Lasciamo le rifiniture del piano stradale ad un secondo momento, e torniamo ad occuparci degli elementi dell'alzato.
I pilastri del portico sono terminati ormai da tempo e tutte le strutture hanno raggiunto più o meno il livello del piano ammezzato. A questo punto posso procedere con la costruzione del primo arco a sesto acuto senza il timore di peccare di eccessiva fretta.
Ovviamente, prima dell'arco dovrò occuparmi della struttura provvisoria sulla quale costruirò l'arco stesso, così come fatto in precedenza per tutte le altre arcate e per le volte dei sotterranei.
In questo caso la costruzione della centina sarà leggermente più complessa, ma dopo qualche studio preliminare decido di procedere come segue:
Su un cartone disegno a matita e compasso due arcate identiche corrispondenti agli archi che dovrò realizzare; successivamente le ritaglio, ottenendo così le due superfici verticali della centina.
Da un cartoncino più sottile ricavo invece una striscia che ha la stessa ampiezza dei muri perimetrali (2,5 cm).
La striscia viene poi segmentata per formare i lati curvi dell'arcata ed il telaio interno della centina, che eviterà possibili deformazioni in corso d'opera. Questa struttura dovrà servire per la costruzione di almeno quattro arcate e andrà quindi conservata con cura.
Rispetto ai supporti utilizzati finora, quello per gli archi ogivali presenta una grossa novità: l'uso della randa.
Nel mio caso si tratta di due segmenti retti di filo metallico che, fissati al centro delle circonferenze che determinano le arcate, ne ricalcano i raggi. Ruotando la randa sinistra si otterrà di volta in volta la giusta inclinazione con cui dovranno essere tagliati i cunei che compongono il segmento di destra e viceversa.
Fin qui tutto bene, almeno per quanto riguarda la teoria.
Poi viene la pratica, ed essendo il primo mio tentativo su questo tipo di archi, decido di dedicarmi a uno dei due più semplici e che, una volta terminati, saranno meno visibili dai prospetti principali.
Gli archi perimetrali infatti hanno caratteristiche che li rendono ulteriormente complessi, quali doppie ghiere o conci poligonali corrispondenti ai corsi della facciata.
Quando sarà il momento mi occuperò anche di quelli, dovessi impiegarci settimane. Per ora è inutile fasciarsi la testa anzitempo, quindi partiamo con l'arcata sinistra del loggiato (quella che in teoria confinerebbe con l'edificio accanto).
Inizio la posa dei conci, con qualche insicurezza in un primo momento, per poi guadagnare in velocità e precisione una volta capito come tagliare e levigare al meglio le pietre per ottenere la forma desiderata.
La randa risulta fondamentale. Mi rendo conto che senza di essa, anche se il profilo dell'arco fosse perfetto, i raggi non sempre punterebbero al centro della circonferenza, dando al tutto un aspetto un po' sghembo.
La chiave dell'arco, come prevedibile, risulta il pezzo più complicato da realizzare, ma dopo aver scartato una prima versione troppo piccola, posso finalmente posizionarne una seconda, questa volta della misura giusta.
Dopo qualche ora, a colla ormai asciutta, posso finalmente rimuovere la centina ed osservare con orgoglio il mio primo arco ogivale, che si auto-sostiene solitario ed austero.
Se si trattasse di un arco a dimensioni reali, mano a mano che la posa dei cunei avanza dovrei procedere con il rinfianco per evitare che l'arcata, non sorretta sui lati, collassi sotto il suo stesso peso.
In questo caso però, date le ridotte dimensioni ed il peso quasi nullo, non è necessario questo tipo di precauzione e le arcate svettano isolate risaltando ancor di più sui tozzi pilastri.
Per le rifiniture e la riempitura dei giunti, vi rimando a quando avrò costruito tutte le arcate e le murature avranno raggiunto il livello del primo piano...
MATERIALI:
ardesia, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, lime
MISURE (in cm):
I pilastri del portico sono terminati ormai da tempo e tutte le strutture hanno raggiunto più o meno il livello del piano ammezzato. A questo punto posso procedere con la costruzione del primo arco a sesto acuto senza il timore di peccare di eccessiva fretta.
