti separati, uno dei quali più piccolo e dipendente dal primo, con il quale comunica tramite una piccola apertura con scalini in mattoni.
Le stanze si trovano all'interno del perimetro della torre e sono quindi delimitate dai grossi muri in pietra che ne formano la struttura.
La più grande, ricavata sotto la scalinata in pietra che porta al primo piano, ospiterà la legnaia. Qui sarà immagazzinata la legna destinata ad alimentare i camini dei piani superiori, nonché il fuoco della cucina.
Quella più piccola, inizialmente pensata come una semplice nicchia e poi ampliata all'estradosso della volta che copre la scalinata della cantina, potrà essere usata come ripostiglio o eventualmente accogliere i rami e i ceppi più piccoli.
In questa foto, nella quale ho sovrapposto alle strutture esistenti un disegno in sezione con le misure esatte del sottoscala, è possibile avere una visione virtuale di come apparirà il vano una volta costruito.
Questo schizzo mi sarà utile anche per determinare l'inclinazione della scala durante la posa dei gradini. Questi ultimi risulteranno visibili anche dalla stanza sottostante della quale costituiranno il soffitto.
Per poter procedere alla posa del pavimento sarà necessario prima delimitare gli spazi innalzando i muri circostanti. Il pietrisco usato per la loro costruzione è decisamente più duro dell'ardesia e non si presta ad essere lavorato in modo preciso. Lo scopo del suo utilizzo però è proprio quello di differenziare la struttura della torre dal resto della Domus e, anche se con un po' di difficoltà, è possibile comporre muri dall'aspetto abbastanza regolare. La colla usata è la stessa di tutte le altre murature, anche se ho notato che su questo materiale tarda di più ad asciugare. Forse la causa di questo è la forma irregolare dei pezzi, che non sempre combaciano perfettamente.
Il risultato di questa prima fase, comunque, lo si può vedere nelle foto.
Dopo aver collocato un paio di file di pietre su ogni lato e un piccolo scalino in ardesia per innalzare leggermente il livello del suolo, sono pronto per affrontare la messa in opera del pavimento.
Questa volta proverò un'altra tecnica di uso piuttosto comune in Liguria, ovvero la pavimentazione con lastroni di pietra scistosa dalla forma irregolare (denominate comunemente "ciappe") che vengono disposte di piatto per lastricare vialetti, giardini, cantine, ecc.
Per fabbricare le mie piccole ciappe riduco in scaglie una barra di ardesia piuttosto grossa con l'uso di scalpello e martello, . Poi scelgo i pezzi più adatti e li dispongo a formare una sorta di mosaico, limando qua e là per far coincidere i pezzi con la superficie da pavimentare.
Una volta terminata la composizione rimuovo tutte le scaglie e le riposiziono una ad una incollandole al fondo in cemento.
Tocco finale, la riempitura degli interstizi con boiacca di cemento e una passata con la spugnetta umida per rimuovere la sporcizia, e il pavimento in pietra a spacco può dirsi completato!
MATERIALI:
ardesia in scaglie, ghiaia grossa, das, cemento, boiacca di cemento, colla bianca
STRUMENTI:
pinzette, carta abrasiva, lima, tenaglie, pennello, spugnetta, scalpello, martello
MISURE (in cm):
sottoscala: 6,5 x 3
porta: ampiezza 2,5; altezza prevista 4
spessore dei muri: 2 / 2,5
Per poter procedere alla posa del pavimento sarà necessario prima delimitare gli spazi innalzando i muri circostanti. Il pietrisco usato per la loro costruzione è decisamente più duro dell'ardesia e non si presta ad essere lavorato in modo preciso. Lo scopo del suo utilizzo però è proprio quello di differenziare la struttura della torre dal resto della Domus e, anche se con un po' di difficoltà, è possibile comporre muri dall'aspetto abbastanza regolare. La colla usata è la stessa di tutte le altre murature, anche se ho notato che su questo materiale tarda di più ad asciugare. Forse la causa di questo è la forma irregolare dei pezzi, che non sempre combaciano perfettamente.
Il risultato di questa prima fase, comunque, lo si può vedere nelle foto.
Dopo aver collocato un paio di file di pietre su ogni lato e un piccolo scalino in ardesia per innalzare leggermente il livello del suolo, sono pronto per affrontare la messa in opera del pavimento.
Questa volta proverò un'altra tecnica di uso piuttosto comune in Liguria, ovvero la pavimentazione con lastroni di pietra scistosa dalla forma irregolare (denominate comunemente "ciappe") che vengono disposte di piatto per lastricare vialetti, giardini, cantine, ecc.
Per fabbricare le mie piccole ciappe riduco in scaglie una barra di ardesia piuttosto grossa con l'uso di scalpello e martello, . Poi scelgo i pezzi più adatti e li dispongo a formare una sorta di mosaico, limando qua e là per far coincidere i pezzi con la superficie da pavimentare.
Una volta terminata la composizione rimuovo tutte le scaglie e le riposiziono una ad una incollandole al fondo in cemento.
Tocco finale, la riempitura degli interstizi con boiacca di cemento e una passata con la spugnetta umida per rimuovere la sporcizia, e il pavimento in pietra a spacco può dirsi completato!
MATERIALI:
ardesia in scaglie, ghiaia grossa, das, cemento, boiacca di cemento, colla bianca
STRUMENTI:
pinzette, carta abrasiva, lima, tenaglie, pennello, spugnetta, scalpello, martello
MISURE (in cm):
sottoscala: 6,5 x 3
porta: ampiezza 2,5; altezza prevista 4
spessore dei muri: 2 / 2,5