E finalmente siamo arrivati alla fase di rifinitura della saletta d'angolo.
A differenza delle stanze terminate fino ad ora (ultima il cucinino), questa presenta una difficoltà aggiuntiva: le pareti saranno tutte intonacate e affrescate.
Ma... come dipingere in uno spazio così piccolo che è appena possibile infilarci due dita? Ecco, questo è il primo problema da risolvere, e la soluzione è piuttosto semplice. Basta preparare le superfici intonacate prima di inserirle nella stanza. Ma questo porta a un'altro quesito: che materiali usare per realizzare l'intonacatura posticcia delle pareti?
Nel caso della volta di copertura dell'ingresso principale ho usato del semplice gesso, applicato direttamente sui mattoncini con un pennello. Potrei usare lo stesso sistema per creare delle superfici sottili e lisce da incollare in un secondo momento ai muri della saletta. Sottili e fragili... ma anche se in fase di incollatura dovesse formarsi qualche crepa, non mi dispiacerebbe. Anzi, ci guadagnerei in realismo!
Sto quasi per procedere in questo modo, quando... durante una visita a casa di parenti, i miei occhi si soffermano sul vecchio intonaco dello sgabuzzino, che il clima secco ha crepato e in parte staccato dal muro. A breve la casa sarà ristrutturata, per cui mi viene dato il permesso di prendere ciò che mi serve.
Non me lo faccio ripetere due volte. I primi frammenti li stacco a mano, e dopo qualche prova con le tempere, passo agli acquerelli realizzando l'ormai storica lunetta del portone. Il materiale (sintetico) è ottimo. All'apparenza sembra poroso come il gesso, ma è resistente e anche leggermente flessibile se inumidito (si può adattare quindi alle superfici curve di archi e volte).
A questo punto mi rendo conto che se voglio affrescare la saletta, il salone e le camere da letto, i pochi frammenti di intonaco raccolti non sono sufficienti. Torno sul luogo del delitto e scopro, rincuorato, che la ristrutturazione non è ancora iniziata, e il vecchio intonaco è ancora lì che mi aspetta. Con l'aiuto di una spatola finisco per mettermi nello zainetto mezza parete, sotto gli occhi divertiti dei proprietari.
Ecco, ora ho tutto il materiale che mi serve per portare avanti il lavoro...
Il primo passo è l'esatta misurazione delle superfici da dipingere. Il profilo delle pareti viene riportato prima sulla carta, definendo per bene le aperture di porte e finestre.
Poi è il momento della scelta del modello, che dopo varie ricerche ricade sugli affreschi di palazzo Davanzati a Firenze. Perché un modello fiorentino e non genovese? Beh, intanto perché testimonianze certe di decorazioni interne genovesi del '300 ce ne sono davvero poche, e spesso indirette (miniature e dipinti attribuibili ad autori genovesi). E poi perché nel caso di soluzioni puramente decorative a motivi geometrici, i modelli del nord-Italia sono molto simili tra loro.
Ne ho selezionato anche altri e penso che li userò per gli interni del secondo piano. Inoltre, date le dimensioni, sono obbligato a semplificare, e i dettagli minori saranno semplici tocchi di pennello.
Un giglio può diventare agilmente una croce...
Una volta terminato il disegno a matita inizio a ritagliare i pezzi. In alcuni tratti uso le forbici, ma il rischio di rompere la sottile lamina è alto. Passo quindi al cutter, bloccando sempre la parte disegnata sotto al righello con una leggera pressione e tagliando via gli scarti con numerosi passaggi della lama.
Poi inizio a dipingere, cercando di completare la stesura di un colore in un'unica sessione per non dover riprodurre lo stesso tono magari a distanza di giorni.
Purtroppo, come al solito, predico bene e razzolo male. Non solo sarò costretto a ricreare i colori usati il primo giorno, ma lavorerò anche in condizioni di luce radicalmente diverse, cosa che darà origine a leggere differenze cromatiche tra le pareti dell'angolo interno (quelle di cui mi sto occupando ora) e quelle esterne (che vedremo più avanti).
