Progetto: La facciata (parte 2)

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Come anticipato nel post precedente, ecco qui il risultato dei miei primi studi della Domus realizzati in digitale:


E' visibile in parte anche una facciata laterale, sulla quale poi ho lavorato per lo studio degli interni (scale, solai, ecc.).
La prima versione in alto è la trasposizione più o meno esatta del disegno a matita, mentre nella seconda ho voluto visualizzare la possibilità (poi scartata) di estendere le bande bianche e nere alle arcate del portico.
L'aspetto generale ricorda molto la facciata del palazzo di Andrea Doria in piazza San Matteo, anche se le arcate strette del portico si avvicinano di più a quelle del palazzo di Lamba Doria.

Le finestre si aprono su tutta la facciata disposte su tre colonne in modo molto regolare. Trifore al primo piano sormontate da un rosone circolare; bifore al secondo, dove la bicromia della facciata termina con l'arco a sesto acuto della finestra per lasciare posto ai mattoni; ancora bifore al terzo, questa volta però più basse e con archetti in cotto anziché in marmo.

Alla base di ogni linea di finestre, come a marcare uno stacco tra i piani dell'edificio, ho collocato una sottile cornice in pietra, leggermente aggettante.
Questo elemento, così come altre parti sporgenti dei palazzi medievali di Genova, è stato spesso asportato o livellato a colpi di scalpello nei secoli successivi per permettere l'intonacatura e la decorazione delle facciate.
In molti edifici in cui l'intonaco è stato rimosso è possibile vedere i segni lasciati da queste trasformazioni (vedi qui e qui).


Nonostante l'aria "definitiva" di questi disegni, dovuta in parte anche all'uso del colore, si trattava solo del primo approccio al progetto. Mi limitavo infatti a prendere in considerazione l'estetica delle facciate, ma mancava ancora un qualsiasi  studio della struttura interna (soprattutto verticale) che avrebbe influito non poco sull'aspetto finale della Domus.
Inoltre, in questi come in altri studi, elementi costruttivi complessi come le finestre sono sempre rappresentati in modo semplificato e piatto, non rivelando molto della loro struttura tridimensionale.

Un ultimo appunto: anche le fasce bianche e nere non sono rappresentate in modo del tutto realistico. Per dare all'insieme un certo equilibrio infatti, era necessario che le pietre scure fossero più alte di quelle bianche, riducendo così l'effetto ottico che le rende più grandi all'occhio umano.
Si tratta di un piccolo accorgimento che può passare inosservato ai meno attenti, ma che ci dà la misura di quanto fosse avanzata la progettazione di ogni singolo dettaglio, anche in elementi puramente decorativi come questo.



Progetto: La facciata (parte 1)

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In un vecchio post pubblicai quello che fu il primo studio a matita della Domus, disegnato quando ancora non avevo le idee chiare su quello che volevo realizzare e soprattutto non sapevo se lo avrei fatto per davvero o se mi sarei limitato a scarabocchiare qualcosa per poi infilarlo in un cassetto (come effettivamente era già avvenuto qualche mese prima).

Dopo ormai più di un anno dall'inizio dei lavori, posso dire che le idee del tutto chiare non le ho ancora. I lavori procedono ad un ritmo piuttosto lento, ma nel frattempo non ho mai smesso di documentarmi e cercare nuovi spunti. Il progetto si va modificando e arricchendo giorno dopo giorno, e di quella prima bozza ormai resta ben poco.

Recentemente ho ridefinito il tutto, fondendo insieme un paio d'idee che pensavo avrei materializzato più avanti ma che potevano essere ben inserite nel progetto senza entrare in conflitto con la struttura già costruita. Anzi, semmai valorizzandola e completandola meglio di quanto non immaginassi in un primo tempo.
Mi riferisco alla conversione della Domus da unico elemento abitativo ad una serie di edifici distinti ma uniti in un unico complesso, e all'aggiunta di una torre in pietra.
L'immagine nella colonna di destra, che illustra l'avanzamento dei lavori, può rendere l'idea di quale sarà l'aspetto finale dell'insieme (salvo ulteriori modifiche).

