Costruzione 129: Arcate del portico

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Dopo una lunga pausa primaverile posso tornare ad occuparmi della Domus, e lo faccio partendo da dove ero rimasto qualche mese fa: le arcate del portico.


Ho già illustrato la costruzione del primo arco ogivale in pietra, un arco "semplice" in quanto formato da un'unica fila di cunei convergenti verso la chiave centrale.
Diversamente, gli archi che si affacciano sulla via pubblica sono formati da due file di pietre sovrapposte a formare uno scalino. Questo apporta al profilo dell'arco una maggiore profondità prospettica e forse anche più resistenza, trattandosi di aperture realizzate nei muri perimetrali.

Comunque le misure sono le stesse per tutti e quattro gli archi minori, quindi anche in questo caso posso sfruttare il supporto in cartone precedentemente realizzato.
Trattandosi di un lavoro già eseguito, questa volta non perdo tempo scattando tante foto del processo costruttivo, ed ecco direttamente l'arcata inferiore terminata e l'inizio della posa di quella superiore.


La costruzione del secondo livello si rivela più semplice del previsto, grazie al fatto che l'unico lato visibile di questo arco sarà quello esterno e non è quindi necessario rifinire i due lati. Sul fronte interno i corsi orizzontali della muratura si chiuderanno direttamente sull'arcata inferiore (o vi appoggerà la volta, a seconda di quale sarà la mia scelta).



Adesso che anche il secondo arco è completato e perfettamente allineato al primo, siamo giunti a metà dell'opera.
Direi di procedere con l'altro arco semplice e tenere per ultimo quello frontale.


Già fatto? Cavolo, se fosse così rapido anche nella realtà, avrei finito da un pezzo...

Ora, una piccola complicazione si presenta nei punti d'intersezione tra le arcate laterali e quella frontale. Per evitare infatti che gli angoli delle arcate si sovrappongano sono costretto a tagliare a 45° i blocchi della base.
In questo caso non sono sicuro di replicare l'esatto metodo costruttivo antico, ma è un problema di cui mi accorgo soltanto ora e vi pongo rimedio come posso.


Adesso comunque sono pronto a partire con l'arco di facciata che dà accesso al loggiato piccolo ed all'ingresso principale.
Nulla di nuovo, in realtà. Il processo è lo stesso seguito per la seconda arcata e viene completato senza ulteriori sorprese.
Alla fine rimuovo il cartone et voilà! Gli archi del portico sono completati.


Mi correggo, sono completati quelli piccoli. Manca ancora il maggiore, che avrà caratteristiche un po' diverse e per il quale dovrò costruire un apposito supporto.

Archi agli archi, tempo al tempo...



MATERIALI:
ardesia, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, Dremel
MISURE (in cm):
corda (ampiezza all'imposta): 5,5
raggio: 4
profondità: 2,5
altezza del vertice dal pavimento: 12




Construcción 30: Escalera de ladrillos (2)

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Se va acercando el momento en el que por fin daré por terminada la construcción del sótano y pasaré a la realización de la planta baja.

El embovedado de la cantina ya está casi terminado, tan sólo faltan una bóveda de arista (para la cual tendré que fabricar más ladrillos), el barnizado y acabado de los muros y algunos complementos.
Sin embargo, antes de poder cerrar todo y empezar el trabajo en vertical, será necesario llevar la escalera, completa de muros y bóveda de cañón, hasta el nivel del piso superior.

En las siguientes imágenes se puede ver la primera fase de este trabajo.


Primero voy construyendo una base de piedra para los nuevos escalones.

A partir de ahora abandonaré el uso del cemento y los muros estarán realizados con piedras o ladrillos. La base de hormigón le otorga más estabilidad al edificio y seguiré incluyendo en los muros el esqueleto de alambre, pero de ahora en adelante las paredes serán alzadas siguiendo técnicas más conformes a las construcciones medievales (con las oportunas simplificaciones).

Respetando la misma pendiente (suicida) de la escalera ya terminada, voy a añadir cuatro nuevos escalones. Para alcanzar el nivel de la entrada aún faltará uno más, peró todavía no he decidido si va a ser de ladrillos o de piedra como buena parte del suelo de la planta baja.
Una vez definidas las medidas de los escalones y pegada la base, voy colocando los ladrillos y terminando la escalera según los mismos pasos ya definidos durante la construcción del primer tramo: puesta en obra de los ladrillos / primer pulido / limpieza del polvo / relleno de las juntas / segundo pulido / última limpieza.

