E' arrivato il momento di inserire nella muratura della torre un'altra pietruzza di nobili origini.
Come già avevo anticipato nel precedente post, questa volta la provenienza è italianissima.
Il 1° maggio 2012 mi trovavo a Roncole Verdi insieme ad altri autori per presentare il quarto volume del "Don Camillo a fumetti" (se volete saperne di più vi rimando al sito dell'editore ReNoir).
Il luogo era alquanto suggestivo, trattandosi della casa-museo di Giovannino Guareschi, autore della famosa serie di racconti con protagonisti appunto Don Camillo e l'onorevole Peppone.
Dopo la presentazione (e un lauto pranzo), fu d'obbligo una visita di gruppo alla tomba del Guareschi, quasi a voler chiedere l'approvazione del maestro per il lavoro che stavamo operando sui suoi personaggi.
Per raggiungere il cimitero, che si trova a pochi metri dalla casa e dal ristorante, dovemmo costeggiare la chiesa parrocchiale.
Ora, Roncole Verdi non è un vero e proprio paese con un centro ben delineato. Si tratta più che altro di un gruppo di case più o meno sparse in mezzo ai campi ed unite dalla strada che va verso Busseto (in provincia di Parma). Una di queste case, nel 1813 vide nascere un altro personaggio illustre che finì per aggiungere il suo nome a quello della frazione originale ("Le Roncole"). Sì, avete indovinato: sto parlando di Giuseppe Verdi, il celebre compositore.
Gruppi di turisti e bandierine tricolori appese ad ogni finestra stavano lì a ricordare quell'evento.
Mentre ci avvicinavamo al cimitero, il nostro anfitrione ci raccontava come, durante gli anni dell'infanzia, il maestro frequentasse la parrocchia di San Michele Arcangelo ed apprendesse i primi rudimenti di musica dall'anziano parroco, esercitandosi sull'organo della chiesa. Un luogo insomma, in cui aveva avuto inizio qualcosa di importante. Una sorta di simbolo. E a me piacciono i simboli.
L'edificio, interamente in mattoni, è ben conservato, ma come gli uomini che con l'età perdono i capelli, così le vecchie chiese perdono qualche briciola del paramento esterno. Alla base dei muri era possibile trovare piccole schegge di mattone o intonaco, e questo non poteva certo passare inosservato ai miei occhi. Misi in tasca un paio di frammenti e li portai con me con l'intenzione di inserirli nella Domus.
In quel momento la costruzione si trovava alla base del piano ammezzato. Uno degli spigoli esterni della torre presentava una strana rientranza, per via di una pietra leggermente irregolare. Per il resto il blocco era perfetto, quindi pensai di riempire il vuoto con un sasso più piccolo o con qualche mattoncino. Poi ricordai i frammenti di Roncole, e con questi creai alcuni mattoncini su misura.
L'effetto finale sembra il risultato di un restauro su una struttura antica, in cui le pietre originali sono state integrate con mattoni in cotto. E questa volta sono in cotto per davvero invece che di Das!
A posteriori, questo fornirà il precedente per lo sviluppo di una nuova tecnica di realizzazione dei mattoncini...
Ma di questo parlerò nel prossimo articolo!
MATERIALI:
frammenti di mattone, colla bianca, cemento
Come già avevo anticipato nel precedente post, questa volta la provenienza è italianissima.
Il 1° maggio 2012 mi trovavo a Roncole Verdi insieme ad altri autori per presentare il quarto volume del "Don Camillo a fumetti" (se volete saperne di più vi rimando al sito dell'editore ReNoir).
Il luogo era alquanto suggestivo, trattandosi della casa-museo di Giovannino Guareschi, autore della famosa serie di racconti con protagonisti appunto Don Camillo e l'onorevole Peppone.
Dopo la presentazione (e un lauto pranzo), fu d'obbligo una visita di gruppo alla tomba del Guareschi, quasi a voler chiedere l'approvazione del maestro per il lavoro che stavamo operando sui suoi personaggi.
Per raggiungere il cimitero, che si trova a pochi metri dalla casa e dal ristorante, dovemmo costeggiare la chiesa parrocchiale.
Ora, Roncole Verdi non è un vero e proprio paese con un centro ben delineato. Si tratta più che altro di un gruppo di case più o meno sparse in mezzo ai campi ed unite dalla strada che va verso Busseto (in provincia di Parma). Una di queste case, nel 1813 vide nascere un altro personaggio illustre che finì per aggiungere il suo nome a quello della frazione originale ("Le Roncole"). Sì, avete indovinato: sto parlando di Giuseppe Verdi, il celebre compositore.
Gruppi di turisti e bandierine tricolori appese ad ogni finestra stavano lì a ricordare quell'evento.
Mentre ci avvicinavamo al cimitero, il nostro anfitrione ci raccontava come, durante gli anni dell'infanzia, il maestro frequentasse la parrocchia di San Michele Arcangelo ed apprendesse i primi rudimenti di musica dall'anziano parroco, esercitandosi sull'organo della chiesa. Un luogo insomma, in cui aveva avuto inizio qualcosa di importante. Una sorta di simbolo. E a me piacciono i simboli.
L'edificio, interamente in mattoni, è ben conservato, ma come gli uomini che con l'età perdono i capelli, così le vecchie chiese perdono qualche briciola del paramento esterno. Alla base dei muri era possibile trovare piccole schegge di mattone o intonaco, e questo non poteva certo passare inosservato ai miei occhi. Misi in tasca un paio di frammenti e li portai con me con l'intenzione di inserirli nella Domus.
In quel momento la costruzione si trovava alla base del piano ammezzato. Uno degli spigoli esterni della torre presentava una strana rientranza, per via di una pietra leggermente irregolare. Per il resto il blocco era perfetto, quindi pensai di riempire il vuoto con un sasso più piccolo o con qualche mattoncino. Poi ricordai i frammenti di Roncole, e con questi creai alcuni mattoncini su misura.
L'effetto finale sembra il risultato di un restauro su una struttura antica, in cui le pietre originali sono state integrate con mattoni in cotto. E questa volta sono in cotto per davvero invece che di Das!
A posteriori, questo fornirà il precedente per lo sviluppo di una nuova tecnica di realizzazione dei mattoncini...
Ma di questo parlerò nel prossimo articolo!
MATERIALI:
frammenti di mattone, colla bianca, cemento