Con la posa degli archetti di scarico, l'aspetto esteriore delle finestre può dirsi completato. Molto resta da fare sul lato interno, dove la struttura dev'essere ancora rifinita e preparata per il montaggio degli infissi.
Anche da questa parte il muro ha ormai raggiunto la linea d'imposta, e la nicchia centrale è completata dal suo bell'archetto ogivale.
In alcune immagini appare una "X" graffiata sul muro, a destra della nicchia. Si tratta di un promemoria per ricordarmi di limare la parete in quel punto, dove tende ad eccedere verso l'interno del fondaco. Se non corretto in tempo, il problema rischia di accentuarsi corso dopo corso e a quel punto il muro risulterebbe visibilmente storto.
Durante la costruzione delle pareti ho avuto l'accortezza di lasciare aperti dei fori per l'inserimento dei ganci di sostegno, altrimenti difficili da realizzare a muro terminato.
In questo caso gli infissi consisteranno in semplici battenti in legno, bloccabili in posizione di chiusura da un'asse orizzontale. Non mi dilungherò nello studio di modelli più ricercati che potranno invece trovare un miglior uso per le polifore del piano nobile. Qui si tratta ancora di un ambiente di lavoro, che poche concessioni può fare all'estetica.
Ogni battente è composto da tre assi affiancate verticalmente e bloccate da bandelle in ferro che vanno ad agganciarsi ai gangheri nel muro. La parte superiore dello sportello è sagomata a forma di triangolo per meglio seguire il profilo degli archetti.
Al centro, due bracci (in legno in una prima versione, in ferro in quella definitiva) fanno da sostegno alla spranga di chiusura.
Il principale problema sta nel posizionare le bandelle in modo tale che il battente risulti allineato alla parete in posizione di chiusura così come quando viene ruotato di 90°. La difficoltà è data dal fatto che i gangheri non sono posti esattamente alla stessa altezza e le ante vanno adattate alla singola finestra (non sono quindi intercambiabili).
Come già accennato, in un primo momento i sostegni per la spranga erano in legno, ma l'uso del ferro mi sembra decisamente più congruo e si accorda con il resto degli elementi quali gangheri e bandelle.
Ecco qui il primo dei due infissi appena montato ed una panoramica esterna dopo il montaggio del secondo. Tra le due bifore è già posizionato lo scudo araldico..
A questo punto mancherebbero solo le arcate di copertura interne, ma osservando le finestre dall'esterno mi rendo conto che c'è spazio sufficiente per l'inserimento di un ulteriore elemento.
Al centro di ogni bifora potrebbe essere presente un piccolo oculo circolare, idealmente compreso all'interno di un'arco (qui assente) che includa gli archetti sottostanti.
Non so di preciso come realizzare questi oculi, ma riesco a cavarmela per tentativi grazie all'uso del trapano e di quello stesso accessorio usato per l'arcata interna della monofora.
Per prima cosa ritaglio due tessere quadrate di ardesia, che poi andrò a forare con la punta diamantata. Procedendo con molta cautela, riesco a passare la pietra da parte a parte senza danni.
Il foro viene poi ampliato con l'uso di una punta da muro e del sopracitato accessorio, fino ad ottenere una leggera strombatura sulla superficie esterna dell'oculo.
L'operazione viene ripetuta in modo analogo sulla seconda tessera ed in breve posso collocare i nuovi elementi sulla facciata del fondaco.
La posa dei successivi corsi sul paramento esterno ingloberà lo scudo e gli oculi, portando la muratura un po' più vicina al livello del solaio, e dando al loggiato un aspetto già quasi completo...
MATERIALI:
ardesia, colla bianca, colla da contatto, legno, filo di ferro
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, trapano, lime, incudine e martello
MISURE (in cm):
Anche da questa parte il muro ha ormai raggiunto la linea d'imposta, e la nicchia centrale è completata dal suo bell'archetto ogivale.
In alcune immagini appare una "X" graffiata sul muro, a destra della nicchia. Si tratta di un promemoria per ricordarmi di limare la parete in quel punto, dove tende ad eccedere verso l'interno del fondaco. Se non corretto in tempo, il problema rischia di accentuarsi corso dopo corso e a quel punto il muro risulterebbe visibilmente storto.
Durante la costruzione delle pareti ho avuto l'accortezza di lasciare aperti dei fori per l'inserimento dei ganci di sostegno, altrimenti difficili da realizzare a muro terminato.
In questo caso gli infissi consisteranno in semplici battenti in legno, bloccabili in posizione di chiusura da un'asse orizzontale. Non mi dilungherò nello studio di modelli più ricercati che potranno invece trovare un miglior uso per le polifore del piano nobile. Qui si tratta ancora di un ambiente di lavoro, che poche concessioni può fare all'estetica.
Ogni battente è composto da tre assi affiancate verticalmente e bloccate da bandelle in ferro che vanno ad agganciarsi ai gangheri nel muro. La parte superiore dello sportello è sagomata a forma di triangolo per meglio seguire il profilo degli archetti.
Al centro, due bracci (in legno in una prima versione, in ferro in quella definitiva) fanno da sostegno alla spranga di chiusura.
Il principale problema sta nel posizionare le bandelle in modo tale che il battente risulti allineato alla parete in posizione di chiusura così come quando viene ruotato di 90°. La difficoltà è data dal fatto che i gangheri non sono posti esattamente alla stessa altezza e le ante vanno adattate alla singola finestra (non sono quindi intercambiabili).
Come già accennato, in un primo momento i sostegni per la spranga erano in legno, ma l'uso del ferro mi sembra decisamente più congruo e si accorda con il resto degli elementi quali gangheri e bandelle.
Ecco qui il primo dei due infissi appena montato ed una panoramica esterna dopo il montaggio del secondo. Tra le due bifore è già posizionato lo scudo araldico..
A questo punto mancherebbero solo le arcate di copertura interne, ma osservando le finestre dall'esterno mi rendo conto che c'è spazio sufficiente per l'inserimento di un ulteriore elemento.
Al centro di ogni bifora potrebbe essere presente un piccolo oculo circolare, idealmente compreso all'interno di un'arco (qui assente) che includa gli archetti sottostanti.
Non so di preciso come realizzare questi oculi, ma riesco a cavarmela per tentativi grazie all'uso del trapano e di quello stesso accessorio usato per l'arcata interna della monofora.
Per prima cosa ritaglio due tessere quadrate di ardesia, che poi andrò a forare con la punta diamantata. Procedendo con molta cautela, riesco a passare la pietra da parte a parte senza danni.
Il foro viene poi ampliato con l'uso di una punta da muro e del sopracitato accessorio, fino ad ottenere una leggera strombatura sulla superficie esterna dell'oculo.
L'operazione viene ripetuta in modo analogo sulla seconda tessera ed in breve posso collocare i nuovi elementi sulla facciata del fondaco.
La posa dei successivi corsi sul paramento esterno ingloberà lo scudo e gli oculi, portando la muratura un po' più vicina al livello del solaio, e dando al loggiato un aspetto già quasi completo...
MATERIALI:
ardesia, colla bianca, colla da contatto, legno, filo di ferro
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, trapano, lime, incudine e martello
MISURE (in cm):
(da verificare)