A questo punto però, è il caso di fare un passo indietro per verificare come siamo arrivati fin qui.

Dopo aver disegnato il primo studio, decisi di realizzarne un altro più grande e preciso, dove poter visualizzare tutta la struttura e studiarne i dettagli. Sfortunatamente, come spesso mi succede, il foglio si rivelò troppo piccolo per raccogliere ciò che avevo in mente. Inoltre, nel momento in cui stavo disegnando le finestre del secondo piano, ulteriori studi mi avevano portato a riconsiderare la struttura del piano terra, rendendo così inutile il proseguimento dell'opera.
Questo è quanto avevo disegnato fino a quel momento:


L'idea di base c'è tutta: un edificio di tre piani con portico in pietra, arcate a sesto acuto, archetti pensili al primo piano, finestroni dotati di trifore e bifore ai piani superiori, alternanza di bande bianche e nere fino alla metà del secondo piano per poi proseguire con mattoni a vista fino al tetto e sulla facciata laterale. Sulla destra si nota il terreno in pendenza del vicolo, che qui scende, mentre nelle versioni successive sarà in salita. In questa fase non era ancora prevista la costruzione dei sotterranei.

Dopo questo studio, costatomi tempo e fatica e rimasto incompleto, decisi di passare all'uso del computer.
Il programma con il quale avevo più dimestichezza era Photoshop, e anche se non è esattamente il più indicato per questo tipo di lavori, mi avrebbe permesso di ricostruire l'aspetto visivo della facciata e di modificarla a piacimento senza dovere ogni volta cancellare tutto.

Nella prossima puntata vi mostrerò alcuni di questi studi...



Costruzione 30: Scala in mattoni (2)

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Si sta avvicinando il momento in cui finalmente darò per terminata la costruzione dei sotterranei e passerò alla realizzazione del piano terreno.
La copertura della cantina è quasi ultimata, mancano soltanto una volta a crociera (per la quale dovrò prima fabbricare altri mattoncini), la verniciatura e rifinitura delle pareti e alcuni pezzi dell'arredamento interno.
Prima di poter chiudere il tutto ed iniziare il lavoro in alzato, però, è necessario portare la scala, completa di murature e volta a botte, fino al livello del pavimento superiore.
Nelle seguenti immagini illustro la prima fase di questo prolungamento.


 Per prima cosa creo una base in pietra per i nuovi scalini.
A partire da qui la muratura sarà in pietra o in mattoni e non più in cemento. La base in cemento armato serve a dare stabilità all'edificio e continuerò ad inserire nervature di filo metallico all'interno dei muri, ma d'ora in poi anche le pareti verranno realizzate seguendo tecniche più consone all'epoca medievale (con le opportune semplificazioni).

Seguendo la stessa inclinazione (suicida) della scala precedentemente realizzata, aggiungo quattro nuovi scalini. Per raggiungere il piano superiore ne mancherà ancora uno, ma non ho ancora deciso se sarà in mattoni o in pietra come il pavimento del piano terreno.
Una volta definite le altezze e fissata la base, applico i mattoni e seguo lo stesso procedimento già usato in precedenza: posizionamento con colla / prima carteggiatura / ripulitura dalla polvere / boiaccatura / seconda carteggiatura / ultima spolverata.

Se prima inciampare in questi scalini poteva provocare qualche frattura più o meno grave, direi che adesso la caduta ha buone probabilità di risultare fatale...





Tracce di medioevo I - Piazza S.Matteo (Genova)

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Con questo post inauguro una nuova sezione del blog, dove poco a poco pubblicherò le foto scattate durante le mie passeggiate per il centro storico genovese.

Non mi dilungherò molto su aspetti storici e culturali che possono essere recuperati da qualsiasi guida turistica. Lo scopo di queste mie passeggiate è stato fin dal principio (o quasi) la ricerca di edifici e strutture, principalmente civili, appartenenti al tessuto medievale della città e che potessero ispirarmi per la costruzione della mia Domus.

