Così come per la facciata, anche nell'illustrare lo sviluppo degli ambienti interni partirò dai primissimi studi, realizzati sulla prima versione del progetto. Questo in basso, già pubblicato tempo fa, illustra una possibile disposizione delle scale e le sezioni dei vari piani.
Come ho già detto, lo studio degli interni è stato posteriore a quello dell'aspetto esterno, ma a sua volta mi ha costretto ad apportare pesanti modifiche all'intero complesso. L'altezza dei piani ad esempio ha subito variazioni in base alla lunghezza delle scale ed allo spessore dei solai.
Procedendo nello studio degli interni mi si venivano a porre nuovi problemi che in un primo momento sembravano insormontabili. Poi, con la ricerca di documentazione e l'avanzamento nella lettura dei libri da me acquistati, ho progressivamente ridisegnato il tutto, cercando di adattarlo alla mia idea originale.
Molti dubbi restano tuttora irrisolti, ma preferisco affrontarli nel dettaglio mano a mano che la costruzione procede. A differenza di quanto fatto all'inizio, infatti, non pretendo più di avere il progetto completo davanti a me, ma mi limito a mantenere un'idea generale della struttura, che vado affrontando "pezzo dopo pezzo" prima di iniziarne la costruzione.
Un esempio: nel disegno a sinistra il portone principale appare come una semplice apertura rettangolare nel muro. Al momento in cui li realizzavo stavo ancora assemblando il pavimento della cantina con i mattoncini, quindi era abbastanza inutile perdere tempo studiando qualcosa che chissà quando avrei costruito. Sapevo che il portone si sarebbe trovato lì e quali sarebbero state approssimativamente le sue dimensioni, e tanto mi bastava. Il resto lo avrei risolto quando ci fossi arrivato.
Ora che, dopo più di un anno, sto costruendo le strutture del piano terreno, è giunto il momento di studiare nel dettaglio la forma dei muri, il movimento delle porte e il loro fissaggio agli stipiti in pietra... oltre a tutta una serie di elementi che non avrei potuto immaginare prima di trovarmi fisicamente a tagliare le pietre e i listelli di legno di cui sono composti.
La stessa cosa accade con le scale, i solai, le finestre, gli archi e tutti gli elementi visibili in questi disegni, realizzati quindi senza avere un'idea precisa della loro reale struttura.
Nelle seguenti immagini è possibile seguire l'evoluzione delle strutture interne della Domus in uno studio da me realizzato in Photoshop e poi abbandonato a causa delle modifiche apportate al progetto.
La scala , dall'idea iniziale di scalone voltato, si restringe e allunga notevolmente per raggiungere in un'unica rampa il primo piano. Le rampe di scalini in legno proseguono poi con rampe più brevi, mentre un corridoio porta sul retro dell'edificio, dove pensavo di collocare altre scale "minori". L'idea infatti era quella di separare gli ambienti privati da quelli di servizio e fare in modo che il personale (che alloggia all'ultimo piano) non debba incrociarsi mai con i signori della casa o con eventuali ospiti.
Ma... c'è un "ma": la struttura delle rampe a questo punto si è intricata eccessivamente ed è costruita su un'impalcatura in legno troppo complessa e poco documentata. E' pur vero che nella maggior parte dei casi non abbiamo testimonianza della ripartizione originale degli edifici medievali e delle scale, ricostruite in epoche più recenti, ma in linea di massima erano strutture semplici e dagli scopi puramente funzionali.
Spesso si trattava di rampe ripidissime addossate ad un muro perimetrale e chiuse sull'altro lato da un tramezzo. La prima rampa raggiungeva il primo piano seguendo una linea perpendicolare alla facciata, per poi voltare di 90° e salire fino al secondo. Da qui in poi, semplici rampe in legno appoggiate alla parete posteriore dell'edificio permettevano l'accesso ai piani superiori e al sottotetto.
Nel mio caso però non voglio occupare la parte posteriore della Domus con le scale, che ostruirebbero la vista agli ambienti interni. Allo stesso tempo mi piacerebbe che la struttura delle scale restasse visibile almeno in parte per essere ammirata a costruzione ultimata (sempre che il risultato lo meriti).
In alcuni casi, le rampe erano poste all'esterno dell'edificio, e raggiungevano i vari piani sui quali si aprivano porte di servizio e finestre. Non credo però che questo sistema fosse molto in uso a Genova, dove il clima umido e le abbondanti piogge avrebbero logorato in breve tempo le costruzioni in legno. Potrebbe essere però un'opzione valida per quelle famose scale di servizio, che magari potrebbero salire ai vari piani collegandosi direttamente con i magazzini ed il cortile interno...
Attualmente ho ripreso questi studi, lavorando su carta con squadre e matita. Il disegno dei prospetti in scala 1:1 mi permette di costruire i vari elementi sulla base delle misure esatte del disegno, verificando di volta in volta la loro correttezza con un semplice righello.
Insomma, avevo iniziato abbozzando il progetto a matita per poi passare "per praticità" ai mezzi digitali, e ora torno alla carta, cambiando ancora una volta metodo di lavoro. Alla fine non avrò per le mani nessun disegno completo del progetto, ma se nel frattempo sarò riuscito a mettere "pietra su pietra" potrò dire che l'obiettivo sarà stato raggiunto.
Allora magari riuscirò a catturare (su carta o su schermo) l'aspetto finale di quest'impresa!