Il pennellino l'ho acquistato appositamente per questo lavoro, che sarebbe impossibile con uno strumento già usato e spuntato. E' un'operazione che richiede precisione, ma che una volta tanto non genera polvere e si può svolgere comodamente al tavolo, magari seguendo nel frattempo una serie sullo schermo del pc (cosa che faccio spesso, disegnando).
In caso di errori o sbavature è comunque possibile raschiare la superficie con la punta di un cutter o una lametta, perché il colore non penetra molto in profondità. Questo, però, vale per l'intonaco su cui sto disegnando io, del quale non conosco la composizione.
Alcuni dettagli vengono poi rifiniti successivamente con la punta 0.5 del portamine (ad esempio i petali dei fiori), che permette un livello di dettaglio maggiore rispetto al pennello.
Il resto è pazienza e cura di non sovrapporre i colori quando sono ancora freschi, a meno che non si vogliano mescolare di proposito. Ma queste sono cose che chiunque usi gli acquerelli dovrebbe sapere e vanno oltre l'argomento di questo post. A conti fatti, l'unico metodo valido per imparare una tecnica è sempre lo stesso: la sperimentazione (errori inclusi).
Ora, dopo tanta fatica, ho una gran voglia di vedere che effetto fanno questi affreschi all'interno della Domus. Saranno della misura giusta? Riuscirò ad inserirli senza romperli? Non saranno troppo "colorati"? In fondo, sono abituato a vedere i muri in pietra e mattoni a vista.
Eppure il medioevo era anche così... molto meno grigio di quanto siamo abituati a immaginarlo, almeno per quanto riguarda le abitazioni dei signori e dei ricchi borghesi.
Per ora non ritaglierò ancora le aperture delle porte e non incollerò nulla in modo definitivo. Prima voglio avere tutti i pezzi a disposizione perché i motivi coincidano tra una parete e l'altra, proseguendo senza interruzioni. Questo è un primo test "per vedere l'effetto che fa".
E l'effetto mi sembra buono.
Va bene, approvo. Si proceda con le altre pareti!
(alla prossima...)
MATERIALI:
vecchio strato di vernice, matita, acquerelli
STRUMENTI:
spatola, righello, squadretta, portamine 0.5, pennellino, cutter, forbici, carta assorbente
A differenza delle stanze terminate fino ad ora (ultima il cucinino), questa presenta una difficoltà aggiuntiva: le pareti saranno tutte intonacate e affrescate.
Ma... come dipingere in uno spazio così piccolo che è appena possibile infilarci due dita? Ecco, questo è il primo problema da risolvere, e la soluzione è piuttosto semplice. Basta preparare le superfici intonacate prima di inserirle nella stanza. Ma questo porta a un'altro quesito: che materiali usare per realizzare l'intonacatura posticcia delle pareti?
Nel caso della volta di copertura dell'ingresso principale ho usato del semplice gesso, applicato direttamente sui mattoncini con un pennello. Potrei usare lo stesso sistema per creare delle superfici sottili e lisce da incollare in un secondo momento ai muri della saletta. Sottili e fragili... ma anche se in fase di incollatura dovesse formarsi qualche crepa, non mi dispiacerebbe. Anzi, ci guadagnerei in realismo!
Sto quasi per procedere in questo modo, quando... durante una visita a casa di parenti, i miei occhi si soffermano sul vecchio intonaco dello sgabuzzino, che il clima secco ha crepato e in parte staccato dal muro. A breve la casa sarà ristrutturata, per cui mi viene dato il permesso di prendere ciò che mi serve.
Non me lo faccio ripetere due volte. I primi frammenti li stacco a mano, e dopo qualche prova con le tempere, passo agli acquerelli realizzando l'ormai storica lunetta del portone. Il materiale (sintetico) è ottimo. All'apparenza sembra poroso come il gesso, ma è resistente e anche leggermente flessibile se inumidito (si può adattare quindi alle superfici curve di archi e volte).
A questo punto mi rendo conto che se voglio affrescare la saletta, il salone e le camere da letto, i pochi frammenti di intonaco raccolti non sono sufficienti. Torno sul luogo del delitto e scopro, rincuorato, che la ristrutturazione non è ancora iniziata, e il vecchio intonaco è ancora lì che mi aspetta. Con l'aiuto di una spatola finisco per mettermi nello zainetto mezza parete, sotto gli occhi divertiti dei proprietari.
