Costruzione 63: Panche in pietra e soglie del fondaco

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All'interno del loggiato principale, ho deciso di realizzare due lunghe panche in pietra poste alla base dei muri laterali. Ricordavo di aver visto qualcosa di simile sotto il portico di palazzo S.Giorgio, nonché in alcune foto scattate all'interno del palazzo stesso. Purtroppo le immagini da me consultate erano a bassa risoluzione e alcuni dettagli risultavano illeggibili, obbligandomi a lavorare di fantasia. 
Il risultato finale si avvicina abbastanza al modello originale, che recentemente ho avuto modo di osservare di persona (vedi foto). Al tempo stesso però risulta differente, per la forma del bordo superiore e l'assenza di una pedata in pietra separata dal resto del pavimento. 


Probabilmente in futuro effettuerò qualche modifica a queste panche, un po' come accadde per le colonne della cantina, rimaneggiate più volte fino ad ottenere il risultato desiderato.
Comunque, ecco qui di seguito come procedo per la costruzione.

Durante la posa del pavimento del loggiato, avevo già tenuto conto dello spazio occupato dalle panche, all'interno del quale avevo sistemato un primo pezzo di ardesia che ne costituiva la base. Ora, dopo aver innalzato parzialmente i muri d'appoggio, posso allinearvi i blocchi che formeranno la struttura delle panche.
Sopra a questa fila di pietre colloco un listello di ardesia più sottile e dal bordo arrotondato e leggermente sporgente. Questa sarà la seduta della mia panchina realizzata in un unico, lungo pezzo.



Lavoro su una panca per volta, terminando prima quella sul lato destro della loggia. Questo perché la parete sinistra è meno avanzata a causa di alcune modifiche al progetto che sto effettuando su quel lato. Una volta comprovato l'effetto finale, comunque, ripeto le stesse operazioni con la panca sinistra e il risultato è identico.


Per finire, chiudo la cornice muraria della loggia misurando e tagliando le pietre che compongono la soglia delle due porte d'accesso al fondaco (ovvero i magazzini). Si tratterà di due portoni a doppia anta sufficientemente ampi da favorire il passaggio delle merci immagazzinate all'interno dei locali. Il sistema di movimentazione degli infissi sarà un po' diverso rispetto a quello del portone principale, ma per il momento le soglie sono molto simili a quella già realizzata per l'ingresso.






Costruzione 62: Pavimentazione della loggia (3) - Levigatura

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Ultima fase della costruzione del pavimento per il loggiato maggiore della Domus. 
Dopo le prove iniziali e la posa delle pietre, operazioni queste effettuate in casa, mi sposto adesso sul terrazzo preparandomi ad alzare un bel polverone. Per dare al pavimento il suo aspetto definitivo infatti, è giunto il momento della levigatura.

Come già anticipavo nel post precedente, ho mantenuto le pareti ad un livello più basso rispetto al pavimento per evitare che mi impedissero i movimenti della mano con la carta abrasiva. Il primo assalto però lo darò con il Dremel e alcuni dischi ritagliati appositamente da me.
Le piastrelle sono tutte ben fissate al fondo in cemento, ma presentano altezze differenti e alcuni spigoli sono molto sporgenti. La forte velocità di rotazione del Dremel mi permette di smussare questi spigoli più facilmente che non a mano. Senza contare che le piastrelle bianche sono piuttosto fragili e sotto una pressione eccessiva potrebbero scheggiarsi.

Dopo questa prima levigatura sommaria, passo all'uso della sola carta abrasiva a grana grossa, strofinandola energicamente su tutta la superficie e in tutte le direzioni. Dopo essermi graffiato diverse volte ho anche la bella idea di piegare verso l'esterno il filo metallico delle armature murarie (meglio tardi che mai).

Terza fase di levigatura, questa volta con carta abrasiva a grana fine, con la quale carteggio anche le pietre degli scalini per smussarne leggermente lo spigolo ed uniformarle al resto del pavimento.
A questo punto la superficie è liscia e non appare più graffiata come all'inizio.

