La muratura e le arcate delle finestre d'angolo sono già completate, almeno per quanto riguarda il paramento esterno. Resta da costruire tutto ciò che sta all'interno del vano finestra: davanzali, colonnine, capitelli, archetti, ghiera, oculi... Tanta roba, insomma.
In questo post inizierò a "riempire" una delle due trifore con alcuni degli elementi citati, a partire dal davanzale: una lunga striscia di pietra artificiale bianca (in sostituzione del marmo) abbellirà il lato interno delle finestre della saletta, là dove probabilmente il vano verrà occupato da una cassapanca in legno.
Il primo elemento di muratura indispensabile perché la costruzione della finestra vada avanti è rappresentato dai piedritti sui quali poggeranno gli archetti. Questi potranno essere realizzati in più pezzi, con l'unico obiettivo di raggiungere la stessa altezza delle colonne (capitello compreso).
Questa sorta di cornice verrà chiusa appunto dagli archetti, che si reggeranno al centro sulle due colonne.
Le distanze sono studiate in modo che le tre aperture della trifora abbiano le stesse dimensioni, tenendo conto che i piedritti verranno poi occultati alla vista dalle colonnine esterne poste ai lati della finestra. Su queste poggerà la ghiera decorativa che seguirà tutta la curva dell'arcata principale.
A causa di un cambio in corso d'opera (del quale ho già parlato in precedenza), quelle che in origine sarebbero state due quadrifore, sono diventate poi trifore di dimensioni più piccole. Le seguenti immagini si riferiscono ad un momento precedente a questo cambio ed illustrano proprio una prova di misurazione degli spazi tra le colonne.
La costruzione delle colonnine l'abbiamo già vista nel post dedicato alla bifora del cucinino, per cui passiamo direttamente al pezzo successivo: i capitelli.
Anche in questo caso si tratta di un elemento già affrontato in precedenza, che però ho voluto provare a realizzare con materiali differenti.
L'estate scorsa sono stato a Volterra, dove ho visitato diversi atelier di scultura in alabastro, orgoglio dell'artigianato locale. Ispirato dalla bravura degli artigiani e approfittando della loro gentilezza, mi sono fatto regalare un piccolo blocco di alabastro bianco da poter usare per i miei esperimenti.
Per avere un assaggio delle loro capacità vi basta seguire uno dei link della sezione ISPIRAZIONI del blog (in fondo a destra, come il bagno), intitolato "La torre pendente in alabastro".
Durante le prime prove di taglio mi accorgo di quanto questa pietra sia morbida e semplice da lavorare. Rispetto al marmo offre sicuramente la possibilità di sbizzarrirsi in dettagli che con una pietra più dura sarebbero difficili se non impossibili da realizzare, almeno con i miei mezzi.
Proprio per questo motivo, il primo utilizzo che ho pensato di darle riguarda proprio i piccoli capitelli delle finestre.
Per coerenza, decido di realizzare con lo stesso materiale anche gli archetti, visto che il taglio delle linee curve sulla pietra artificiale è tutt'altro che semplice.
La tenerezza dell'alabastro la si intuisce dall'immagine in basso a destra, che illustra in tre semplici passaggi la realizzazione di un archetto ogivale con l'uso di due lime manuali.
I capitelli sono ricavati da un unico parallelepipedo. I due pezzi sono poi assemblati provvisoriamente insieme agli altri componenti della trifora per verificarne le proporzioni.
Il resto della lavorazione viene eseguito con utensile elettrico, disco e punte diamantate, che in pochi minuti mi permettono di ottenere due capitelli già ben abbozzati. Poi, con calma, procedo alla rifinitura secondo una semplice struttura "a foglie".
Altri due capitelli dalla forma meno centrale e con un diverso stile di foglie serviranno per le colonnine laterali. Uno dei due non riesce molto bene, dentro di me penso che lo rifarò quando sarà il momento di costruire la prima ghiera.
Quindi fin qui, apparentemente è tutto a posto. Peccato che ci sia un piccolo problema...