Ecco, ora ho tutto il materiale che mi serve per portare avanti il lavoro...
Il primo passo è l'esatta misurazione delle superfici da dipingere. Il profilo delle pareti viene riportato prima sulla carta, definendo per bene le aperture di porte e finestre.
Poi è il momento della scelta del modello, che dopo varie ricerche ricade sugli affreschi di palazzo Davanzati a Firenze. Perché un modello fiorentino e non genovese? Beh, intanto perché testimonianze certe di decorazioni interne genovesi del '300 ce ne sono davvero poche, e spesso indirette (miniature e dipinti attribuibili ad autori genovesi). E poi perché nel caso di soluzioni puramente decorative a motivi geometrici, i modelli del nord-Italia sono molto simili tra loro.
Ne ho selezionato anche altri e penso che li userò per gli interni del secondo piano. Inoltre, date le dimensioni, sono obbligato a semplificare, e i dettagli minori saranno semplici tocchi di pennello.
Un giglio può diventare agilmente una croce...
Una volta terminato il disegno a matita inizio a ritagliare i pezzi. In alcuni tratti uso le forbici, ma il rischio di rompere la sottile lamina è alto. Passo quindi al cutter, bloccando sempre la parte disegnata sotto al righello con una leggera pressione e tagliando via gli scarti con numerosi passaggi della lama.
Poi inizio a dipingere, cercando di completare la stesura di un colore in un'unica sessione per non dover riprodurre lo stesso tono magari a distanza di giorni.
Purtroppo, come al solito, predico bene e razzolo male. Non solo sarò costretto a ricreare i colori usati il primo giorno, ma lavorerò anche in condizioni di luce radicalmente diverse, cosa che darà origine a leggere differenze cromatiche tra le pareti dell'angolo interno (quelle di cui mi sto occupando ora) e quelle esterne (che vedremo più avanti).
Il pennellino l'ho acquistato appositamente per questo lavoro, che sarebbe impossibile con uno strumento già usato e spuntato. E' un'operazione che richiede precisione, ma che una volta tanto non genera polvere e si può svolgere comodamente al tavolo, magari seguendo nel frattempo una serie sullo schermo del pc (cosa che faccio spesso, disegnando).
In caso di errori o sbavature è comunque possibile raschiare la superficie con la punta di un cutter o una lametta, perché il colore non penetra molto in profondità. Questo, però, vale per l'intonaco su cui sto disegnando io, del quale non conosco la composizione.
Alcuni dettagli vengono poi rifiniti successivamente con la punta 0.5 del portamine (ad esempio i petali dei fiori), che permette un livello di dettaglio maggiore rispetto al pennello.
Il resto è pazienza e cura di non sovrapporre i colori quando sono ancora freschi, a meno che non si vogliano mescolare di proposito. Ma queste sono cose che chiunque usi gli acquerelli dovrebbe sapere e vanno oltre l'argomento di questo post. A conti fatti, l'unico metodo valido per imparare una tecnica è sempre lo stesso: la sperimentazione (errori inclusi).
Ora, dopo tanta fatica, ho una gran voglia di vedere che effetto fanno questi affreschi all'interno della Domus. Saranno della misura giusta? Riuscirò ad inserirli senza romperli? Non saranno troppo "colorati"? In fondo, sono abituato a vedere i muri in pietra e mattoni a vista.
Eppure il medioevo era anche così... molto meno grigio di quanto siamo abituati a immaginarlo, almeno per quanto riguarda le abitazioni dei signori e dei ricchi borghesi.
Per ora non ritaglierò ancora le aperture delle porte e non incollerò nulla in modo definitivo. Prima voglio avere tutti i pezzi a disposizione perché i motivi coincidano tra una parete e l'altra, proseguendo senza interruzioni. Questo è un primo test "per vedere l'effetto che fa".
E l'effetto mi sembra buono.
Va bene, approvo. Si proceda con le altre pareti!
(alla prossima...)
MATERIALI:
vecchio strato di vernice, matita, acquerelli
STRUMENTI:
spatola, righello, squadretta, portamine 0.5, pennellino, cutter, forbici, carta assorbente