La prima tappa obbligata per chiunque voglia farsi un'idea della Genova medievale è senza dubbio piazza San Matteo. E allora partiamo da lì.



Visualizzazione ingrandita della mappa

Una piazza era qualcosa di estremamente raro nella Genova medievale. Su questa in particolare, situata nel vecchio sestiere del Molo, si affacciano i palazzi di una delle famiglie più potenti dell'epoca: i Doria.
I principali gruppi famigliari tendevano infatti ad accorparsi in piccoli borghi all'interno delle mura cittadine. Le diverse alleanze politiche determinavano spesso spostamenti e riorganizzazioni del tessuto urbano ed in molte occasioni convertivano zone diverse della città in vere e proprie roccaforti militari, difese da torri e barricate.

Su un lato della piazza si trova la chiesa di San Matteo (del 1278), che dà il nome alla piazza stessa, e che fu in origine la cappella privata dei Doria. Alla sua sinistra, adiacente alla chiesa, troviamo il palazzo di Branca Doria, che ancora conserva l'aspetto medievale nel portico e nella quadrifora del primo piano, in parte risultato dei restauri del 1910 che gli restituirono in parte il suo aspetto originario. Quasi tutti gli edifici della città infatti, subirono notevoli modifiche nel corso dei secoli, soprattutto in altezza (furono aggiunti uno o più piani), nella struttura interna e nelle aperture, che vennero tamponate per permettere l'intonacatura delle facciate e la loro decorazione.



Gli altri edifici visibili nelle foto, sono: il palazzo di Andrea Doria, che oltre alla tamponatura delle arcate e delle finestre, presenta balconi marmorei secenteschi;
Il palazzo di Lamba Doria, che fornisce un ottimo esempio di come doveva presentarsi il portico di molti palazzi genovesi dell'epoca;
Infine, il palazzo di Lazzaro Doria, di epoca leggermente più recente (antecedente al 1468).
Tutti i palazzi presentano la tipica bicromia a strisce orizzontali formata dall'alternanza di marmo e pietra di promontorio, così chiamata proprio per via della sua provenienza: le rocce del promontorio sul quale sorge la lanterna (demolito definitivamente all'inizio del XX° secolo) e che per secoli ha fornito la materia prima per i cantieri della città.


I palazzi dei Doria, con il loro aspetto fiero e imponente, hanno sicuramente influito molto sul progetto della Domus. Probabilmente,se non avessi visto fin da piccolo questi edifici, non mi sarebbe mai venuto in mente di costruire una casa medievale in miniatura.


Archi, archetti, colonne, portoni, facciate, cornici... Lungo il nostro percorso avremo modo di vedere quanto di questa Genova medievale è ancora presente, pur se nascosto da strati d'intonaco e di sporcizia... e in molti casi anche dall'indifferenza dei suoi abitanti. Ma lasciamo da un lato le polemiche e aguzziamo la vista, perché di cose da vedere ce ne sono davvero tante.

Un ultimo appunto: alcune di queste immagini sono state da me ritoccate per eliminare fastidiosi inestetismi, quindi non prendetevela con me se passate in quei luoghi e non li trovate esattamente come in queste immagini.
Cartelli stradali, rifiuti, automobili, manifesti pubblicitari, cavi elettrici, scritte sui muri...  Nella "mia" Genova per quella roba non c'è posto.
E adesso, buona passeggiata!







Per finire, una curiosità: in questa foto scattata dopo i bombardamenti dell'ultima guerra, si può vedere chiaramente che l'interno dell'edificio fu completamente distrutto Per fortuna i muri perimetrali rimasero in piedi e la struttura fu ricostruita e restaurata, aprendo il loggiato che nell'immagine appare ancora tamponato.
Altri palazzi storici di uguale valore non furono altrettanto fortunati.
Ovviamente questa foto non l'ho scattata io!




 
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