Come anticipato nel post precedente, ecco qui il risultato dei miei primi studi della Domus realizzati in digitale:
E' visibile in parte anche una facciata laterale, sulla quale poi ho lavorato per lo studio degli interni (scale, solai, ecc.).
La prima versione in alto è la trasposizione più o meno esatta del disegno a matita, mentre nella seconda ho voluto visualizzare la possibilità (poi scartata) di estendere le bande bianche e nere alle arcate del portico.
L'aspetto generale ricorda molto la facciata del palazzo di Andrea Doria in piazza San Matteo, anche se le arcate strette del portico si avvicinano di più a quelle del palazzo di Lamba Doria.
Le finestre si aprono su tutta la facciata disposte su tre colonne in modo molto regolare. Trifore al primo piano sormontate da un rosone circolare; bifore al secondo, dove la bicromia della facciata termina con l'arco a sesto acuto della finestra per lasciare posto ai mattoni; ancora bifore al terzo, questa volta però più basse e con archetti in cotto anziché in marmo.
Alla base di ogni linea di finestre, come a marcare uno stacco tra i piani dell'edificio, ho collocato una sottile cornice in pietra, leggermente aggettante.
Questo elemento, così come altre parti sporgenti dei palazzi medievali di Genova, è stato spesso asportato o livellato a colpi di scalpello nei secoli successivi per permettere l'intonacatura e la decorazione delle facciate.
In molti edifici in cui l'intonaco è stato rimosso è possibile vedere i segni lasciati da queste trasformazioni (vedi qui e qui).
Nonostante l'aria "definitiva" di questi disegni, dovuta in parte anche all'uso del colore, si trattava solo del primo approccio al progetto. Mi limitavo infatti a prendere in considerazione l'estetica delle facciate, ma mancava ancora un qualsiasi studio della struttura interna (soprattutto verticale) che avrebbe influito non poco sull'aspetto finale della Domus.
Inoltre, in questi come in altri studi, elementi costruttivi complessi come le finestre sono sempre rappresentati in modo semplificato e piatto, non rivelando molto della loro struttura tridimensionale.
Un ultimo appunto: anche le fasce bianche e nere non sono rappresentate in modo del tutto realistico. Per dare all'insieme un certo equilibrio infatti, era necessario che le pietre scure fossero più alte di quelle bianche, riducendo così l'effetto ottico che le rende più grandi all'occhio umano.
Si tratta di un piccolo accorgimento che può passare inosservato ai meno attenti, ma che ci dà la misura di quanto fosse avanzata la progettazione di ogni singolo dettaglio, anche in elementi puramente decorativi come questo.