Ovviamente, prima dell'arco dovrò occuparmi della struttura provvisoria sulla quale costruirò l'arco stesso, così come fatto in precedenza per tutte le altre arcate e per le volte dei sotterranei.
In questo caso la costruzione della centina sarà leggermente più complessa, ma dopo qualche studio preliminare decido di procedere come segue:
Su un cartone disegno a matita e compasso due arcate identiche corrispondenti agli archi che dovrò realizzare; successivamente le ritaglio, ottenendo così le due superfici verticali della centina.
Da un cartoncino più sottile ricavo invece una striscia che ha la stessa ampiezza dei muri perimetrali (2,5 cm).
La striscia viene poi segmentata per formare i lati curvi dell'arcata ed il telaio interno della centina, che eviterà possibili deformazioni in corso d'opera. Questa struttura dovrà servire per la costruzione di almeno quattro arcate e andrà quindi conservata con cura.
Rispetto ai supporti utilizzati finora, quello per gli archi ogivali presenta una grossa novità: l'uso della randa.
Nel mio caso si tratta di due segmenti retti di filo metallico che, fissati al centro delle circonferenze che determinano le arcate, ne ricalcano i raggi. Ruotando la randa sinistra si otterrà di volta in volta la giusta inclinazione con cui dovranno essere tagliati i cunei che compongono il segmento di destra e viceversa.
Fin qui tutto bene, almeno per quanto riguarda la teoria.
Poi viene la pratica, ed essendo il primo mio tentativo su questo tipo di archi, decido di dedicarmi a uno dei due più semplici e che, una volta terminati, saranno meno visibili dai prospetti principali.
Gli archi perimetrali infatti hanno caratteristiche che li rendono ulteriormente complessi, quali doppie ghiere o conci poligonali corrispondenti ai corsi della facciata.
Quando sarà il momento mi occuperò anche di quelli, dovessi impiegarci settimane. Per ora è inutile fasciarsi la testa anzitempo, quindi partiamo con l'arcata sinistra del loggiato (quella che in teoria confinerebbe con l'edificio accanto).
Inizio la posa dei conci, con qualche insicurezza in un primo momento, per poi guadagnare in velocità e precisione una volta capito come tagliare e levigare al meglio le pietre per ottenere la forma desiderata.
La randa risulta fondamentale. Mi rendo conto che senza di essa, anche se il profilo dell'arco fosse perfetto, i raggi non sempre punterebbero al centro della circonferenza, dando al tutto un aspetto un po' sghembo.
La chiave dell'arco, come prevedibile, risulta il pezzo più complicato da realizzare, ma dopo aver scartato una prima versione troppo piccola, posso finalmente posizionarne una seconda, questa volta della misura giusta.
Dopo qualche ora, a colla ormai asciutta, posso finalmente rimuovere la centina ed osservare con orgoglio il mio primo arco ogivale, che si auto-sostiene solitario ed austero.
Se si trattasse di un arco a dimensioni reali, mano a mano che la posa dei cunei avanza dovrei procedere con il rinfianco per evitare che l'arcata, non sorretta sui lati, collassi sotto il suo stesso peso.
In questo caso però, date le ridotte dimensioni ed il peso quasi nullo, non è necessario questo tipo di precauzione e le arcate svettano isolate risaltando ancor di più sui tozzi pilastri.
Per le rifiniture e la riempitura dei giunti, vi rimando a quando avrò costruito tutte le arcate e le murature avranno raggiunto il livello del primo piano...
MATERIALI:
ardesia, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, lime
MISURE (in cm):
corda (ampiezza all'imposta): 5,5
raggio: 4
spessore cunei: 0,6 (alla base); 0,8 (al vertice)
profondità: 2,5
raggio: 4
spessore cunei: 0,6 (alla base); 0,8 (al vertice)
profondità: 2,5
It's wonderful!!! You are incredibly talented and patient.
RispondiEliminaThank you, Rosa!
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