Ecco, finora non ve ne sarete accorti (io neppure) perché abbiamo lavorato in determinate condizioni di luce, ma c'è una caratteristica dell'alabastro che avevo notato già a Volterra e che mi porterà a scartare tutto quanto realizzato finora. Guardate questa prova di montaggio fotografata al mattino (in ombra), e gli stessi capitelli ripresi in controluce al tramonto:
Ecco qual è il problema: l'alabastro è traslucido! Su spessori ridotti, i pezzi appaiono semi-trasparenti se osservati in controluce.
E' vero che una volta terminata, la finestra andrà osservata principalmente dall'esterno, ma anche la vista interna è importante. Durante la costruzione scatterò sicuramente numerose foto, e un capitello trasparente è l'ultima cosa che mi serve se voglio dare un'aspetto realistico al tutto.
Per cui si riparte da capo, stavolta con gli stessi materiali usati per la bifora del cucinino. Troverò il modo di riciclare questi pezzi in qualche modo, al limite posso sempre buttarli in un angolo della cantina!
Peccato perché l'uso dell'alabastro, oltre a facilitarmi il lavoro, avrebbe dato alla Domus una nota più "nobile" dal punto di vista dei materiali.
Comunque, con la vecchia pietra artificiale il procedimento è lo stesso, solo reso un po' più faticoso dalla sua durezza.
E una volta completata la struttura, l'effetto in controluce è ben diverso!
Adesso posso fissare definitivamente i pezzi e scattare ancora qualche foto. Quando riprenderò il lavoro, continuerò la muratura al di sopra degli archetti e completerò la finestra con la ghiera esterna. Senza dimenticare ovviamente che le finestre sono due... ma cosa dico, due, sono quattro. E le altre sono pure più grandi!
MATERIALI:
ardesia, alabastro, pietra artificiale, Sculpey, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, lime, Dremel con disco e punte diamantate
MISURE (in cm):
In questo post inizierò a "riempire" una delle due trifore con alcuni degli elementi citati, a partire dal davanzale: una lunga striscia di pietra artificiale bianca (in sostituzione del marmo) abbellirà il lato interno delle finestre della saletta, là dove probabilmente il vano verrà occupato da una cassapanca in legno.
Il primo elemento di muratura indispensabile perché la costruzione della finestra vada avanti è rappresentato dai piedritti sui quali poggeranno gli archetti. Questi potranno essere realizzati in più pezzi, con l'unico obiettivo di raggiungere la stessa altezza delle colonne (capitello compreso).
Questa sorta di cornice verrà chiusa appunto dagli archetti, che si reggeranno al centro sulle due colonne.
Le distanze sono studiate in modo che le tre aperture della trifora abbiano le stesse dimensioni, tenendo conto che i piedritti verranno poi occultati alla vista dalle colonnine esterne poste ai lati della finestra. Su queste poggerà la ghiera decorativa che seguirà tutta la curva dell'arcata principale.
A causa di un cambio in corso d'opera (del quale ho già parlato in precedenza), quelle che in origine sarebbero state due quadrifore, sono diventate poi trifore di dimensioni più piccole. Le seguenti immagini si riferiscono ad un momento precedente a questo cambio ed illustrano proprio una prova di misurazione degli spazi tra le colonne.
La costruzione delle colonnine l'abbiamo già vista nel post dedicato alla bifora del cucinino, per cui passiamo direttamente al pezzo successivo: i capitelli.
Anche in questo caso si tratta di un elemento già affrontato in precedenza, che però ho voluto provare a realizzare con materiali differenti.
L'estate scorsa sono stato a Volterra, dove ho visitato diversi atelier di scultura in alabastro, orgoglio dell'artigianato locale. Ispirato dalla bravura degli artigiani e approfittando della loro gentilezza, mi sono fatto regalare un piccolo blocco di alabastro bianco da poter usare per i miei esperimenti.
Per avere un assaggio delle loro capacità vi basta seguire uno dei link della sezione ISPIRAZIONI del blog (in fondo a destra, come il bagno), intitolato "La torre pendente in alabastro".