Per finire, do ancora qualche ritocco qua e là con il Dremel, ripassando poi le singole aree ritoccate con la carta più sottile ed infine rimuovendo la polvere con un panno umido.


Ed ecco completato il pavimento. Manca ancora la riempitura degli interstizi con il cemento, cosa di cui mi occuperò più avanti, ma l'aspetto è quello desiderato.






Documentazione: I videocorsi Nettuno

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Internet è una risorsa fondamentale per il mio lavoro. Oltre alle ricerche su siti specializzati e forum, una delle migliori fonti a cui ho potuto attingere sono le videolezioni del network Nettuno.
Si tratta di una vera e propria università a distanza i cui corsi possono essere seguiti tramite la rete o i canali satellitari. Tra i vari indirizzi di studio (matematici, umanistici, scientifici) uno in particolare presenta diversi corsi a mio giudizio interessanti, ovvero quello per la "Laurea a distanza per operatori dei Beni Culturali", suddiviso poi in Beni Archeologici, Beni Archivistici e Librari e Ben Artistici.

I video delle lezioni sono in parte disponibili a questa pagina (non più attiva), ma possono essere scaricati quasi tutti attraverso programmi peer-to-peer come E-mule, spesso ad una risoluzione maggiore di quelli presenti sul sito.
Qui di seguito illustrerò uno ad uno i corsi che ho "frequentato" e che continuo a seguire, più che altro ascoltandoli mentre svolgo il mio lavoro di disegnatore.

Il primo che ha attirato la mia attenzione e che si è anche rivelato il più utile è il corso di Archeologia medievale, tenuto dal professor Fabio Redi dell'università di Pisa. Il corso si compone di 40 lezioni, anche se le più attinenti al lavoro sulla Domus sono quelle comprese tra la 8 e la 20. Dalla 21 alla 40 vi è un cambio di docente ed inizialmente le tematiche sono più autoreferenziali in quanto si tratta della storia del metodo archeologico e non della materia in sé. Inoltre il discorso è portato avanti in modo meno incisivo e coinvolgente rispetto al predecessore.

Questo infatti è il vero problema dei corsi di studio, così in video come nelle aule universitarie. Se il professore non sa tenere accesa l'attenzione degli studenti, anche gli argomenti più interessanti diventeranno mortalmente noiosi.
Per fortuna nel mio caso non è previsto nessun esame, quindi posso sospendere le lezioni in qualsiasi momento o evitare di studiare le parti che non mi interessano!

Data la provenienza del primo docente, molti degli esempi proposti all'interno del corso trattano della città di Pisa e della Toscana in generale. Molti elementi saranno sicuramente comuni all'edilizia genovese dell'epoca, ma anche le differenze sono certamente evidenti. Comunque, ecco i titoli da me seguiti del suddetto corso:

Lez. 8/11 -  Materiali e tecniche costruttive nel Medioevo: pietra, terra, legno
Lez. 12 - Il cantiere edile
Lez. 13 - "La città, le case e le cose"
Lez. 14 - La città tra crisi del mondo antico e alto medioevo
Lez. 15 - Populonia medievale. Una verifica archeologica
Lez. 16 - Centri di potere e topografia urbana
Lez. 17 - Edilizia pubblica e fortificazioni urbane
Lez. 18 - Strutture produttive, funzionali, commerciali
Lez. 19 - Tipologia dell'edilizia privata
Lez. 20 - Arredo domestico, arredo urbano

Un altra serie di lezioni ben condotte è quella di Storia Medievale del professor Paolo Delogu: anche qui 40 lezioni che sto ancora seguendo con interesse e che trattano la storia di tutto il periodo che va dal tardo impero romano fino alla fine del XIV° secolo. Non si tratta di architettura o archeologia se non di sfuggita, ma conoscere meglio la storia dell'epoca aiuta comunque a visualizzare quali potevano essere le abitudini e le necessità dei cittadini medievali. Senza contare che dando una ripassata a ciò che realmente si conosce del passato, spesso si scopre che le poche nozioni mandate a memoria tra i banchi di scuola non sono che mezze verità o clamorosi falsi storici, conditi da anni di disinformazione televisiva (hollywoodiana e non).