Si antes tropezar por estos escalones podía llevar a fracturas más o menos graves, creo que ahora la caída podría tener muy facilmente un desenlace fatal...





Construcción 29: Arcos de piedra y ladrillo

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Las bóvedas y los arcos de piedra o en aparejo mixto de piedra y ladrillo, se colocaban principalmente en las plantas bajas o en los subterráneos (bóveda de la cisterna, de las cantinas, de cocinas y despensas, de almacenes...).¹

Las dos imágenes a la izquierda, representan diferentes tipos de arco presentes en los edificios genoveses. El primero, perteneciente a un edificio de la calle a Macelli di Soziglia, está realizado unicamente con ladrillos; el segundo, que se encuentra en el almacén de sal de la calle del Molo, alterna ladrillos a dovelas de piedra, otorgando más resistencia a la estructura y al mismo tiempo desarrollando un papel decorativo.

No creo que esta clase de arcos fuera muy común, en general las estructuras de piedra que no se hallaban en la fachada o en las plantas nobles no estaban formadas por sillares bien tallados, sino por piedras de forma irregular y de diferentes tamaño encajadas a fuerza. Esta técnica, llamada "a scapoli e tocchetti" (algo como "a trozos y pedazos"), tuvo su máxima difusión en épocas más recientes, cuando las fachadas empezaron a ser enyesadas y pintadas. Fue utilizada entonces también en los muros perimetrales, a menudo acompañada por el uso del ladrillo en los marcos de ventanas y puertas y allá donde se requería una mayor precisión.

El especto estético ha sido lo que me ha llevado a elegir este segundo modelo para la construcción de un par de arcos de la Domus. Por la precisión, los dos alineados con el acceso lateral.
Esta zona, la más amplia de los subterráneos, será usada como cantina y almacén/despensa.


La piedra es la misma pizarra de los arcos de piedra, y sustituye los que en la realidad serían sillares de caliza marnosa, una roca muy usada en las construcciones del área genovés por su fácil reperibilidad y buena resistencia.


¹ - Manuale del recupero di Genova antica - aa.vv. - DEI s.r.l. 2006.



Costruzione 128: Arco ogivale in pietra

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Lasciamo le rifiniture del piano stradale ad un secondo momento, e torniamo ad occuparci degli elementi dell'alzato.

I pilastri del portico sono terminati ormai da tempo e tutte le strutture hanno raggiunto più o meno il livello del piano ammezzato. A questo punto posso procedere con la costruzione del primo arco a sesto acuto senza il timore di peccare di eccessiva fretta.

Ovviamente, prima dell'arco dovrò occuparmi della struttura provvisoria sulla quale costruirò l'arco stesso, così come fatto in precedenza per tutte le altre arcate e per le volte dei sotterranei.
In questo caso la costruzione della centina sarà leggermente più complessa, ma dopo qualche studio preliminare decido di procedere come segue:

Su un cartone disegno a matita e compasso due arcate identiche corrispondenti agli archi che dovrò realizzare; successivamente le ritaglio, ottenendo così le due superfici verticali della centina.
Da un cartoncino più sottile ricavo invece una striscia che ha la stessa ampiezza dei muri perimetrali (2,5 cm).


La striscia viene poi segmentata per formare i lati curvi dell'arcata ed il telaio interno della centina, che eviterà possibili deformazioni in corso d'opera. Questa struttura dovrà servire per la costruzione di almeno quattro arcate e andrà quindi conservata con cura.


Rispetto ai supporti utilizzati finora, quello per gli archi ogivali presenta una grossa novità: l'uso della randa.
Nel mio caso si tratta di due segmenti retti di filo metallico che, fissati al centro delle circonferenze che determinano le arcate, ne ricalcano i raggi. Ruotando la randa sinistra si otterrà di volta in volta la giusta inclinazione con cui dovranno essere tagliati i cunei che compongono il segmento di destra e viceversa.

