Costruzione 136: La facciata - rinfianco delle arcate e innalzamento muri

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Ora che le arcate del loggiato sono tutte costruite, devo iniziare a salire con le murature.
Come visto in un precedente post, all'arcata maggiore manca ancora tutto l'arco esterno. Per via della sua particolare forma "a gradini", ogni cuneo deve corrispondere ai corsi della muratura, quindi anche l'arco crescerà di pari passo con la facciata.


Le prime pietre del rinfianco le colloco sulla destra dell'arcata minore a formare lo spigolo con il prospetto laterale.
Successivamente inizio a riempire lo spazio tra i due archi, facendo particolare attenzione ai pezzi che poggiano lungo l'arcata e che dovranno seguirne la forma. A questo fine torno a collocare al suo interno il supporto in cartone usato durante la costruzione, le cui rande mi aiuteranno ad allineare correttamente i blocchi.



Il taglio dei cunei non si rivela un lavoro complicatissimo, ma a causa della precisione necessaria all'incastro dei pezzi, sono costretto a realizzare più volte alcuni di essi, fino ad ottenere la forma desiderata.
Per seguire il profilo dell'arco, uso il dorso della lima curva su ogni singolo pezzo e prima di collocarlo mi assicuro che la curvatura corrisponda. Questo è uno dei motivi principali per cui alcuni pezzi vengono ripetuti, trattandosi di una concavità minima, che non corrisponde alla convessità della lima.



Ovviamente curo molto di più l'aspetto esterno della facciata, mentre il lato rivolto verso l'interno del muro appare molto irregolare. D'altra parte, questo aumenterà la presa del cemento quando procederò al riempimento.



Con il raggiungimento dell'apice dell'arcata minore ed il completamento del rinfianco, interrompo temporaneamente i lavori sulla facciata per dedicarmi alle altre murature perimetrali ed al fondaco...

MATERIALI:
ardesia, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, lime, livella




Costruzione 135: Volta a crociera ogivale (1) - costole e chiave

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Avendo già costruito tutte le arcate del portico, devo iniziare a pensare alla copertura della loggia d'ingresso, che dopo qualche esitazione ho deciso di realizzare in pietra.

Inizialmente pensavo di completare questa parte con un tavolato in legno simile a quello del fondaco, riservando la pietra alla costruzione di una grande volta nel loggiato principale.
Il risultato sarebbe stato di grande effetto, anche se poco realistico. La maggior parte dei portici medievali, anche quelli che attualmente appaiono voltati, in origine erano coperti da una semplice travatura in legno, che in seguito venne sostituita da volte intonacate. Inoltre, vista anche l'estensione del vano, una volta in pietra risulterebbe eccessivamente pesante.
Il portico piccolo, invece, si presta maggiormente a questo tipo di struttura e mi dà l'occasione di cimentarmi in qualcosa che altrimenti non avrò modo di realizzare nei piani superiori: una volta ogivale.


Per costruire una volta di questo tipo ho bisogno di studiare un nuovo metodo che mi permetta di realizzare i suoi diversi elementi nelle misure corrette. Prima di tutto i peducci: posti ai 4 angoli del vano fungono da base per le costole, che incrociandosi diagonalmente saranno lo scheletro portante della volta.

La realizzazione dei peducci comporta però qualche difficoltà, già che il vano non è perfettamente quadrato e che in origine la volta non era prevista. Quelli che si vedono nelle foto andranno sicuramente modificati ed allineati con la volta stessa.

Una volta calcolata la curvatura delle costole (ad occhio e senza troppi calcoli, potrò sempre modificarla in seguito), realizzo la centina in cartone sulla quale assemblerò i 4 bracci della croce.
L'altezza della volta non dovrà essere eccessiva, per fare in modo che il pavimento sovrastante si trovi esattamente in linea con il piano ammezzato dell'edificio.

Il supporto è formato da due spicchi di cartone incastrati tra loro e coperti da strisce della stessa larghezza delle costole, il tutto tenuto insieme da un po' di colla. La lunghezza dei bracci corrisponde alle diagonali che uniscono i quattro angoli della volta.


Il taglio e la posa delle pietre procede piuttosto spedito, non dovendo dare ai pezzi una forma particolarmente elaborata. L'aspetto più importante è l'inclinazione delle superfici verticali per fare sì che la costola segua la curvatura del supporto. In seguito mi occuperò di rifinire l''interno delle arcate smussando gli spigoli e intagliando eventuali modanature.