Per quanto riguarda l'architettura, i titoli interessanti sono due. Il primo riguarda la Storia dell'Architettura Antica in 6 videolezioni, focalizzate però esclusivamente sugli edifici dell'acropoli di Atene. E' comunque interessante vedere come sono composti quei monumenti e conoscere attraverso quali vicissitudini sono giunti fino a noi. Anche in questo caso il professore (Paolo Morachiello dell'università IUAV di Venezia) sa il fatto suo e riesce a spiegare chiaramente alcuni concetti non troppo semplici con l'aiuto di disegni dettagliati e planimetrie.

Il tasto dolente arriva con il corso di Architettura Tecnica, che almeno sulla carta dovrebbe essere il più attinente alla costruzione della Domus.
Com'è ovvio, il corso tratta principalmente le tecniche costruttive moderne, soffermandosi sulla nomenclatura dei vari elementi e sul funzionamento del cantiere, dal punto di vista pratico e organizzativo.
Purtroppo però, pur essendo evidente la preparazione professionale del docente, le tematiche sono portate avanti in molto molto didascalico e grammaticalmente poco comprensibile. Peccato.
Le lezioni dalla 20 alla 25 sono condotte da un altro insegnante e rialzano un po' il livello del corso trattando di elementi tradizionali quali archi, volte, cupole... decisamente più attinenti al mio progetto.

Ampliando ancora il raggio d'azione, ho iniziato a scaricare anche una serie di corsi che poco hanno a che vedere con la Domus ma che possono risultare interessanti per chi come me ha voglia di scoprire cose nuove.
Eccoli qui in ordine sparso:

  • Storia romana, 40 lezioni - Elio Lo Cascio / Alba Maria Orselli
  • Storia della miniatura, 40 lezioni - Maria Grazia Ciardi Dupré Dal Poggetto / Melania Ceccani
  • Architettura del paesaggio, 10 lezioni - Mariella Zoppi
E altri corsi sui quali penso di concentrarmi maggiormente in futuro:

Storia moderna, Storia contemporanea, Antiche civiltà del Mediterraneo, Topografia antica, Storia della scienza e della tecnica, Storia dell'arte greca e romana, Storia dell'arte medievale, Storia dell'arte moderna, Storia dell'arte contemporanea, Civiltà preclassiche...




Costruzione 61: Pavimentazione della loggia (2) - La posa delle pietre

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Ricapitolando: nella prima parte ho scelto il modello e i materiali per costruire il pavimento in pietra, ho effettuato prove di taglio dell'ardesia e di composizione del disegno e ho realizzato uno studio a matita per visualizzare l'aspetto della loggia una volta terminata. 
Superata la fase progettuale quindi, è ora di passare alla costruzione vera e propria con la posa delle pietre.

Sulla superficie in cemento disegno a matita una griglia che mi servirà da guida per la posa dei pezzi, che come da programma sto tagliando con l'uso delle tenaglie e rifinendo con la carta abrasiva.


Con qualche indecisione iniziale, comincio a collocare le pietre seguendo il disegno scelto. Rimuovendo alcuni pezzi che avevo collocato male, però, mi rendo conto che il fondo non offre una buona presa per la colla. Il cemento è molto asciutto e polveroso e le piastrelle risultano troppo facili da staccare.
Risolvo il problema spruzzando su tutta la superficie un po' di colla spray, e da qui in poi la posa prosegue senza particolari difficoltà.


