Costruzione 196: Piano nobile - perimetro murario e paramento dìcromo (I)

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Come già accaduto in altre occasioni, mi trovo a dover scrivere un post un po' più generico del solito per fare il punto della situazione e riprendere i fili lasciati sciolti.
Raggiunto ormai il livello del piano nobile in tutta la sua estensione, insieme alle murature perimetrali ed interne iniziano a fare capolino molti elementi che rivedremo più avanti in modo più specifico. Per il momento non posso evitare di mostrarli almeno in parte per dare una visione d'insieme del lavoro svolto fino a qui (mi riferisco a porte e finestre del salone e delle atre stanze, elementi del cucinino o della facciata, bassorilievi, colonnine, ecc...).

Volendo concentrare questo capitolo esclusivamente sull'avanzamento delle murature, potrei iniziare il discorso da una delle parti meno in vista della facciata, ovvero quella soprastante l'ingresso laterale, parzialmente nascosta dall'aggetto della torre.
Qui ho provveduto a rifinire e verniciare gli archetti pensili in mattoni. Oltre la cornice in pietra il muro riprende in mattone a vista, almeno all'esterno, lasciando al centro l'apertura per una finestra che, al contrario di tutte le altre su questo piano, sarà chiusa in alto da un architrave (primi segnali di un '400 prossimo venturo?).


All'interno di una delle due porzioni di muro prosegue la canalizzazione in pietra che porta lo scarico della cucina (posta due piani più in alto) fino al vicolo sottostate. Il lato interno della finestra invece subisce alcune piccole modifiche per offrire agli ospiti un davanzale più "ergonomico" fruibile anche come semplice panca, magari per leggere alla luce del giorno (si fa per dire, visto che siamo in un vicolo strettissimo)...


In queste ultime foto si vedono ancora le assi del solaio, che verranno poi coperte dal pavimento in cotto. Chi volesse vedere l'effetto finale può farlo cliccando qui e leggendo il precedente post.

Passando al perimetro della torre, si nota subito una novità. All'interno del muro che dà sul vicolo si aprono alcuni scalini, che procedono verso l'esterno secondo una linea leggermente curva. Dove mai porterà questo passaggio?


Anche all'esterno si notano una serie di fori (buche pontaie?) che segnano un cambio nella noiosa uniformità della torre. Mano a mano che il muro cresce in altezza, anche la scala si sviluppa e scopriamo che le due cose vanno necessariamente collegate: i gradini infatti raggiungono pressappoco la stessa altezza dei fori, e compiendo un ulteriore giro, puntano direttamente al centro del muro.


Sveliamo subito il mistero: l'idea è quella di aprire un portello al centro della torre, che in caso di necessità possa metterla in collegamento con l'edificio situato sul lato opposto del vicolo attraverso un ponteggio in legno che verrebbe posizionato ad hoc. In situazione di normalità l'apertura sarà chiusa da un cancelletto in ferro per evitare possibili intrusioni.
I fori nel muro sono proprio gli alloggi per i travetti che dovrebbero sostenere il ponte, e che prima o poi vedrò di costruire in qualche modo.


Sopra le buche colloco alcune pietre dalla forma molto regolare (altri frammenti raccolti sul monte Caucaso) e che faranno da soglia per il portello, mentre un ultimo "spicchio" in ardesia completa la curva della scala fino al corridoio del vano interno.



Avvicinandoci alla parte frontale della Domus, invece, è tempo di partire con quella che sarà una delle caratteristiche più emblematiche del paramento esterno della Domus, ovvero le bande bicrome (o dìcrome, come le ho viste indicare in ambito accademico).

Da parte mia c'è una voglia irrefrenabile di mettere mano a questo elemento, posticipato per ragioni progettuali ma ben chiaro nella mia mente fin dalla posa dei primi mattoncini. Si potrebbe dire che in realtà tutto quanto sin qui costruito non sia stato altro che una scusa per raggiungere il piano nobile e poter così costruire la facciata a fasce bianche e nere come avevo fantasticato quando, nel lontano 1993, realizzavo questa copia dal vero di un palazzo di piazza San Matteo con la mia classe del liceo artistico.
Una vera e propria visione pre-Domus, se si tiene conto dello slancio di fantasia con il quale, nel bozzetto, avevo "riaperto" una loggia che in realtà era (ed è tuttora) murata per via degli interventi rinascimentali.

Ed eccolo, allora, questo primo accenno di muratura a bande dìcrome, con la posa della prima fila di blocchi scuri, dai quali partono anche gli stipiti delle grandi finestre di facciata. Più piccole (trifore) quelle della saletta d'angolo e più grandi le due (quadrifore) del salone principale o caminata...


... immediatamente seguite dai primi blocchi di marmo bianco e da un unico pezzo della terza fila collocato per l'impazienza di verificarne la resa.


L'avevo detto che sarebbe stato un post generico, vero? Quello che però non avevo calcolato è che sarebbe stato anche tanto lungo.

Facciamo così: visto che finora abbiamo fatto soltanto mezzo giro della Domus, lasciamo l'altra metà per un secondo post sullo stesso argomento e chiudiamo in bellezza con una fugace anteprima di come si svilupperanno le facciate del piano nobile...


Alla prossima!

MATERIALI:
ardesia, marmo, pietra, mattone, colla bianca, smalto trasparente
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, pennello, spatolina, livella, righello




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