Dopo aver realizzato le grate che chiuderanno i tre lati aperti della cella sotterranea, è la volta di pensare allo sportello che permetterà l'accesso ai prigionieri.
Inizialmente pensavo di realizzare una vera e propria porta, simile al cancello in ferro che chiude il tunnel. Visto però l'uso a cui verrà destinata la gabbia, e dopo aver osservato alcune foto di ambienti simili, opto per un'apertura decisamente più piccola, che obblighi chi viene introdotto nella cella ad abbassare la testa ed entrare alzando un piede alla volta.
Nelle foto in basso potete vedere la grata metallica prima dell'intervento e un paio di studi attraverso i quali ho cercato di immaginare l'aspetto dello sportello una volta completato. Il primo è realizzato in lamina metallica, mentre il secondo con lo stesso fil di ferro usato in precedenza.
Il modello scelto sarà poi il primo, incardinato però a sinistra invece che nella parte superiore.
La prima difficoltà in cui mi imbatto è il ritaglio dell'apertura nella grata. In questo modo infatti, le barre più corte non riescono ad auto-sostenersi, ed è necessario ritorcere ad anello le estremità del filo metallico.
Dopo qualche tentativo un po' maldestro e la sostituzione di un paio di barre (non documentata da fotografie), raggiungo il mio obiettivo.
Secondo problema: il taglio della lamina e la sua lavorazione.
Qualche mese fa avevo raccolto da un edificio in rovina un pezzo di tubo ricoperto da una lamina metallica piuttosto sottile. Pensavo potesse tornarmi utile.
Come al solito, ho fatto ciò che mi riesce meglio, ovvero raccogliere spazzatura. Di 10 cianfrusaglie che porto a casa, solo 2 o 3 risultano utili, ma senza questa mia insana passione, difficilmente riuscirei a proseguire nel progetto.
Dopo aver scorticato il tubo e ripulito il metallo dai resti di vernice, lo strofino energicamente con la carta abrasiva a grana fine e lo immergo nell'acqua per vedere come reagisce (e ancora senza sapere a cosa potrebbe servire).
La composizione del metallo dev'essere solo in parte ferrosa, per questo il processo di ossidazione è piuttosto lento. Alla fine però il risultato è anche migliore e non tende all'arancione come nel ferro puro.
Per tagliare la lamina segno a matita i contorni dello sportello sul metallo e poi battendo sulla mia personale incudine con martello e scalpello (un solo colpo secco) incido i quattro lati fino a staccare il pezzo.
I buchi per l'inserimento degli anelli sono effettuati allo stesso modo con l'ausilio di un chiodo.
Ovviamente tutto ciò con le dovute cautele per non staccarmi le dita con lo scalpello e indossando occhiali di protezione per gli occhi.
Anche di questa fase della lavorazione non ho foto, ma il risultato finale lo vedete qua sotto.
Ultimi ritocchi: una leggera patina di ruggine per nascondere i graffi della lavorazione e una bruciatura veloce con l'accendino. Ora il cancello è finito e pronto per il montaggio.