Taaanto tempo fa mi divertii ad intagliare un fusto in marmo. O meglio, un segmento di fusto di un'antica colonna, suppostamente ritrovata dai costruttori durante lo scavo per le fondamenta della Domus.
L'idea era quella di creare, di lì a poco, anche il capitello della suddetta colonna, per poi collocare i due pezzi all'interno della struttura.
Da allora sono passati quattro anni, e dopo essere stato spostato più volte all'interno del cantiere, il fusto è finito in magazzino in attesa del suo ideale compagno, la cui realizzazione continuavo a posticipare.
E il motivo è semplice: non avevo idea di dove collocarlo.
Ora invece penso di aver trovato il posto giusto. Quel pezzetto di marmo sta aspettando ormai da troppo tempo ed è ora di riportarlo alla luce.
Ma vediamo nel dettaglio la realizzazione del capitello.
Dopo aver trovato un possibile modello, traccio qualche semplice segno a matita sulla superficie del cubo e inizio a sgrossare i suoi volumi, ottenendo la circonferenza della base e i piani inclinati delle quattro volute d'angolo.
Non sto a studiare troppo sul tipo di capitello o sulle sue proporzioni esatte. Sto realizzando un pezzo unico, di provenienza ignota e datazione incerta. Oltretutto è molto probabile che la sua base non corrisponda neppure alla circonferenza del fusto e che i due pezzi provengano da strutture diverse. Chissà quale sarà stata la loro storia nei secoli!
Dopo aver risolto i piani principali inizio a scavare le forme in modo più preciso con le frese diamantate. Inizialmente una cilindrica, poi sferica o conica, a seconda delle superfici che voglio ottenere.
Il blocco ha un'ottima consistenza, e nonostante le sue ridotte dimensioni non si rompe, anche se a guardarlo, così bianco e pulito, sembrerebbe una fragile zolletta di zucchero.
Con la punta più sottile riesco ad incidere i rilievi delle foglie, anche se piuttosto stilizzate. Potrei insistere nei dettagli, ma quanto fatto finora è sufficiente perché l'occhio ricrei le forme principali, e tanto basta.
Inoltre il capitello andrà adeguatamente invecchiato con il cemento, così come feci a suo tempo con il fusto.
Ed eccoli qua i due reperti romani, ritratti finalmente assieme:
Effettivamente non sembrano proprio pezzi delle stessa colonna, ma come elementi di reimpiego vanno benissimo anche così. In fondo non è roba che si trovi tutti i giorni, soprattutto a Genova!
Ma quale sarà allora la loro collocazione finale?
Ve lo rivelerò nel prossimo post!
MATERIALI:
marmo, cemento, acqua
STRUMENTI:
matita, carta abrasiva, tenaglie, Dremel con frese diamantate
MISURE (in cm):
L'idea era quella di creare, di lì a poco, anche il capitello della suddetta colonna, per poi collocare i due pezzi all'interno della struttura.
Da allora sono passati quattro anni, e dopo essere stato spostato più volte all'interno del cantiere, il fusto è finito in magazzino in attesa del suo ideale compagno, la cui realizzazione continuavo a posticipare.
E il motivo è semplice: non avevo idea di dove collocarlo.
Ora invece penso di aver trovato il posto giusto. Quel pezzetto di marmo sta aspettando ormai da troppo tempo ed è ora di riportarlo alla luce.
Ma vediamo nel dettaglio la realizzazione del capitello.
Dopo aver trovato un possibile modello, traccio qualche semplice segno a matita sulla superficie del cubo e inizio a sgrossare i suoi volumi, ottenendo la circonferenza della base e i piani inclinati delle quattro volute d'angolo.
Non sto a studiare troppo sul tipo di capitello o sulle sue proporzioni esatte. Sto realizzando un pezzo unico, di provenienza ignota e datazione incerta. Oltretutto è molto probabile che la sua base non corrisponda neppure alla circonferenza del fusto e che i due pezzi provengano da strutture diverse. Chissà quale sarà stata la loro storia nei secoli!
Dopo aver risolto i piani principali inizio a scavare le forme in modo più preciso con le frese diamantate. Inizialmente una cilindrica, poi sferica o conica, a seconda delle superfici che voglio ottenere.
Il blocco ha un'ottima consistenza, e nonostante le sue ridotte dimensioni non si rompe, anche se a guardarlo, così bianco e pulito, sembrerebbe una fragile zolletta di zucchero.
Con la punta più sottile riesco ad incidere i rilievi delle foglie, anche se piuttosto stilizzate. Potrei insistere nei dettagli, ma quanto fatto finora è sufficiente perché l'occhio ricrei le forme principali, e tanto basta.
Inoltre il capitello andrà adeguatamente invecchiato con il cemento, così come feci a suo tempo con il fusto.
Ed eccoli qua i due reperti romani, ritratti finalmente assieme:
Effettivamente non sembrano proprio pezzi delle stessa colonna, ma come elementi di reimpiego vanno benissimo anche così. In fondo non è roba che si trovi tutti i giorni, soprattutto a Genova!
Ma quale sarà allora la loro collocazione finale?
Ve lo rivelerò nel prossimo post!
MATERIALI:
marmo, cemento, acqua
STRUMENTI:
matita, carta abrasiva, tenaglie, Dremel con frese diamantate
MISURE (in cm):
capitello: 1,6 x 1,6 x 1,3 (altezza)
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