Durante le prime prove di taglio mi accorgo di quanto questa pietra sia morbida e semplice da lavorare. Rispetto al marmo offre sicuramente la possibilità di sbizzarrirsi in dettagli che con una pietra più dura sarebbero difficili se non impossibili da realizzare, almeno con i miei mezzi.
Proprio per questo motivo, il primo utilizzo che ho pensato di darle riguarda proprio i piccoli capitelli delle finestre.
Per coerenza, decido di realizzare con lo stesso materiale anche gli archetti, visto che il taglio delle linee curve sulla pietra artificiale è tutt'altro che semplice.
La tenerezza dell'alabastro la si intuisce dall'immagine in basso a destra, che illustra in tre semplici passaggi la realizzazione di un archetto ogivale con l'uso di due lime manuali.
I capitelli sono ricavati da un unico parallelepipedo. I due pezzi sono poi assemblati provvisoriamente insieme agli altri componenti della trifora per verificarne le proporzioni.
Il resto della lavorazione viene eseguito con utensile elettrico, disco e punte diamantate, che in pochi minuti mi permettono di ottenere due capitelli già ben abbozzati. Poi, con calma, procedo alla rifinitura secondo una semplice struttura "a foglie".
Altri due capitelli dalla forma meno centrale e con un diverso stile di foglie serviranno per le colonnine laterali. Uno dei due non riesce molto bene, dentro di me penso che lo rifarò quando sarà il momento di costruire la prima ghiera.
Quindi fin qui, apparentemente è tutto a posto. Peccato che ci sia un piccolo problema...
Ecco, finora non ve ne sarete accorti (io neppure) perché abbiamo lavorato in determinate condizioni di luce, ma c'è una caratteristica dell'alabastro che avevo notato già a Volterra e che mi porterà a scartare tutto quanto realizzato finora. Guardate questa prova di montaggio fotografata al mattino (in ombra), e gli stessi capitelli ripresi in controluce al tramonto:
Ecco qual è il problema: l'alabastro è traslucido! Su spessori ridotti, i pezzi appaiono semi-trasparenti se osservati in controluce.
E' vero che una volta terminata, la finestra andrà osservata principalmente dall'esterno, ma anche la vista interna è importante. Durante la costruzione scatterò sicuramente numerose foto, e un capitello trasparente è l'ultima cosa che mi serve se voglio dare un'aspetto realistico al tutto.
Per cui si riparte da capo, stavolta con gli stessi materiali usati per la bifora del cucinino. Troverò il modo di riciclare questi pezzi in qualche modo, al limite posso sempre buttarli in un angolo della cantina!
Peccato perché l'uso dell'alabastro, oltre a facilitarmi il lavoro, avrebbe dato alla Domus una nota più "nobile" dal punto di vista dei materiali.
Comunque, con la vecchia pietra artificiale il procedimento è lo stesso, solo reso un po' più faticoso dalla sua durezza.
E una volta completata la struttura, l'effetto in controluce è ben diverso!
Adesso posso fissare definitivamente i pezzi e scattare ancora qualche foto. Quando riprenderò il lavoro, continuerò la muratura al di sopra degli archetti e completerò la finestra con la ghiera esterna. Senza dimenticare ovviamente che le finestre sono due... ma cosa dico, due, sono quattro. E le altre sono pure più grandi!
MATERIALI:
ardesia, alabastro, pietra artificiale, Sculpey, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, lime, Dremel con disco e punte diamantate
MISURE (in cm):
ve le dico dopo
2 comments:
Mi viene in mente che da bambino comprai un torre di Pisa luminosa, a pensarci ora penso fosse fatta proprio in alabastro che allora è traslucido anche a spessori più grandi... Peccato per il tempo perso ed il fatto che non lo puoi usare visto che era così ben lavorabile...
Eh sì, tra l'altro è una cosa che sapevo, ma mi sono fatto prendere dall'entusiasmo e ho verificato l'effetto solo a pezzi già fatti. Ho una mezza idea per riciclarli più avanti... vedremo!
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