Fin qui tutto bene, almeno per quanto riguarda la teoria.
Poi viene la pratica, ed essendo il primo mio tentativo su questo tipo di archi, decido di dedicarmi a uno dei due più semplici e che, una volta terminati, saranno meno visibili dai prospetti principali.
Gli archi perimetrali infatti hanno caratteristiche che li rendono ulteriormente complessi, quali doppie ghiere o conci poligonali corrispondenti ai corsi della facciata.
Quando sarà il momento mi occuperò anche di quelli, dovessi impiegarci settimane. Per ora è inutile fasciarsi la testa anzitempo, quindi partiamo con l'arcata sinistra del loggiato (quella che in teoria confinerebbe con l'edificio accanto).


Inizio la posa dei conci, con qualche insicurezza in un primo momento, per poi guadagnare in velocità e precisione una volta capito come tagliare e levigare al meglio le pietre per ottenere la forma desiderata.

La randa risulta fondamentale. Mi rendo conto che senza di essa, anche se il profilo dell'arco fosse perfetto, i raggi non sempre punterebbero al centro della circonferenza, dando al tutto un aspetto un po' sghembo.


La chiave dell'arco, come prevedibile, risulta il pezzo più complicato da realizzare, ma dopo aver scartato una prima versione troppo piccola, posso finalmente posizionarne una seconda, questa volta della misura giusta.


Dopo qualche ora, a colla ormai asciutta, posso finalmente rimuovere la centina ed osservare con orgoglio il mio primo arco ogivale, che si auto-sostiene solitario ed austero.


Se si trattasse di un arco a dimensioni reali, mano a mano che la posa dei cunei avanza dovrei procedere con il rinfianco per evitare che l'arcata, non sorretta sui lati, collassi sotto il suo stesso peso.
In questo caso però, date le ridotte dimensioni ed il peso quasi nullo, non è necessario questo tipo di precauzione e le arcate svettano isolate risaltando ancor di più sui tozzi pilastri.


Per le rifiniture e la riempitura dei giunti, vi rimando a quando avrò costruito tutte le arcate e le murature avranno raggiunto il livello del primo piano...

MATERIALI:
ardesia, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, lime
MISURE (in cm):
corda (ampiezza all'imposta): 5,5
raggio: 4
spessore cunei: 0,6 (alla base); 0,8 (al vertice)
profondità: 2,5



Construcción 28: Celda subterránea

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Ha llegado el momento de montar las tres rejas de la prisión.

Con la multiherramienta Dremel (dotada de eje flexible) efectuo los agujeros en el suelo, ya marcados con el lápiz en correspondencia de las barras de la reja frontal.


Esto me permite colocar la primera reja (doblando de momento las barras horizontales) y tomar las medidas necesarias para los agujeros que voy a hacer en la pared.
En esta ocasión no voy a poder usar el Dremel, ya que ni el eje flexible cabe en el espacio angusto entre las paredes del sótano. Saco la broca del taladro y la empujo contra el muro con la punta del dedo índice, mientras con la otra la voy girando en un sentido y en otro.
Es un método lento y un poco aburrido, pero por suerte el Das se mantiene blando incluso cuando está seco.


Una vez hechos todos los agujeros coloco de nuevo la reja, ahora insertandola también en la pared, y corto las barras verticales para que coincidan con el arco superior. Algunas de las horizontales resultan un poco cortas y no llegan a tocar el pilar de piedra. Puede que más adelante las cambie por otras más largas.
De momento voy a seguir con el montaje de las otras dos rejas, aunque primero colocaré un par de aros de hierro (que hice tiempo atrás) en la pared de piedra. Servirán para sujetar las cadenas que atan los presos, pero los veremos más adelante junto con la historia de este extraño muro...




Voy encajando la reja central sin taladrar los pilares de piedra, tarea que con mis medios resultaría especialmente complicada (si no imposible). Aquí también corto las barras en exceso y vuelvo a colocar el arco.

El procedimiento para instalar la última reja es muy parecido al de la primera.


Ahora puedo volver a colocar todos los arcos y las bóvedas, y la estructura de la celda resulta terminada. Aún faltan unos detalles y los acabados, pero ya me parece distinguir entre las sombras una figura, agachada contra la pared: cabello largo, cuerpo flaco... una pesada cadena en los pies y las marcas de una tortura reciente.
Pero quizás se trate sólo de una mala jugada de mi fantasía...





 
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