I pezzi non sono esattamente uguali tra loro: alcuni risultano più alti e sporgenti, altri sembrano incassati nel pavimento ad un livello inferiore. La cosa però non mi preoccupa in quanto una volta terminata la posa prevedo di levigare tutta la superficie. Per questo motivo sto completando tutti i pavimenti prima di procedere all'innalzamento dei muri. L'assenza delle pareti mi permetterà di lavorare comodamente con la carta abrasiva senza la presenza di angoli o spigoli che ne impedirebbero lo scorrimento.
Questo però lo vedremo più avanti. Adesso torniamo alla posa, che include già le prime piastrelle bianche.


Il lavoro di composizione è stato completato in due giornate, a distanza di una settimana una dall'altra (le mie fantastiche domeniche invernali), dividendo la superficie pressappoco a metà.


Nella metà interna della loggia ho progettato due panche in pietra situate lungo le pareti laterali. In questi punti la posa del pavimento segue il profilo della panca non ancora costruita e che verrà inserita in seguito per le ragioni sopraesposte.



Così si presentava il pavimento del loggiato alla fine della seconda domenica di lavoro:


E il mattino successivo alla luce del sole:

 
MATERIALI:
Ardesia, piastrelle ceramiche, colla bianca, colla spray

STRUMENTI:
Tenaglie, carta abrasiva a grana grossa, pinzette

DIMENSIONI:
(al momento non disponibili)




Costruzione 60: Pavimentazione della loggia (1)

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Il loggiato, insieme ai magazzini del piano terreno, rappresenta la superficie pavimentale più ampia che mi trovo a dover realizzare. Questo grande spazio quadrato, sul quale si apre l'arcata ogivale della facciata, è un luogo importante nel complesso della Domus. Qui si svolge parte dell'attività commerciale, ma è anche un luogo adibito ad uso familiare, soprattutto nelle grandi occasioni e durante le festività. Spesso infatti le case medievali genovesi non disponevano di un cortile interno (che sarebbe divenuto più comune in epoche successive), e quindi i proprietari usavano questo spazio per organizzare celebrazioni e ricevimenti, ovviamente approfittando dell'occasione per mettersi in mostra dinanzi al popolo.

I miei primi studi per il disegno del pavimento sono orientati verso una ripartizione dello spazio in 4 parti uguali, seguendo la griglia muraria fin qui realizzata. L'intero piano di calpestio verrebbe realizzato in blocchi di ardesia, disposti in file inclinate a 45° attorno ad una croce centrale (inizialmente in marmo bianco). La prova qui a lato, effettuata senza tagliare le pietre, ha lo scopo di visualizzare questa soluzione.

Mi rendo conto però che in questo modo lo spazio non viene adeguatamente valorizzato, mentre una copertura uniforme di tutta la loggia ne accentuerebbe ulteriormente l'estensione.
Prendo quindi in considerazione l'idea di realizzare una pavimentazione più irregolare, disponendo grossi lastroni diseguali in modo più o meno casuale, fino a coprire tutta la superficie. Questa è una soluzione adottata spesso nelle pavimentazioni esterne, ma tutto sommato poco elegante per il loggiato principale di una casa nobiliare.
A questo punto la scelta ricade su un disegno bicromatico, in cui le piastrelle sono disposte secondo un disegno preciso e ripetitivo.
Ho in mente due pavimentazioni in particolare: una alterna grandi piastrelle ottagonali nere ad altre più piccole e quadrate in marmo bianco. Molto comune negli edifici del centro storico, ma ben poco medievale (nella foto, il terrazzo di Palazzo Rosso - 1671).


La seconda, anch'essa in pietra bianca e nera, l'ho potuta osservare in un terrazzino del Castello D'Albertis, eccentrico edificio ottocentesco che pur non essendo medievale, riproduce e mescola elementi gotici secondo il gusto dell'epoca.


Questo secondo modello mi sembra molto più indicato per la loggia, quindi come d'abitudine, procedo a realizzare una piccola prova di taglio e composizione delle pietre.
Il materiale usato è ovviamente l'ardesia per quanto riguarda le parti scure, mentre i riquadri bianchi sono realizzati con le stesse piastrelle ceramiche dell'ingresso.