La logica conclusione di questa prima parte della volta a crocera è rappresentata dalla chiave, che unirà le quattro costole in un unico pezzo.
Sono indeciso se realizzare una chiave di forma ottagonale o a croce, ma alla fine opto per la seconda, arricchendola al centro con un elemento decorativo floreale in stile romanico.


Per inserire la chiave tra le costole sono costretto a "scavare" via un pezzo del supporto, a causa della sporgenza del fiore. Dopodiché passo alla fase di assemblaggio ed al rinforzo dell'estradosso con abbondante colla.


 A lavoro ultimato la struttura appare piuttosto esile ma comunque resistente, pronta per essere rifinita manualmente o meglio ancora con il Dremel.
Ma questo ve lo racconto un'altra volta...




MATERIALI:
cartoncino, ardesia, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, lime, strumenti per modellato
MISURE (in cm):
altezza all'intradosso: 2,7
larghezza costole: 0,6
chiave: 1,2 x 1,2
spessore costole: 0,4
luce: 7,6




Construcción 33: Unión de muros y bóvedas

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En el post anterior describí como, juntando entre ellos arcos y bóvedas, pude corregir las imprecisiones y convertir el embovedado en una única pieza.
A pesar de mi intento de ser lo más preciso posible, aún queda muy evidente el corte entre los muros y las bóvedas que apoyan encima de ellos.
Ahora ya es imposible actuar desde el interior. La única forma para corregir las juntas es trabajar sobre las paredes antes del montaje final.

Una primera prueba con el uso del cemento se revela un fracaso. Sólo se trata de una lechada un poco más espesa, y una vez seca resulta imposible de lijar sin que se haga polvo.
Entonces me doy cuenta de que si en vez del cemento usase el das (el material del que están hechos los ladrillos), podría moldearlo a mi antojo, creando una unión perfecta entre las dos partes.

Se trata por supuesto de un método que no refleja las técnicas constructivas reales, pero es el único sistema que he podido imaginar para acabar la estructura sin recurrir al rayo miniaturizador del Doctor Cyclops.


Antes de empezar, voy humedeciendo con el pincel las partes sobre las cuales tendré que aplicar el das. Luego recorto unos cachos del paquete recién abierto y los enrollo hasta formar unos gusanitos igual de largos que los arcos. Hay que trabajar bastante rápido para evitar que el das se seque demasiado pronto, pero no importa si el muro se ensucia un poco. Cuando esté seco, el das será fácil de limpiar, además es preferible exceder un poco con el material para que éste llene bien todos los huecos.


Una vez que los rollitos se han adherido a los arcos, vuelvo a colocar el embovedado ejerciendo una cierta presión para que el relleno vaya asumiendo el perfil de las dos piezas. Los excesos de material sobresalen a los dos lados y podrán ser removidos más tarde.
A la primera presión, el das (aunque húmedo) no se pega a las bóvedas que aún están secas y polvorientas. Sin embargo, si la operación se repite más veces, algunas partes podrían levantarse y complicar notablemente el trabajo.
En fin, tiene que ir bien a la primera.

Para los acabados habrá que esperar que el das esté bien seco.



 Ahora las paredes y las bóvedas ya coinciden perfectamente, y están listas para ser barnizadas...





I risultati del sondaggio

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Circa un anno fa inserii nella colonna di destra un sondaggio destinato ai lettori di questo blog, perché mi aiutassero a trovare una definizione per il mio progetto.
Fin dall'inizio trovavo difficile incasellare questo lavoro in una categoria precisa, trovando che ogni possibile risposta rappresentasse una limitazione a ciò che avevo in mente.

Nel tentativo di rendere le cose più semplici, ho immaginato una serie di possibili risposte che i lettori avrebbero potuto selezionare scegliendo anche più opzioni contemporaneamente.
Se il Domus Project fosse una ricetta, direi che io ho scelto gli ingredienti e i lettori votanti (un'ottantina) mi hanno dato le dosi.
Non ho ben chiari i tempi di cottura, ma immagino che siano piuttosto lunghi...

Ecco qui di seguito i risultati in ordine di peso:


COME DEFINIRESTI IL DOMUS PROJECT?

Arte                                  38 (48%)
Modellismo                      27 (34%)
Plastico architettonico      19 (24%)
Artigianato                       18 (22%)
Archeomodellismo           16 (20%)
Miniatura                          9 (11%)
Diorama                            6 (7%)
Fantaedilizia                     4 (5%)
Paranoia                            4 (5%)
Perdita di tempo                1 (1%)
.........                                 1 (1%)

(l'ultimo ingrediente immagino sia a piacere)





 
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