Il pavimento della cantina è stato il primo elemento della Domus ad essere costruito, ma in realtà non è terminato, mancando ancora dell'ultima fase: la verniciatura.
Non sapevo bene che materiale usare a questo scopo, così per prima cosa mi sono dedicato a fare un po' di prove.
Prima della composizione dell'opus spicatum, avevo realizzato delle piccole porzioni di pavimento su un listello di legno, applicando diversi materiali leganti. Rispettivamente, da sinistra a destra: nessun legante, cemento e gesso bianco. La scelta, come già abbiamo visto, è caduta poi sulla boiacca di cemento.
Queste stesse prove le riutilizzo adesso per studiare il metodo di verniciatura. Voglio evitare assolutamente l'effetto "lucido" che potrebbe lasciare lo smalto, e quindi devo sperimentare in anticipo.
Trovandomi in casa un barattolo aperto di smalto trasparente per legno, provo per primo questo materiale, e il risultato mi sembra perfetto (nella seconda immagine si evidenzia la differenza tra la superficie grezza e quella verniciata).
Il DAS, anche se asciutto, è un materiale poroso, e quindi la prima passata di vernice viene assorbita dai mattoncini senza che questi risultino brillanti. Semplicemente il colore assume un tono più scuro e quindi più "terracotta".
Le altre possibili soluzioni che pensavo di testare per la verniciatura erano l'uso della cera (scartata dopo una piccola prova di cui non rimane traccia), l'olio d'oliva e, in ultimo, la vernice per mattoni a vista (quelli veri).
Dopo il successo dello smalto per legno, però, decido di sospendere la sperimentazione e passare direttamente alla fase realizzativa.
Con un piccolo pennellino, stendo il primo strato di vernice sul pavimento, facendo attenzione a non macchiare le pareti, ancora incomplete e che vernicerò in un secondo momento.
L'aspetto in un primo momento mi lascia soddisfatto (vedi foto in basso), ma lo smalto è ancora fresco e bisognerà vederlo una volta asciutto. Intanto, a causa del freddo e dell'ora notturna, sono costretto a lavorare in casa e l'odore di vernice è quasi insopportabile.
Il giorno seguente lo smalto è ormai asciutto, ma ha perso quell'uniformità che lo rendeva così perfetto la sera prima, forse con la complicità della luce elettrica. Alcune zone risultano più scure, mentre in altre la vernice si è come ritirata, lasciando macchie più chiare. Esercitando una forte pressione sulla superficie (con l'unghia di piatto, o la parte esterna di un cucchiaino), il colore sembra assumere un aspetto più uniforme, ma il risultato non mi convince troppo. Decido così di applicare una seconda passata di vernice, evitando l'eventuale formazione di uno strato lucido con uno straccetto asciutto che strofinerò sullo smalto ancora fresco.
Nelle immagini, dettagli del pavimento con il primo strato di vernice ancora fresco.
Si intuiscono però zone asciutte più chiare.
Nonostante questo accorgimento la seconda mano risulta molto più lucida della precedente, e a seconda dell'angolazione con cui lo si guarda, il pavimento riflette la luce, creando esattamente l'effetto che mi proponevo di evitare. In questa foto il problema non si nota particolarmente a causa dell'inclinazione, ma il tono è decisamente troppo acceso.
Dopo inutili tentativi di stemperare il colore usando uno straccio, i polpastrelli, e la carta igienica, sono quasi rassegnato a tenermi il pavimento lucido. Poi, per un lampo di genio (o spinto dalla disperazione) tento l'impensabile e dopo essermi spolverato un dito con il cemento a presa rapida, lo sfrego sulla superficie lucida ma ancora leggermente appiccicosa del pavimento.
Il risultato in un primo momento mi lascia perplesso... poi grido al miracolo. Eccolo l'antico pavimento in cotto medievale, invecchiato a regola d'arte e appesantito dallo sporco dei secoli!