In quest'occasione cerco di sviluppare un metodo di taglio dell'ardesia che mi permetta di ottenere in poco tempo molti pezzi di uguali dimensioni, ma dopo qualche tentativo effettuato con l'uso del Dremel e del righello metallico, decido di desistere. L'ardesia infatti, tagliata in strisce così sottili risulta piuttosto fragile e si scheggia prima del distacco.
Taglio quindi le piastrelle sagomandole manualmente una ad una, perdendo molto tempo ma ottenendo un risultato più preciso.
Ecco la prima prova di composizione dei pezzi:


Ed uno studio a matita realizzato prima della posa definitiva:






Costruzione 59: Il gatto nero (5) - Rito propiziatorio

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Sembra sia giunto il momento di scrivere l'ultimo capitolo di questa storia.
Mi riferisco ovviamente alla vicenda del povero Cagliostro, il gattino nero che già da tempo si trova rinchiuso in una gabbia all'interno del cantiere.
Come mi era stato annunciato, il frate spagnolo amico della padrona di casa si trova in Italia, e sembra che sia giunto in città proprio ieri sera scortato da alcuni armigeri papali che hanno il compito di accompagnarlo fino in terra di Castiglia. Dopo aver passato la notte ospite dei frati della Commenda di Prè, ha incontrato la sua devota ammiratrice con la quale si è ritirato in preghiera per tutta la giornata (contento lui...).


Pochi minuti fa è giunto in cantiere un garzone con un messaggio della signora, nel quale ella mi spiega in dettaglio quali preparativi sono necessari perché il rituale che intende realizzare insieme a padre Samater possa essere svolto nel migliore dei modi. Il tutto dovrà essere effettuato questa notte con la luna piena e non sarà possibile attendere oltre.
Vedrò di accontentarla anche questa volta, seppur di malavoglia, ma quando arriverà il momento dovranno fare a meno della mia presenza. Non ho nessuna intenzione di partecipare a questa stupidaggine superstiziosa. Nella mia carriera di costruttore ho avuto modo di innalzare decine di edifici più o meno grandi, e in nessun caso è stato necessario effettuare riti propiziatori né tanto meno sacrifici animali. Al massimo qualche invocazione alla Madonna da parte dei futuri inquilini...

Comunque, ecco qua ciò che mi è stato chiesto di preparare:

Questa pergamena, ricavata da una vecchia lampada in carta di riso e avvolta intorno ad uno stuzzicadenti,  riporta il testo dell'invocazione latina che il frate leggerà durante il rito.
Inoltre sono necessarie due candele e i.l gatto, al quale ho somministrato un leggero tranquillante con l'ultima scodella di latte.
Dopo la lettura la pergamena verrà bruciata ed il gatto resterà murato vivo all'interno della Domus. Una volta morto, il suo spirito non abbandonerà l'edificio, ma resterà per sempre vincolato ad esso, esercitando la funzione di guardiano e proteggendolo dai cattivi spiriti e dalla malasorte.


Per rendere il rituale effettivo è indispensabile però il versamento di una piccola quantità di sangue del costruttore (ovvero io) e almeno un pelo di un vero gatto nero. 
Il primo ingrediente è già stato aggiunto quando mi sono involontariamente ferito durante il taglio delle pietre. Una goccia di sangue del mio dito indice è caduta proprio sul gatto, sporcandogli il muso.
Il secondo elemento invece lo recupero grazie ad uno dei famosi gatti dell'Alhambra di Granada, che venendo a strusciarsi sulle mie gambe mi permette di strappargli qualche pelo.


Ormai non manca più nulla, quindi prima che l'oscuro frate arrivi io mi defilo. Domattina al mio ritorno in cantiere, spero che questa storia sarà definitivamente conclusa.

