Ormai il perimetro esterno del magazzino è interamente completato: le tre finestre (una sulla facciata principale e due su quella laterale) sono munite di infissi e pronte all'uso, così come il portello di carico che si affaccia sul loggiato.
L'unico elemento ancora mancante è il portoncino d'accesso.
In questo caso si tratterà di una porta a doppio battente, chiusa esternamente da una semplice spranga. Se poi per maggior sicurezza i proprietari vorranno inserire una catena, saranno fatti loro. Il magazzino è un locale privato e vi si accede soltanto dalle scale di casa, quindi se il personale di servizio è di fiducia, non dovrebbero rendersi necessari ulteriori accorgimenti.
Pensando di realizzare battenti muniti di bandelle, nel vano della porta ho già installato i cardini inferiori. Nella foto in basso, però, si nota anche la presenza di due aperture sul pavimento della soglia. Era mia intenzione chiuderle, invece diventeranno (opportunamente modificate) gli alloggiamenti per i perni di rotazione dei battenti.
A questo punto i ganci in ferro risultano inutili e posso rimuoverli.
La porta del magazzino dovrà necessariamente avere un'altezza limitata ed essere posta al centro della parete per sfruttare al meglio la curvatura della volta.
La sua copertura quindi non prevede l'uso di un arco ogivale e neppure a tutto sesto. L'ipotesi presa inizialmente in considerazione era quella di un arco ribassato in mattoni o di un semplice architrave.
Ora, nonostante l'altezza sia limitata, la porta mantiene un'ampiezza piuttosto consistente per agevolare il passaggio delle merci, e un unico architrave potrebbe risultare insufficiente.
Prendo al balzo l'opportunità di sperimentare un soluzione ancora inedita per la Domus e decido di realizzare una piattabanda, ovvero un arco piatto.
Procedo a partire da un unico pezzo che avevo tagliato per testare la soluzione dell'architrave, e segmentandolo in più poligoni con l'uso del seghetto. Le varie perti vengono poi riunite con la colla, e il gioco è fatto.
Sì, lo so che detta così sembra un po' delirante... affettare una pietra per poi ricomporla uguale a prima...
Ma se l'avessi inserita intera non sarebbe stata una vera piattabanda!
Pochi millimetri al di sopra di questa, passa una delle catene di rinforzo che tra breve verrà inglobata dalla muratura e non sarà più visibile.
La piattabanda invece potrà vedersi solo in parte dall'ingresso secondario.
Adesso però iniziamo ad occuparci dell'infisso, costruendo l'intelaiatura dei battenti i cui montanti verticali sono arrotondati alle estremità.
Gli scassi nel pavimento vengono riempiti con due blocchi appositamente scavati con una fresa diamantata per permetterne la rotazione.
Dopo montanti e traverse, è la volta del tavolato e dei ganci di sostegno della spranga, ottenuti battendo a freddo due segmenti di filo di ferro.
Ometterò le varie modifiche e ritocchi apportati ai battenti per farli "funzionare", che mi hanno portato a rifare più volte determinati pezzi. In secondo luogo si è reso necessario un gran lavoro di lima sugli spigoli, il cui risultato finale è il seguente:
Sotto lo sguardo severo del committente ho provveduto al montaggio della porta e dell'architrave interno (questo sì è un vero architrave) forato nella parte inferiore per bloccare i perni superiori dei battenti.
Sul lato esterno la porta si presenta così (nella seconda immagine manca ancora la spranga):
L'ultima operazione prima del fissaggio definitivo è la verniciatura delle parti in legno, qui poste ad asciugare accanto ad altri pezzi del solaio.
Sopra l'architrave e la piattabanda il muro perimetrale può finalmente proseguire e non manca più nulla per procedere alla posa della volta.
O meglio, c'è ancora da terminare la volta. Ma questo lo vedremo la prossima... (volta).