Ecco qui il testo dell'invocazione latina di frate Guarniero Samater, se qualcuno vuole seguirne la lettura insieme a lui. 

 "Repello te, spritus nequam; tibi denuntio
per Deum verum, ut exeas ac discedas ab
hoc loco, neque huc unquam redeas; tibi
impero in nomine Illus qui te superavit
ac devicit in patibulo crucis, cujus virtute
in aeternum revinctus fuisti et allegatus.
Tibi praecipio ne unquam deinceps omnes
habitantes in hoc habitaculo perturbes.
Visita quaesumus Domine,
habitationem istam, et omens
insidias inimici ab ea longe repelle;
Angeli tui sancti habitent in ea, qui nos
in pace custodiant et benedictio tua sit
super nos semper. 
Per Christum Dominum nostrum. 
Amen"

Mi è parso di udire dei passi nel vicolo, probabilmente stanno già arrivando. Io scappo, buona fortuna!








Domus cam: Operai al lavoro

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La scena è già apparsa nel post relativo alla preparazione del fondo per il pavimento del loggiato, ma non poteva non venire ripresa anche dalle telecamere di sorveglianza.
Dopo essere stati ingloriosamente immortalati durante una lunga siesta pomeridiana, ecco che l'onore dei muratori della Domus viene ora riscattato da questa istantanea che li ritrae al lavoro, impegnati nella stesura dello strato di cemento...





Costruzione 58: Completamento del reticolo murario e riempitura delle volte

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L'illustrazione a lato, tratta dal volume "Histoire d'une maison" di Viollet-le-Duc e che mi sono preso lo sfizio di colorare, rispecchia fedelmente lo stato in cui si trova la Domus in questo momento. Si vedono le volte in mattoni dei sotterranei, ormai terminate, incorniciate dalla struttura muraria in pietra. 
Dopo aver innalzato i muri fin sopra il livello del terreno, i costruttori stanno ora procedendo al rincalzo delle volte e alla preparazione del fondo sul quale poggeranno i pavimenti del piano terreno.

Così si presentava la parte posteriore della Domus dopo il completamento della griglia muraria, con i muri a sacco ancora vuoti al loro interno:


E subito dopo la riempitura delle intercapedini con ghiaia e cemento:


Questa grande area quadrata rinforzata al centro da una croce in muratura sarà la base per la loggia principale sulla quale si affacceranno le porte del magazzino e il grande arco a sesto acuto della facciata.
Per il rincalzo delle volte userò una ghiaia più fine di quella dei muri e ciò che resta di un pacchetto di cemento che non mi ha soddisfatto molto quanto a resistenza. In questo caso però il suo unico scopo sarà quello di fare da base al pavimento, quindi può essere usato senza problemi.


Una volta che questo primo fondo è asciutto, lo ricopro con un sottile strato di solo cemento (stavolta quello buono), che mi permetterà di ottenere una superficie molto più regolare sulla quale posare le pietre.


Per dire la verità non faccio tutto da solo. Mi faccio aiutare da un paio di operai che finiscono di spianare il cemento mentre io lo innaffio con qualche spruzzatina d'acqua.


Una delle mie principali preoccupazioni in questo caso era che l'umidità del cemento potesse in qualche modo infiltrarsi nel das delle volte e comprometterne la resistenza, ma questo fortunatamente non è accaduto. Sulla superficie esterna delle volte avevo steso infatti uno strato di colla per unirle e questo le ha protette dalle infiltrazioni.

Quando i due ometti di cui sopra avranno finito di fare il loro lavoro, bisognerà lasciare asciugare per bene il cemento e poi potremo procedere alla pavimentazione del portico...

MATERIALI:
cemento rapido misto a sabbia e cemento rapido liscio, ghiaia, sassolini di spiaggia, ardesia, colla bianca

STRUMENTI:
paletta, spatola e spatolina, Mario e Luigi

DIMENSIONI (in cm):
interno loggia 13,8 x 13,4 - spessore muri 2,5




 
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