MATERIALI:
ardesia, legno, filo di ferro, colla bianca, colla da contatto
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, Dremel con frese diamantate, cutter, smalto trasparente, pennello
MISURE (in cm):
L'unico elemento ancora mancante è il portoncino d'accesso.
In questo caso si tratterà di una porta a doppio battente, chiusa esternamente da una semplice spranga. Se poi per maggior sicurezza i proprietari vorranno inserire una catena, saranno fatti loro. Il magazzino è un locale privato e vi si accede soltanto dalle scale di casa, quindi se il personale di servizio è di fiducia, non dovrebbero rendersi necessari ulteriori accorgimenti.
Pensando di realizzare battenti muniti di bandelle, nel vano della porta ho già installato i cardini inferiori. Nella foto in basso, però, si nota anche la presenza di due aperture sul pavimento della soglia. Era mia intenzione chiuderle, invece diventeranno (opportunamente modificate) gli alloggiamenti per i perni di rotazione dei battenti.
A questo punto i ganci in ferro risultano inutili e posso rimuoverli.
La porta del magazzino dovrà necessariamente avere un'altezza limitata ed essere posta al centro della parete per sfruttare al meglio la curvatura della volta.
La sua copertura quindi non prevede l'uso di un arco ogivale e neppure a tutto sesto. L'ipotesi presa inizialmente in considerazione era quella di un arco ribassato in mattoni o di un semplice architrave.
Ora, nonostante l'altezza sia limitata, la porta mantiene un'ampiezza piuttosto consistente per agevolare il passaggio delle merci, e un unico architrave potrebbe risultare insufficiente.
Prendo al balzo l'opportunità di sperimentare un soluzione ancora inedita per la Domus e decido di realizzare una piattabanda, ovvero un arco piatto.
Procedo a partire da un unico pezzo che avevo tagliato per testare la soluzione dell'architrave, e segmentandolo in più poligoni con l'uso del seghetto. Le varie perti vengono poi riunite con la colla, e il gioco è fatto.
Sì, lo so che detta così sembra un po' delirante... affettare una pietra per poi ricomporla uguale a prima...
Ma se l'avessi inserita intera non sarebbe stata una vera piattabanda!
Pochi millimetri al di sopra di questa, passa una delle catene di rinforzo che tra breve verrà inglobata dalla muratura e non sarà più visibile.
La piattabanda invece potrà vedersi solo in parte dall'ingresso secondario.
Adesso però iniziamo ad occuparci dell'infisso, costruendo l'intelaiatura dei battenti i cui montanti verticali sono arrotondati alle estremità.
Gli scassi nel pavimento vengono riempiti con due blocchi appositamente scavati con una fresa diamantata per permetterne la rotazione.
Dopo montanti e traverse, è la volta del tavolato e dei ganci di sostegno della spranga, ottenuti battendo a freddo due segmenti di filo di ferro.
Ometterò le varie modifiche e ritocchi apportati ai battenti per farli "funzionare", che mi hanno portato a rifare più volte determinati pezzi. In secondo luogo si è reso necessario un gran lavoro di lima sugli spigoli, il cui risultato finale è il seguente:
Sotto lo sguardo severo del committente ho provveduto al montaggio della porta e dell'architrave interno (questo sì è un vero architrave) forato nella parte inferiore per bloccare i perni superiori dei battenti.
Sul lato esterno la porta si presenta così (nella seconda immagine manca ancora la spranga):
L'ultima operazione prima del fissaggio definitivo è la verniciatura delle parti in legno, qui poste ad asciugare accanto ad altri pezzi del solaio.
Sopra l'architrave e la piattabanda il muro perimetrale può finalmente proseguire e non manca più nulla per procedere alla posa della volta.
O meglio, c'è ancora da terminare la volta. Ma questo lo vedremo la prossima... (volta).
MATERIALI:
ardesia, legno, filo di ferro, colla bianca, colla da contatto
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, Dremel con frese diamantate, cutter, smalto trasparente, pennello
MISURE (in cm):
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